Il sapore della mia terra
Montecelio, RM 384 mslm. Alle spalle, monte Gennaro, il Lucretilis Mons cantato da Orazio
Sono nato nella Sabina romana, dove le ultime propaggini di questa terra così antica si confondono con la campagna romana, dove finiscono le colline degli ulivi e comincia il Latium. Gli ulivi, appunto: in Italia c'è una grande tradizione per la produzione di olio d'oliva ed anche una grande produzione. Se chiedi a un pugliese qual'è la terra dell'olio ti risponderà " la Puglia" e se lo chiedi a un toscano ti risponderà " la Toscana" e se lo chiedi a un ligure ti risponderà " la Liguria" e così via...ed hanno ragione, tutti. L'olio italiano è buono davvero, ovunque lo si produca.
Ma io dico che nessuno olio può stare al pari di quello della Sabina, per il sapore, per la leggerezza, per la fragranza del suo profumo, per la tradizione millenaria che la coltura dell'olivo ha qui e che non muore, nonostante la civiltà contadina stia sparendo, specialmente qui, nella Sabina romana, alle porte di Roma.
Anch'io ho il mio oliveto, che appartiene alla mia famigla da circa 200 anni. Il mio bisnonno Aratore possedeva molti ettari in quella zona. Poi le divisioni tra i suoi figli e ancora tra i figli dei figli ed alcune vendite hanno frazionato la tenuta, sicchè il mio podere è di 9000 metri, confinante con quelli dei miei cugini.
Ho 109 piante di olivo. E altrettante da frutta. Sono tante, per uno come me che definire dilettante come contadino è pura generosità;) Altro che dilettante, sono quasi negato. Però mi sorregge tanta buona volontà ed il desiderio di non lasciare andare alla malora queste piante, alcune delle quali 70 anni fa stavano dove adesso è la piazza del comune di Guidonia e che mio nonno trapiantò qui quando quel terreno venne espropriato per costruire la Città dell'Aria.
Non sono piante secolari, a parte le radici, perché hanno sofferto le gelate del 1956 e del 1985 e l'oliveto è stato ricostituito dai polloni rinati sui ceppi antichi.
L'anno scorso non è stata stagione buona: non l'ho raccolta per niente mentre nel 2004 feci 350 litri d'olio, la metà dei quali diedi a quello che materialmente la raccolse. Quando lo coltivavano mio padre e mio zio non facevano mai meno di 700 litri, loro sì che avevano il pollice verde;)
Quest'anno il raccolto doveva essere buono ma qualcosa è andato storto e la fioritura abbondantissima non ha legato bene. Però, senza concimi e senza alcun veleno ho fatto 100 litri, da 618 chili di olive raccolte dai muratori che mi stanno sistemando i casaletti. Un olio davvero speciale, visto che le olive erano sincere e assolutamente prive di larve.
Così la metà andrà per le esigenze familiari, l'altra metà in regalo agli amici e parenti.
Ho deciso però che da gennaio l'oliveto verrà ristrutturato. Le piante sono diventate troppo alte e folte, alcune arrivano a 6 metri. E chi ci va lassù a cogliere le olive? Quindi le poterò preparandole per una raccolta meccanica: non più alte di 4 metri e vuote dentro, lasciando per ciascuna solo 3 rami laterali. Probabilmente quindi nel 2007 la raccolta sarà quasi inesistente. Ma nel 2008....eppoi, di sicuro farò un sacco di legna!!
Vabbeh, si vedrà, intanto godiamoci questo:)