venerdì 31 dicembre 2010


 

Felice Anno Nuovo
Cari Amici


 



 







 



 



Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.

 Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa
e le provviste esaurite.

Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo
 in una oscurità pregna
di silenzio.

Scopro invece che i tuoi progetti per me
non sono finiti

e quando le parole
ormai  vecchie
muoiono sulle mie labbra
nuove melodie nascono dal
cuore;
e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre

con tutte le sue meraviglie.

 


-Da Gitanjali –

Rabindranath Tagore

 



 

domenica 26 dicembre 2010


Le cose che pensano...





 



E così un altro Natale è archiviato. Il mio 60° Natale, ad essere pedanti.
Come lo ricorderò? Bene, in un certo senso. Sono stato bene assieme alle persone cui voglio bene, ho mangiato... bene...ma tanto. Chetteodicaffà.
Ma anche un po' strano.
Eì piovuto tanto. Piove da giorni. Anzi, piove dai primi di novembre, sembra che piova dall'inizio dei Tempi.
E poi c'è questa paura ed insieme questa voglia di cambiamento.
Ma cosa si può cambiare, alla mia età?
Ho ricevuto dei regali, altri me ne sono fatti da solo. niente di che, piccole cose ma ne sono contento.
Il nuovo libro di Alberto Angela, lo desideravo ( ma avendo letto il primo capitolo ci ho trovato gravi inesattezze numismatiche, sono ancora più pedante sulla numismatica, io).
Un altro libro " il Suggeritore" di un certo D. Carrisi. Mia figlia dice che è un best seller. Vedremo.
Un paio di scarponi antinfortunistica. Oddio, ce li avevo ma questi sono davvero ben fatti, con addirittura lo sgancio rapido se si rimane impicciati, come quello degli sci. Aho' mica pizza e fichi.
Poi, vabbeh, vari cesti, liquori, casse di vini, da parte delle ditte con cui ho relazioni di lavoro. Di cesti me ne sono tenuto uno, gli altri li ho a mia volta regalati, altrimenti chi li smaltisce?
Infine una catenina d'acciaio con un ciondolo a forma di rosa dei venti. Dice che c'è un messaggio e che comunque mi porterà tanta, tanta fortuna. E' davvero molto bello, né grosso né piccolo, fatto di tre strati assemblati insieme.
Al messaggio ci ho rinunciato, non importa. Alla fortuna no, eh. Allora stasera l'ho indossato. E mi sento sereno.
La serenità, non è già una fortuna?
Riguardo alla canzone...che c'entra col post? Boh, m'è venuta così. Questa canzone ogni tanto mi riecheggia nella mente.

 







 

giovedì 23 dicembre 2010


Come si cambia...
 



Da un po' di tempo provo assai poco interesse per Facebook e così mi ci affaccio di rado. D'altro canto con il mio vero nome avevo raggiunto quasi 400 contatti e mi restava un po' difficile gestirli tutti. Al punto che poi mi sono cancellato e reiscritto come Amos C. Farmer ( dopodiché ho scoperto che c'è un vero Amos Farmer su FB, eccheccavolo!)
Ad ogni modo come Amos ho davvero pochi contatti e questo credo sia un bene. Così stasera cercando per gioco a caso in FB ho trovato che esiste un Gruppo Reduci del Liceo Classico Amedeo di Savoia di Tivoli. Apperò, "reduci" hehehe.
Mi ci sono iscritto ed ho visto che si potevano caricare le foto. Ho cercato se ne avessi nel pc e ne ho trovata una. Altre ne ho ma sarebbero da scannerizzare, lo farò avendo tempo.
Veramente quando è stata fatta questa foto non eravamo più al Liceo. Era il giorno del mio 21° compleanno ( importante perché allora si diventava maggiorenni a 21 anni) quindi erano già due anni che eravamo usciti dal glorioso Amedeo di Savoia, (dove ha studiato anche Fermi, eh!)
Però comunque eravamo tutti e quattro dello stesso Liceo e dello stesso anno. Solo che Maria Pia, la prima a sinistra era nella sezione C, gli altri nella B.
Eccoci qui


 






io, ovviamente, sono ( ero ) quello dietro ai panini;)
Guardando questa foto stavo riflettendo sul fatto che oggi c'è stata la manifestazione studentesca. Si può essere pro o contro la riforma ( io sono contro perché assieme ad alcune cose che trovo giuste contiene tagli inaccettabili per il diritto allo studio ) ma una cosa è certa: oggi esiste un collegamento davvero labile tra scuola e lavoro. Ai miei tempi era sì faticoso studiare ma se ti laureavi poi avevi quasi la certezza matematica di trovare un buon lavoro. Le due ragazze ( 'na vòta) sono medici e dirigenti della Asl, Alberto è professore alle superiori, io pure non me la sono passata male: a 32 anni dirigente, a 54 dirigente generale.
Questi giovani che vediamo esprimere a volte maldestramente il loro disagio ( e per di più inascoltati perché Mariastar dice che non c'è bisogno di riceverli mentre altri addirittura li criminalizzano ) non hanno la stessa certezza. Anzi hanno  quella opposta e cioè che gli anni trascorsi a sudare sui libri non gli serviranno quasi a niente.
E questa è una cosa orribile, su cui la politica dovrebbe riflettere un giorno sì e l'altro pure...

 



 



martedì 21 dicembre 2010


Au revoir

E’ solo un altro graffio durante la mia vita
certo fa male all’anima ma l’anima è infinita.
Chissà perché  una donna va sempre  via piangendo
le scelte sono scelte,  non puoi avere il mondo.
Domani e poi domani ti penserò lontana
lontana come prima di questa breve storia.
Ripenserò i tuoi baci con tanta tenerezza
e quando mi chiedevi ancora una carezza.
Ancora la tua voce risuona nella mente
ancora il tuo sorriso lo penso dolcemente.
Promesse non ne hai fatte ed io non ho giurato
per questo mi piacevi nel tempo  che è passato.
Adesso ancor mi piaci però non sei più mia
hai chiuso quella porta e  segui la tua via.
E metto il tuo bel viso che mai mi parve stanco
 nel posto dei ricordi più dolci della vita
di quelli tra i più belli, dei giorni luminosi,
segnati ora e sempre da un sassolino bianco.

Amos C. Farmer

 
  



 



lunedì 20 dicembre 2010


Feliz Navidad




 



 




 


 

Mi porto avanti con gli auguri. A Natale mancano ancora 5 giorni ma io mi avvantaggio, per sicurezza. Devo dire che non mi sento esattamente di avere uno spirito natalizio. Non so. Forse sono un ingrato con la vita che mi ha dato tanto eppure sono di malumore, da alcuni giorni. Spero che mi passi presto, non è da me.
E quindi gli auguri ve li faccio, sì, di cuore, augurandovi ogni bene e di passare le Feste in armonia con voi stessi e con le persone che amate e che vi amano ma...
Ma ve li faccio postando due poesie che con il Natale religioso hanno poco a che fare.
La prima è questa, dissacrante ma veritiera di Giuseppe Gioachino Belli
*
La viggija de Natale

Ustacchio, la viggija de Natale
tu mmettete de guardia sur portone
de quarche mmonziggnore o ccardinale,
e vvederai entrà sta priscissione.

Mo entra una cassetta de torrone,
mo entra un barilozzo de caviale,
mo er porco, mo er pollastro, mo er cappone,
e mmo er fiasco de vino padronale.

Poi entra er gallinaccio, poi l’abbacchio,
l’oliva dorce, er pesce de Fojjano,
l’ojjo, er tonno, e l’inguilla de Comacchio.

Inzomma, inzino a nnotte, a mmano a mmano,
tu llí tt’accorgerai, padron Ustacchio,
cuant’è ddivoto er popolo romano.

La seconda è questa


Tibullo



Corpus Tibullianum - Libro II, II, 2



Dicamus bona verba: venit Natalis ad aras;
quisquis ades, lingua, vir mulierque, fave.
Urantur pia tura focis, urantur odores
quos tener e terra divite mittit Arabes.
Ipse suos Genius adsit visurus honores,
cui decorent sanctas mollia serta comas.
Illius puro destillent tempora nardo
atque satur libo sit madeatque mero;
adnuat et, Cornute, tibi, quodcumque rogabis.
En age, quid cessas? Adnuit ille: roga.
Auguror, uxoris fidos optabis amores
- iam reor hoc ipsos edidicisse deos -
nec tibi malueris, totum quaecumque per orbem
fortis arat valido rusticus arva bove,
nec tibi, gemmarum quidquid felicibus Indis
nascitur, Eoi qua maris unda rubet.
Vota cadunt: utinam strepitantibus advolet alis
flavaque coniugio vincula portet Amor,
vincula quae maneant semper, dum tarda senectus
inducat rugas inficiatque comas.
Hic veniat Natalis avis prolemque ministret,
ludat et ante tuos turba novella pedes.
*
E' molto bella anch'essa ed è significativa del fatto che il Natale in realtà esisteva già da secoli prima di Cristo, era la festa del Sole e che i cristiani se ne sono solo appropriati, mettendo Gesù al posto del Sole. Poco male, a dire il vero. A me il precetto evangelico piace e cerco di seguirlo, fin dove posso. Ma certo non si può dire che la Chiesa nei secoli l'abbia usato sempre a fin di bene, come testimonia il Belli.
Che altro dire?
Vi voglio bene, o voi pochi che leggete, voletevi bene anche voi.
Alfonso
Ah, aggiungo una fotina un po' nostalgica

da sx: nonna Ida, Franca, Marisa, Deves, Alfonso

 


  



 
* la s 




 

domenica 19 dicembre 2010


A day in the life






 



Proprio non mi veniva di dormire, stanotte. Allora non ho dormito. Ho guardato un film sulla tv tedesca. Io il tedesco non lo capisco ma il film si capiva. Dopo un po' ci ho preso gusto e le parole non le sentivo più.
Ogni tanto mi affacciavo sul web. Sembra incredibile ma anche alle 5 di mattina c'è qualcuno che ha voglia di parlare. Magari un parlare disgiunto dall'ascolto ma c'è.
Sono andato in campagna prima dell'alba. Prima ancora dei cacciatori che infatti hanno cominciato a sparare solo mezz'ora dopo ai rari tordi che spollavano dalla riserva di Poggio Cesi. Quante volte l'ho fatto...agguati intirizziti con quel pezzo d'acciaio e legno freddo più del ghiaccio in mano. Allora i tordi c'erano in abbondanza e non ne salvavo uno. A volte prima dell'uscita dei tordi dal bosco la beccaccia, animale notturno faceva la strada inversa, per rintanarsi col favore del buio. Ma se stavi attento la vedevi, sullo sfondo delle stelle. E allora, peggio per lei. Ma a me non piaceva prendere le beccacce a quel modo, preferivo che me le levasse il cane, cercando pazientemente nella boscaglia.
Ho tagliato sei alberi. Uno un po' più alto degli altri, poco è mancato che mi si abbattesse sulla macchina, come nei filmati strani che si vedono su you tube.
Poi sono andato al mio casale, ho scaricato la legna e mi sono messo a depezzarla. Però è venuto a piovere allora mi sono chiuso in casa, ho acceso il gruppo elettrogeno, la stufa  legna, una stufa a gas. Il termometro segnava 2°.
Piano piano in 3 ore è arrivata a 12° mentre facevo le pulizie e guardavo la tv come una brava massaia. La prova è stata soddisfacente, confido che mercoledì quando saremo una venticinquina di persone con acceso  il camino, il forno, la stufa a legna, 2 stufe a gas ed una stufa elettrica al bagno tutti gli ambienti si scaldino a sufficienza. Poi, aho, se sentono freddo ancora ho una sessantina di litri di vino, non so quanti liquori e la grappa di Nicolae;)
A sera sono andato a comprare tovaglie di natale e piatti rossi. Eh, ci vogliono, no?.
E adesso sono qui, morto di sonno. Quindi faccio un bel bagno e mi rincantuccio a letto. Stanotte, dormirò.
E chi s'è visto s'è visto.

 


E così sia
 







Sarà un giorno senza vento


Guarderò dalla tua parte
Non ti sveglierò se dormi ancora


Prenderò le mie valigie
Le mie armoniche i miei libri
E punterò in un’altra direzione



Quello che ti lascio
È il tempo speso bene insieme


E un sogno consumato forse


Troppo in fretta
Quello che è stato è già finito
Nasce dai tramonti dell’inverno
L’alba della primavera



Quando il vento avrà già spinto
La tua vela dietro l’orizzonte


Sfoglierai ridendo la mia rosa
Dietro le tue spalle


La barriera di corallo


Avrà perduto il senso
Della sua esistenza

 


Quello che volevo me l’hai dato


Tu chiedevi ed hai trovato
La risposta che aspettavi
Quello che ci resta
Non è solo un alibi del tempo
Non è solo un’ eco
Nella sera


M. Locasciulli




 

giovedì 16 dicembre 2010


A...

on the folly and the wisdom ))))

 







 



 



Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.

Pablo Neruda 



 



     




  
   

lunedì 15 novembre 2010


La sera, le stagioni e la vita.





 



Il crepuscolo lento di novembre
 



esalta il rosso delle foglie,
 



allunga le ombre serotine,
 



porta  quiete nella vigna silente.
 



Voli alti di corvi ai ripari lontani:
 



ogni tanto un richiamo tra loro.
 



Il pettirosso si agita intorno all'olivo

tra poco dormirà anche lui.

Le canne nell'orto ormai secco

attendono solo d'essere tolte,

un ciliegio fiorito in novembre

mi dice che ha finito i suoi giorni.

Mi piace questo momento sereno

ricorda quanto è bello l'autunno

ricorda di voci care e lontane

ascoltate all'ombra degli alberi.

La primavera è trascorsa veloce

lasciando un profumo di fiori

l'estate ha rincorso i suoi giorni

lasciando una messe di frutti.

E l'autunno presente ai miei occhi

 



mi dona passando il suo sereno.

Verrà l'inverno, che venga, l'amerò,

come ho amato le altre stagioni.

Amos




 

lunedì 8 novembre 2010


Etiam periere ruinae
 (Lucano, Fars., IX , 969)


 



Mi ha fatto davvero orrore apprendere del crollo dell'edificio dei gladiatori a Pompei.
E questo non tanto per la mia personale passione per la storia e l'archeologia, non tanto perché ho studiato in un corso della Normale Superiore di Pisa con Giovanni Piero Guzzo che è stato sovrintendente di Pompei ( Ironia della sorte, il Corso verteva su Archeologia e Sviluppo) ma soprattutto perché questo crollo lo vedo come una calzante e tremenda metafora di quello che sta succedendo, adesso, in Italia.
Noi non abbiamo petrolio, non abbiamo oro, non abbiamo diamanti ed altri minerali o metalli preziosi. Sul piano della tecnologia siamo rimasti indietro, su quello della produzione industriale siamo destinati a cedere davanti alle spregiudicate "tigri orientali". Di cosa camperemo per il tempo che verrà? Abbiamo soltanto le due cose per cui siamo famosi al mondo: i Beni Culturali ed il cosidetto " Genio Italico": la creatività, l'inventiva, l'arte. Pompei, Ercolano, S. Pietro, la Torre di Pisa, Villa D'Este, il Colosseo.........sono una motitudine, sono inimitabili e sono nostri capolavori, nostro Patrimonio.
E ne stiamo facendo strame, compromettendo il nostro presente ed il futuro dei nostri figli.
Poco fa ho visto al TG una intervista ad Erri De Luca, il quale, semplicemente, ha detto: "Riseppelliamo Pompei sotto uno strato di cenere e lapilli, nella speranza di tramandarla ad una generazione migliore di noi, capace di custodirla e valorizzarla".
Parole sante, che mi sento di sottoscrivere una per una.
In Italia però si tagliano i fondi per la Cultura, si tagliano i fondi per la Scuola e la Ricerca. E poi il ministro, bontà sua, va in Parlamento e dice " io non c'entro". E se non c'entri, che cazzo ci stai a fare su quella poltrona?"
Quando ero un giovane ufficiale, nel 76/77 uno dei compiti che avevo era quello di fare visita, tutti i martedì, ai soldati del mio battaglione ricoverati all'ospedale militare del Celio. Il mio comandante ci teneva particolarmente ed era un compito cui assolvevo volentieri. Portavo loro dei biscotti, delle penne, delle cartoline, li aiutavo anche a scrivere alle famiglie. Mi piaceva.
Fu così che un giorno per quei corridoi conobbi un vecchietto piccolo e apparentemente malandato. Si chiamava Herbert Kappler ed era il boia delle Fosse Ardeatine che scontava lì la sua condanna a vita.
L'ultima volta che lo vidi fu nel luglio 1977, poi mi congedai, tornai alla vita civile ed al mio lavoro al Comune.
Il mese successivo Kappler fuggì, aiutato dalla moglie, un donnone immenso che verosimilmente lo portò fuori nascondendolo dentro una valigia.
Il ministro della Difesa allora era Vito Lattanzio, un democristiano pugliese.
Era forse compito del ministro Lattanzio fare la guardia a Kappler? No di certo.
Eppure Vito Lattanzio, appresa la notizia ( che ci rese ridicoli al mondo, proprio come il bunga bunga ed il crollo di Pompei ) si dimise, subito, dopo soltanto poche ore.
Bondi naturalmente non si dimetterà, non ci pensa neppure.
Ma forse su Pompei ci scriverà una serafica poesia.
Alla faccia!

 








Così quelli che verranno nemmeno sapranno più che cazzarola è Pompei e amen.

giovedì 4 novembre 2010


IV XI MCMLXV
Sonetto per il compleanno di un'amica



 







 All’inizio del giorno ti levi precisa
la giornata lo sai, sarà lunga, pesante.
Bello il pensier che ti rende ridente:
all’idea di tornare sarà lieve l’attesa.
 

E la città  traversi con aria decisa
la guardi svegliarsi dal sonno recente
e incroci gli sguardi d’un mondo di gente.
nel viaggio ti piace guardare ogni cosa.
 

Attendi serena al consueto lavoro,
un giorno che passa scrivendo veloce
gettando lo sguardo ogni tanto su noi:
 

una parola ce l’hai, la più bella che puoi,
ridendo se è bello quel che uno ti dice
in punta di penna volando il pensiero.

Amos C. Farmer



 



 



 
 

domenica 31 ottobre 2010


 splinder





 



Ormai sono tanti anni che frequento questo mondo virtuale. C'è bisogno di dire che mi piace? No, ça va sans dire...
Eppure spesso mi capita di interrogarmi ( o di essere interrogato ) sulla valenza e sulla solidità di questi rapporti splinderiani. Quanto possono legare le parole?
Le parole scritte non hanno odore o profumo, non hanno il calore o la freschezza di una mano, non hanno il piacere di un sorriso, non hanno il suono -armonioso o sgradevole- di una voce.
Hanno però a volte una forza evocatrice più forte di mille sensazioni, tale da indurti dentro sentimenti, desideri ma anche paure e ripensamenti e...fughe.
A volte ti accorgi che suscitano pensieri e curiosità e impulsi, persino. Che nemmeno immagineresti. E' un mezzo potente questo. Supera le distanze, supera gli orari, supera le porte chiuse delle case, supera gli schemi, le convenzioni e le convenienze, supera...il sentire comune.
E ti può portare in alto e ti può portare lontano, ti può portare nel sublime oppure...nel ridicolo, chissà.


 




 

giovedì 21 ottobre 2010


XX-X
 



 






 Se ritorni...

con il dito disegni arabeschi
 sulle mie labbra dischiuse a stupore:
i capelli splendenti di neri riflessi
hanno acceso la mia meraviglia.
Mi guardi e  sorridi scherzosa  
e poi  parli sfidando il mio sguardo:
“ non dirmi che m’ami, bugiardo,
dimmi sol che ti piace il mio dono ”.
Non ti dico che t’amo, tranquilla,
se mi piace il tuo dono, fanciulla,
puoi vederlo e toccarlo da sola.
Puoi capirlo sentendo i miei baci,
e le mani che ti frugano tutta,
il sorriso che adesso m'induci
ed i brividi lenti che dolci mi dai.
Dell’eterno giocare d’amore
tu conosci ogni regola d’oro
e ti affretti se io sono lento
e rallenti se vedi che corro
poi mi porti felice sull’onda
che si frange in un gorgo gioioso.
Mi accarezzi infine inebriato
riposandoti, piccola dea,
tra le braccia di un gigante placato.
E poi vai, col tuo filo di trucco,
col sorriso di chi è stato bene.
“Ti chiamo stasera, dal treno…
perché non mi chiedi se torno?”


Amos Farmer

 

domenica 17 ottobre 2010


Sarah

 



Forse è perché di queste cose  mi occupo professionalmente. Forse perché era sin troppo facile essere profeti ma io l'avevo detto da subito ( e scritto su FB e sui blog) che la verità di Michele Misseri era quantomeno incompleta.
Adesso emerge purtroppo un'altra verità, più calzante e sembra quella risolutiva, almeno dal punto di vista delle dinamiche di quei pochi tragici minuti in cui Sarah è stata uccisa.
Tuttavia temo che non sia ancora "tutta" la verità. Se davvero come sembra padre e figlia erano complici allora deve esserci un legante di complicità ancor più forte di quello " di mantenere il buon nome della famiglia". Più forte e, anch'esso, miserevolmente tragico.

mercoledì 13 ottobre 2010

 





 
 



“ALLA RISCOPERTA DELLE ARTI E DEI MESTIERI”
e
 “LAVORO E SICUREZZA, WORK ON SAFETY”

16/17
e
23/24
ottobre 2010


Città di
GUIDONIA MONTECELIO
Assessorato alle Politiche Sociali, Sanità, Sport 

 
 
Contesto e motivazioni dell’Azione


 
“Lavoro e Sicurezza Work on Safety”



Il fenomeno delle malattie professionali e degli infortuni, anche mortali, sul lavoro non accenna a diminuire e può pertanto considerarsi un problema sociale oltreché nazionale. Porre rimedio a questo problema significa necessariamente cercare di capirne le ragioni nei suoi aspetti scientifici, sociali ed istituzionali.
Con l’emanazione del D.Lgs. n. 81/08 è stato avviato un complicato processo di adeguamento agli standard europei in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro e nel contempo sono state definite nuove relazioni sindacali ed aziendali inerenti sia alla salute e alla sicurezza che l’organizzazione del lavoro.
Diversi sono i soggetti coinvolti nell’articolata problematica che deve mettere d’accordo le condizioni di lavoro, l’organizzazione della produzione e la competitività di mercato.
Nella fase di applicazione del D.Lgs. 81/08, la principale attività a cui si sono dedicati i soggetti coinvolti è stata quella di informazione sulla nuova normativa e di formazione delle nuove figure previste, in particolare i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ed il medico competente. 

 

 



“Alla Riscoperta Delle Arti E Dei Mestieri”

Il grande patrimonio della tradizione culinaria e artigiana della città. Riscoperto e riproposto alla popolazione, mediante esposizione di stand gastronomici che offrono la possibilità di gustare le antiche ricette, nonché stand che raccolgono le antiche arti dell’artigianato. 
 


 


Obiettivi dell’Azione
 
“Lavoro e Sicurezza Work on Safety”

 


Informazione e divulgazione dello stato giuridico e degli aspetti tecnici delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro, sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni al problema. Coinvolgimento, attivo, mediante dimostrazioni pratiche di manovre e tecniche di primo soccorso, e mostre interattive.
 

 “Alla Riscoperta Delle Arti E Dei Mestieri”
Coinvolgere attivamente, immergere la popolazione in un mondo ormai lontano da ritmi e contesti moderni. Per i giovani esplorare, assaggiare, toccare con mano, luoghi, sapori ed oggetti lontani nel tempo, diversi che affondano le radici nelle tradizioni della città.
 
 

 


Descrizione sintetica dell’Azione
 

Il progetto “Alla Riscoperta Delle Arti E Dei Mestieri” si svolgerà nelle giornate 16-17 ottobre 2010 presso Piazzale Caduti di Nassirya e vedrà l’esposizione, all’interno della Tensostruttura principale e dei gazebo, di manufatti artigiani realizzati con criteri e sapienza tradizionali. Spazio sarà lasciato ad una competizione culinaria che vedrà la partecipazione di associazioni e persone del territorio che faranno assaggiare pietanze e dolci tipici della tradizione locale.  



Il progetto “Lavoro e Sicurezza Work on Safety” si svolgerà nelle giornate 23-24 ottobre 2010, si articolerà in due giornate e vedrà il suo momento scientifico di maggior rilievo nella conferenza aperta alla popolazione ed agli addetti ai lavori del territorio, tenuta da esperti del settore individuati dal Comitato Scientifico. Contestualmente allo spazio al coperto sarà presente una zona espositiva all’aperto dedicata alle imprese del settore impegnate sul territorio guidoniano e del quadrante Nord-Est della provincia romana. Si aggiungeranno inoltre dimostrazioni di primo soccorso e di interventi di emergenza in situazioni di pericolo tenute da associazioni qualificate. Si esporrà una mostra sulla tragedia della Thyssenkrupp e filmati inerenti alla casistica degli infortuni sul lavoro. Sportelli informativi saranno a disposizione della popolazione per rispondere a domande di attualità inerenti la normativa, il diritto e la sanità.
La manifestazione sarà dunque punto di incontro tra il sapere professionale di alto livello, troppo spesso chiuso nelle aule universitarie, ed i bisogni di conoscenza della popolazione, unendo un momento prettamente scientifico a dimostrazioni sul campo e diffusione di materiale informativo.
La realizzazione di un portale internet, aggiornato durante tutta la durata dell’evento permetterà di dare più ampio respiro all’evento e di rappresentare un portale informativo facilmente raggiungibile. Raccoglierà e pubblicherà gli atti del congresso, le pubblicazioni, le foto ed i filmati di tutto l’evento. Le due Giornate Scientifiche prevedono 3 moduli inerenti a 3 argomenti selezionati dal Consiglio Scientifico che verranno affrontati durante i lavori in aula, con l’obiettivo di fornire a ciascun discente un metodo di approccio e valutazione in situazioni reali.
 
 
 
 
Modulo 1: Basi di legislazione inerenti al codice del lavoro. Indicazioni ed orientamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Modulo 2: Rapporto lavoratore – datore di lavoro. Attuazione delle norme vigenti. Diritti ed Obblighi delle parti in causa.
Modulo 3: Patologie di rilevanza sociale. Cenni di epidemiologia e trattamento medico degli infortuni. Tecniche di Primo Soccorso.
 
Le due giornate si articoleranno nel corso di una duplice sessione di lavoro (mattino - pomeriggio), con attuazione in entrambe le giornate di una serie di tavole rotonde tenute da esperti del settore che si renderanno moderatori di temi inerenti ai vari aspetti del mondo del lavoro previsti nei tre moduli:

 




  • Aspetti legislativi


  • Aspetti sanitario-epidemiologici e patologie associate


  • Aspetti sindacali


  • Aspetti storici della regolamentazione nazionale


  • Il mondo del sommerso


  • Il punto di vista degli imprenditori


  • Aspetti tecnici di attuazione dei presidi


  • Doveri generali dei lavoratori e dei datori di lavoro



 
Con il termine esperti del settore si intende avvalersi della collaborazione esterna di figure istituzionali che quotidianamente per professione si confrontano con il mondo dell’occupazione.
Le persone individuate come docenti verranno proposte e sostenute da Curriculum Vitae.
 
 
Spazi e materiali
 
L’area individuata per lo svolgimento della manifestazione è quella di Piazza Caduti di Nassirya, (Pineta di Guidonia, adiacente a Via Roma), con il montaggio di una tensostruttura rimovibile coperta adibita a spazio conferenziale, con posti a sedere ad accesso libero.
Nella zona circostante, verranno dislocate ulteriori strutture rimovibili adibite a stand espositivi per associazioni attinenti al mondo del lavoro e della sicurezza, nonché aziende del territorio che si occupano di infortunistica sul lavoro con possibilità di far conoscere agli addetti del settore le potenzialità commerciali dell’area guidoniana.
 
 
Comunicazione
 
Alle giornate verranno inoltre invitate le maggiori testate giornalistiche regionali e locali, per dare risonanza al progetto. Tale esperienza educativa ed informativa, con carattere divulgativo, potrà essere la prima di annuali appuntamenti dedicati alle problematiche sociali che investono il nostro territorio.
Sarà realizzato un sito internet  con il materiale prodotto per, e dall’evento. Credendo nella rete come sicuro mezzo di comunicazione per i più, che darà alla manifestazione un carattere più ampio, valicando le ovvie limitazioni di un contesto cittadino e garantendo la possibilità di affacciarsi ed interfacciarsi con differenti e lontane realtà. 
 
 
 
 
 
 

 


 
 

 
 
 
 
 

venerdì 8 ottobre 2010


*XXVIII*
Melanconie perdute




Fogli di giornale
consunti, spazzati
dal vento
sulla spiaggia
senza sole.
Cronache banali
e qualche terza pagina
appena passabile.
Annunci, discorsi,
speranze perdute.
Spettacoli
che non fanno cassetta.
Così i miei ricordi
al cospetto del mare
della mente.

Amos Farmer
spiaggia di Pitchdark
ottobre 1978

 






 

domenica 3 ottobre 2010


Piccola cronaca dal nordest
( di Roma)




 



Alessia se n'è andata. E non aveva ancora 20 anni. Piccolo angelo venuto al mondo diversamente abile ma  così dolce.
Al funerale ho sentito qualcuno dire " forse è meglio così per i genitori, ne soffrivano  tanto". No. Chi conosce quel mondo sa che i genitori di un figlio disabile gli profondono abissi di amore, più di qualsiasi altro figlio. Il vuoto sarà ancora più grande.
*
Ho un raffreddore tremendo: mi sento stanco e svogliato ma allo stesso tempo sereno come non lo ero da anni. Questa settimana è stata davvero speciale.
*
Al Tg ancora rompono le scatole con la casa di Montecarlo. Di chi sarà veramente? Ma hanno provato a chiedere a Scaiola? Lui è sempre così distratto...
Io invece avrei un'altra domanda: la contessa Colleoni ha lasciato ad AN anche altri beni, di grande valore come una casa ai Parioli, possedimenti a Monterotondo ecc...chi ce li ha adesso?
*
La barzelletta di pessimo gusto su Rosi Bindi è vecchia come il cucco e davvero girava già dall'anno scorso. Ma cosa cambia? Un politico dovrebbe starci attento a non scivolare su queste cose. Singolare la difesa di Berlusconi da parte di mons. Fisichella. Abbiamo scoperto che bestemmiare dio in pvt, si può...Contento lui...
*
L'attentato al direttore di Libero, Belpietro.
Mah, mi è sembrato subito così strano e l'ho scritto in un commento su FB. Dalla descrizione e da come si è comportato sembrava un coglione imbranato ( che travestimento è mettere una camicia della GdF sopra i pantaloni di una tutta da ginnastica? E poi, un killer con una pistola che fa cilecca? Mavalà!)
Da come è scomparso invece...tanto di cappello. Nemmeno Diabolik. Non l'ha visto l'altro agente che era davanti al portone, non l'hanno visto quelli che si sono affacciati alle scale ed alle finestre...non l'hanno visto nemmeno le telecamere che sorvegliano tutti i lati del palazzo. Sulle registrazioni, non c'è! Nessuno ha visto niente, esattamente come nell'identico attentato che lo stesso agente sventò 15 anni fa al giudice D'Ambrosio e che, nonostante qualche dubbio gli valse una promozione...


 

lunedì 20 settembre 2010


XX

settembre



Deves



Carpent tua poma nepotes
Virgilio


Oggi è una festa importante per la nostra Nazione ( almeno fino a quando resterà unita ).

 



140 anni fa in questa data i Bersaglieri fecero breccia nelle Mura Aureliane a Porta Pia e posero fine al potere temporale dei Papi. L'Italia riebbe così la sua Capitale naturale anche se effettivamente passarono ancora un po' di anni durante i quali la Capitale fu Firenze.
Ma nel mio piccolo non posso dimenticare che oggi sarebbe anche il compleanno di papà, se fosse ancora in vita.
Ed infatti era nato il 20 settembre 1922.
A lui va il mio pensiero, lo stesso che io e mia sorella abbiamo scritto sul bigliettino che gli mettemo in tasca quando l'abbiamo seppellito.

 



Grazie

lunedì 6 settembre 2010


LX- Vincenzo





 



Ha telefonato Pierina.
Di solito lei telefona per cose carine. Negli anni si è assunta il ruolo di leader della classe 1950. Organizza le cene, le gite, mantiene i contatti, ci rcconta le cose più salienti. Mi piace questa sua sollecitudine e la sento sempre volentieri.
Stavolta no.
" Senti, è morto Vincenzo..."
" Ma come, Vincenzo, no, dai."
" Ti dico dì sì, purtroppo".
Nemmeno mi ricordo quel che ci siamo detti poi eppure è stato poco fa. Mi ero già perso dietro ai ricordi della fanciullezza. Vincenzo, che tartagliava se non sapeva la lezione, che era sempre curioso di tutto, che non aveva paura di niente.
Facevamo un gioco alle medie. Di giorno ci infilavamo di soppiatto nel grande giardino abbandonato dei Sinibaldi, che copriva gran parte della collina sul versante che guarda Roma. A metà del giardino c'era una profonda caverna, Al lume di una candela arrivavamo fin dove si poteva camminare, decine e decine di metri nel ventre della terra. Poi mettevamo alcuni spiccioli ciascuno e seppellivamo il gruzzoletto raccolto.
Il gioco poi avveniva la sera. Si tirava a sorte. Chi veniva estratto ed aveva coraggio doveva, da solo, saltare il muro, traversare il giardino, scendere nella grotta e prendersi i soldi.
Lo facemmo tre volte ma tutti quelli tirati a sorte si tirarono indietro. Meno che lui. In mezzora andava e tornava coi soldi.
" Hai avuto paura?"
" Maddeché, voi mettete i soldi che io ci vado mille volte"
Ovviamente lasciammo perdere. Ma lui era così. Sicché non mi meravigliai quando se ne andò a fare il poliziotto per parecchi anni e nemmeno quando, congedatosi, andò ad impiantare una azienda agricola in Brasile.
Lui, era così.
Pochi anni fa era tornato al paese a vivere coi genitori, con una compagna brasiliana ed un bambino piccolo. Ultimamente però l'avevo visto cambiato, si era come rimpicciolito, camminava con le stampelle, lui, che era sempre stato così atletico.
Alle mie domande fu evasivo, mi disse che era caduto ed io non insistetti per delicatezza ma evidentemente non si trattava di una caduta.
E adesso se ne è andato.
Ma di lui non ricorderò quando l'ho visto stanco e malato. Ricorderò un ragazzo forte e spavaldo, che non aveva paura di niente.
Addio, Vincenzo

domenica 5 settembre 2010


LXV



 







 



Jonathan Swift Somers



Quando vi sarete arricchiti l'anima 
il più possibile, 
con i libri, la riflessione, il dolore, la conoscenza degli uomini,
la capacità d'interpretare sguardi, silenzi, 
le pause nei grandi mutamenti,
il genio della divinazione e della profezia; 
sicché vi parrà a volte di tenere il mondo 
nel cavo della mano;
allora, se per l'affollarsi di tanti poteri 
entro il cerchio della vostra anima, 
l'anima prende fuoco, 
e nell'incendio dell'anima
il male del mondo è illuminato e reso intelligibile-
siate grati se in quell'ora di visione suprema 
la vita non v'inganna.


E.L. Masters
Antologia di Spoon River


 



Mi sono svegliato tardi, sono sceso in cucina, ho preso un caffè e mi sono messo a cucinare! E mentre cucinavo tenevo la tv accesa su una trasmissione che di solito non guardo perché la conduttrice mi sta antipatica. Ma parlava di anziani ed allora, sai com'è...
Poi la rivelazione: " si definisce anziana una persona di oltre 65 anni". Ahhh, ma lo sai che lo sospettavo? hehehe
Ci sono ancora quasi cinque anni, prima di quel traguardo e se è vero, come mi ha detto un amico, che ognuno ne vale 3...hai voglia. Evvai, d'ora in poi, tutta vita!

sabato 28 agosto 2010






Abriendo puertas




 



Como después de la noche brilla una nueva mañana
así también en tu llanto hay una luz de esperanza



Como después de la lluvia llega de nuevo la calma
el año nuevo te espera con alegrías en el alma



Y vamos abriendo puertas y vamos cerrando heridas
porque en el año que llega vamos a vivir la vida
Y vamos abriendo puertas y vamos cerrando heridas
Pasito a paso en la senda vamos a hallar la salida



Como al salir de la tierra vuelve a cantar la cigarra
así es el canto que llevan las notas de mi guitarra



Como a través de la selva se van abriendo caminos
así también en la vida se va labrando el destino



Y vamos abriendo puertas y vamos cerrando heridas
porque en el año que llega vamos a vivir la vida
Y vamos abriendo puertas y vamos cerrando heridas
Pasito a paso en la senda vamos a hallar la salida



Abriendo puertas, cerrando heridas
Que en la vida hay tanto por hacer
deja tu llanto y echa pa'lante con fé
Abriendo puertas, cerrando heridas
Yo te lo digo de corazón
Que el año nuevo será mucho mejor



Abriendo puertas, cerrando heridas
No existen barreras para ti
Si te propones serás feliz, muy feliz
Abriendo puertas, cerrando heridas
Que el fracaso es puro invento
Ya no me vengas con ese cuento, no, no



(Gloria Estefan)
 

lunedì 23 agosto 2010


XLIV
fantasia d'estate


 



 







 




Della tua ava cinese
certo non prendesti l'altezza.
E non gli occhi, che son belli e grandi.
Ma forse era dolce e saggia,
come te, bellezza.
^
A. Farmer


 

lunedì 31 maggio 2010


 







*
 Lontano...

Lontano è passarsi vicini,
senza dire parola.
Lontano è desiderio di scordare
la tua voce, il tuo sapore.
Lontano è sapere che
ci sono non detti 
e non aver voglia di dire.
Lontano è un treno
che non prenderò.
Lontano è  il tuo sorriso,
che non scorderò.
A.C.F.


 



 




 

giovedì 27 maggio 2010



Amico fragile
*




*
 



Ho messo una canzone malinconica ( e stupenda, anche per l'esecuzione ) ma non perché sia malinconico, no. Però oggi una persona, con una mail mi ha chiesto conto della malinconia che, a suo dire, traspare da alcuni miei post.
Allora, le cose stanno così: io amo la mia malinconia  E se mi occorre la tiro fuori, la lucido, la coccolo un po', mi ci rimpannuccio ( si dice così? ) e poi, semplicemente, la ripongo, nel profondo dell'animo. E sta lì e riemerge solo...quando lo dico io!
Credo sia un bene, ogni tanto un po' di malinconia. Diamine, mica si può essere sempre tesi o sempre allegri o sempre incazzati ( questo, sarebbe di gran lunga il peggio ). No, diciamo che ci vuole di tutto un po'.
Un po' di questo, un po' di quello, un po' di malinconia. Ma poca poca, giusto quanto basta per dire " beh, che vogliamo fare? guarda fuori e intorno a te, c'è la vita, c'è il sorriso e annamo, no?".
Mi sento bene, stasera ( veramente è da ier sera ma ier sera ero stanchissimo ). Oggi ho fatto tutto quel che dovevo fare ed in più ho fatto tutto quel che VOLEVO fare. Mica pizza e fichi, sono rare le giornate così.
E allora, Fabrizio, canta pure! :)


 

domenica 23 maggio 2010



della campagna, di antichi cocci e dei cambiamenti



La primavera è quasi finita ma quest'anno non si direbbe: va e viene come se fosse indecisa  se portare il suo cambiamento. Ma in fondo essere diversa dalle altre primavere è di per sé un cambiamento. Quindi che importa, è pur sempre un'altra primavera...
E per me è la sessantesima ( o forse la sessantunesima? dovrei contarle, uhm..) e già so che porterà dei cambiamenti, sì.
Bisogna aver paura dei cambiamenti? Io dico di no, così come dico che non bisogna aver paura delle scelte e delle conseguenti, inevitabili, rinunce.
Let it be. Non si può aver tutto, come non si può avere qualcosa per sempre.
Stamane mi sono alzato tardi, poi sono andato in campagna a zappare i pomodori. Non è un lavoro per me, mi costa molta fatica e probabilmente non sono nemmeno bravo. Penso che se dovessi camparci morirei di fame. Però qualche volta lo faccio e quando l'ho fatto, come oggi pomeriggio, mi sento bene. Mentre zappavo ogni tanto venivano alla luce dei frammenti di ceramica romana: semplice terra sigillata, un'ansa in vernice nera, un pezzetto di aretino rosso splendente perché bagnato. Non una novità, è da quando ero piccolo che mi incuriosiscono ed una volta ci ho trovato persino un dupondio di Commodo.
Nel Piccolini si legge: Colle Pisciarello, villa rustica e frammenti figulini sul versante che guarda valle Jacolla.
Il padre di mio nonno comprò la piccola tenuta a metà dell'ottocento e ci costruì un casaletto, che adesso è quasi in rovina. Ma migliaia di anni prima c'era un'altra vita, altra gente, un'altra lingua...la verità è che la terra non appartiene a nessuno e semmai, siamo noi che apparteniamo alla terra, come coloro che furono sepolti dove io adesso pianto i pomodori e di cui ogni tanto riaffiorano frammenti minuscoli  del corredo funebre: pezzetti di lucerne, di olle, di patere, sminuzzati dal tempo e dalle arature.
Ogni tanto, invece, frugando nella cantina mi capitano tra le mani cose di mio padre e di mio zio. Un coltello da caccia, una vecchia roncola, un paio di occhiali. Zio aveva un anno e mezzo di più ma se ne sono andati insieme, a distanza di un mese, tredici anni fa. Si volevano davvero bene, si aiutavano sempre tra loro e non li ho mai visti discutere. A differenza dei loro avi non erano contadini ma dedicavano alla campagna quasi tutto il tempo libero, a parte la caccia, che piaceva ad entrambi.
Sabato scorso ho ritrovato il collare di Leo III , il mio ultimo setter. Era di taglia grossa, intelligente, bravissimo. Non falliva una puntata, non si perdeva una preda abbattuta nemmeno se fosse caduta in un roveto e se c'era una beccaccia sola in tutta la selva me la tirava fuori e me la faceva levare a portata di tiro.
Ricordando queste cose l'emozione, la commozione sono inevitabili ma poi riapri gli occhi e rimane soltanto il sorriso di un bel ricordo lontano. Si cambia. Si cambiano gli amici, si cambia il lavoro, si cambiano i compagni di strada, si cambiano i sentimenti. E non bisogna avere paura.
Allora, pensando a questo mi è venuta in mente una vecchia canzone di Jimmy Fontana.
Però ho preferito mettere la versione di Baglioni. In fondo, più o meno, ha la mia età.








 

venerdì 21 maggio 2010


Verso la libertà, 1° maggio 2009
dedica di una dedica


Stefania B.

in una foto di L. Rossi
dedicata a Saviano


Degli anni  fuggiti rimangon ricordi leggeri:
un volo di storni sui pini di Roma,
un passo veloce, un sorriso, la chioma
di una complice amica nei sogni  di ieri.

Mi piaceva guardare nei tuoi occhi severi
mi piaceva ascoltare talvolta la rima
che sapevi trovare in ciò che uno ama.
Ed amavo cercarti e sentire che c'eri.

Ti parlavo di lei e paziente ascoltavi
mi chiedevi di lei e parlavo e parlavo
e indulgente ridevi della mia debolezza

invitando a pensarla soltanto tenerezza
" allora-dicevo- allora, la chiamo?"
" E chiamala, cavolo!" e intanto, ridevi.


Amos C. Farmer











 

giovedì 20 maggio 2010


Tournesol
 









Sono stati tre giorni di primavera
però stasera è piovuto, un po'
ed io sono andato a cena...al mare.
Va tutto bene o forse no.
Dipende dai punti di vista,
da quando vedi il sole
oppure no. Dipende...
dove ti giri, tournesol.

 

lunedì 17 maggio 2010



Varia et alia et cetera
 



Ero in macchina stamane quando hanno dato la notizia dell'attentato ai nostri soldati e della morte di due di loro. E mi dispiace davvero tanto: due giovani vite stroncate, altri due ragazzi feriti, il dolore dei parenti.
Ma lì c'è la guerra, ci sono le armi e le armi uccidono e in guerra... si muore.
Io le armi le conosco, ci ho avuto dimestichezza sin da bambino. Avevo sei anni quando ho sparato la prima volta con un fucile da caccia e poi da allievo ufficiale per cinque mesi mi hanno insegnato ad usare  armi da guerra: pistole, fucili mitragliatori, carri armati, bombe a mano, mitragliatrici, cannoni. E per dieci mesi ancora ho insegnato a giovani reclute come si usano, come bisogna fare per uccidere e possibilmente evitare di essere uccisi.
So che cosa fanno le armi ed è per questo che odio la guerra, la detesto con tutto l'animo.
Domenica scorsa il mio Comune ha dedicato un parco ed un monumento alle vittime dell'attentato di Nassirija. E' stata un bella cerimonia, con poca retorica e molta commozione. Ma tant'è, a quanto pare ce ne saranno ancora perché siamo in guerra, anche noi, ancora.

 





A parte questi pensieri oggi è stata una bella giornata, senza pioggia ( stranamente ) e trascorsa piacevolmente con gli amici. Mi sono stancato un po' a cucinare ma ne è valsa la pena. E quando sono andati via mi sono seduto ed ho fumato un ottimo sigaro cubano mentre i gatti e  il dalmata dei miei vicini mangiavano gli avanzi. Peccato per le ciliegie. Sono riuscito a coglierne mezzo secchio ma erano quasi tutte gonfie d'acqua, spaccate e sapevano d'acqua, appunto.
 




 



Quest'anno con l'abbonamento a L'Espresso mi hanno regalato due cd di De André, canzoni registrate con la PFM. Ovviamente le conoscevo già e ce le avevo ma mentre tornavo in macchina ho riscoltato questa, stranamente a volume alto. Giugno 73...avevo 23 anni. Accidenti come è lontano.
Allora, perché me lo ricordo così bene?


 






 

sabato 15 maggio 2010





 



Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.


Chanson de Zazie
dans une nuit de pluie
de printemps.


 







Tu fais la pluie, tu fais le beau temps
Tu es l'ombre et la lumière
Tu es le ciel et l'enfer

Tu fais la pluie, tu fais le beau temps
Tant que parfois je m'y perds
Entre l'amour et la guerre

Si je sors avec toi par tous les temps
Mon coeur dans tes mains est un cerf-volant
Qui subit sans savoir d'où vient le vent,
Vient le vent

Tu fais la pluie, tu fais le beau temps
Tu es l'ombre et la lumière
Tu es le ciel et l'enfer

Tu fais la pluie, tu fais le beau temps
Tant que parfois je m'y perds
Entre l'amour et la guerre

A savoir s'il me reste assez de courage
Pour braver la tempête de tes nuits d'orage
Mais l'amour n'est pas l'amour sans nuage, sans nuage

Fais-moi la pluie, fais-moi le beau temps
Fais-moi l'ombre et la lumière
Fais-moi l'amour et l'enfer

Fais-moi la pluie, fais-moi le beau temps
Fais-moi l'ombre et la lumière
Fais-moi l'amour et l'enfer