venerdì 21 novembre 2008

varia et alia


piccola cronaca di casa mia




Oggi è stata una giornata stupenda anche se stasera pioviggina un po'. Allora nel pomeriggio ho dato forfait al lavoro e dopo aver pranzato con un'amica psicologa me ne sono andato in campagna. Lunedì sono ripresi i lavori, il forno è finito da tre settimane ed è bellissimo, non vedo l'ora di adoperarlo;) Per adesso ho fatto solo il collaudo del tiraggio mettendo dentro dei giornali, una cassetta della frutta e un po' di palma d'olivo. Tira che è una meraviglia, non esce un filo di fumo e scalda che scalda, altroché. E' stato un fuoco di pochi minuti, di più non si poteva fare ma abbastanza per superare la prova. Tra una settimana lo accenderò di nuovo, ancora moderatamente. Poi prima di Natale dovrà cominciare a restituirmi in soddisfazioni tutti i soldi che mi è costato.



Natale...credo che ormai tutti abbiano capito che non sarà un Natale sereno, con la crisi che c'è. La cosa curiosa è che in genere quando c'è la crisi economica si è costretti a tirare la cinghia, a stare attenti ai consumi, a risparmiare. Invece sembra che in questo mondo globalizzato per uscire dalla crisi bisogna sostenere i consumi. Già ma come, a credito?Speriamo che il Governo dopo aver graziosamente abbuonato miliardi ai compratori di Alitalia si ricordi anche di tutte le famiglie che arrancano per tirare avanti e che probabilmente su un aereo non ci salgono mai.



Oggi c'è stata l'Assemblea dei Sindaci del Distretto socio sanitario di cui il mio Comune è capofila ed io  il responsabile ( con il validissimo aiuto del mio vice altrimenti non ce la farei ). E' andata bene perché hanno approvato sia l'andamento gestionale sia il nuovo Piano di Zona del Sociale. Uno degli Amministratori ( peraltro di un comune di centro destra mentre il mio è di centro sinistra ) ha detto che siamo considerati il miglior Distretto della Provincia, al che io ho pensato " marò, come saranno gli altri? " Inoltre mi hanno autorizzato ad assumere tre impiegati per rimpiazzare una dimissionaria e due a cui è scaduto il contratto e non posso riassumere perché la legge 133 mi vieta di prorogare assunzioni oltre i tre anni. Come dire " arrivederci e grazie, lo so che in tre anni sei diventata brava e saresti utilissima ma...vita mea mors tua, se ti assumo poi pago io -personalmente- e questo non me lo posso permettere".


E' andata anche male perché comunque si è dovuto prendere atto che i soldi sono sempre di meno ed i servizi sono sempre più costosi e quindi...meno soldi meno servizi ché senza soldi non si canta nemmeno la messa. Ho sentito ai TG che oggi l'ANCI, l'Associazione dei Comuni italiani, ha minacciato di non approvare i bilanci di previsione. E te credo, ancora stiamo aspettando il rimborso del mancato incasso dell'ICI sulle prime case. In più la Regione Lazio sta cercando di rientrare da un buco di 11 mld. Da un lato quindi ha istituito tickets su farmaci e prestazioni e sta chiudendo ospedali, dall'altro eroga i fondi ai comuni col contagocce, con ritardi anche di due anni ed i Servizi sociali si reggono principalmente coi fondi regionali...



Il  2009 sarà un anno assai difficile, avremo richieste di aiuto di ogni genere, dai semplici sussidi alla emergenza abitativa, agli sfratti. Aumenteranno i casi di abbandono scolastico e le crisi familiari dato che quando mancano i soldi ci si arrabbia di più, si perde la serenità e la forza di coesione. E' difficile non farsi coinvolgere emotivamente da tanti problemi. Hai voglia a dire " è solo lavoro " tanto lo sai che te lo porti anche dentro ed a casa.



Martedì abbiamo seppellito anche zio Nello. Al mattino ero di umor nero, mi era venuta una tristezza infinita, sull'onda dei ricordi. Però durante la funzione ascoltare le parole di don Antonio mi ha fatto veramente bene. Ha parlato con semplicità e con l'affetto che gli derivava dalla sua personale amicizia con zio. Lo ha preso anche un po' in giro scherzando sulla cura maniacale con cui aveva parcheggiato la macchina, due anni fa, sentendo di non essere più in condizioni di guidare. E' stato un bel discorso che ha aiutato tutti noi ad elaborare quello che nonostante gli 85 anni di zio è stato pur sempre un grave lutto. Finito il funerale sono andato a salutarlo in sacrestia. Mi ha detto " dovevo venire a trovarti per ringraziarti di quella cosa..." ed io " guarda che io sto qui per ringraziare te, amico mio ".


Al cimitero, poi,  prima di salutarci c'è stato anche modo di scherzare un po' sul fatto che in quella zona vicino alla chiesa si è ricreato il vicinato di una volta e che in fondo nella tomba ipogea dei bisnonni  abbiamo più posti di quanti siamo rimasti in vita. Che culo, neh! Direi però che per quest'anno dovrebbero essere finiti i funerali. Basta, abbiamo già dato!  I primi di gennaio invece nascerà un pronipote di zio. E' così che funziona, le foglie vecchie lasciano il posto alle nuove, lo diceva anche il Poeta : 



" οἵη περ φύλλων γενεὴ τοίη δὲ καὶ ἀνδρῶν. φύλλα τὰ μέν τ᾽ ἄνεμος χαμάδις χέει, ἄλλα δέ θ᾽ ὕλη τηλεθόωσα φύει, ἔαρος δ᾽ ἐπιγίγνεται ὥρη "


Omero Il. VI, 146.


"Come è la stirpe delle foglie, così è anche quella degli uomini. Le foglie, alcune il vento ne versa a terra, altre il bosco in rigoglio ne genera, quando giunge la stagione della primavera: così una stirpe di uomini nasce, un'altra s'estingue"




http://it.youtube.com/watch?v=CXHuwuwvjgM&feature=related


domenica 16 novembre 2008

Mannaggia a te!




Me lo ha detto stamane Nicolae che ti ha trovato morto sulla camionabile. Io ce lo sapevo che sarebbe successo. Sempre in giro, sempre a cercare nuove femmine o semplicemente per curiosità. Mannaggia a te, Costantino.


A quanto pare questo è l'anno degli addii, già. Ed allora addio anche a te, mio piccolo inaffidabile amico che non davi mai retta, che hai sempre fatto come ti pare, nella tua breve vita. Libera.


Mi mancherai, lo sai bene. Io non volevo affezionarmi a te ma è successo, accidenti e da oggi in poi mi mancherai. Ci sono i tuoi figli, in giro. Oggi è venuto Giorgio il rosso, il più ruffiano di tutti, così diverso da te. Ha girato per casa, ha annusato il camino, mi si è strusciato tra le gambe. Ma non è come te, non ti somiglia. L'ho cacciato via ma tornerà.




Ciao, gattaccio



FIDDLER JONES



The earth keeps some vibration going
There in your heart, and that is you.
And if the people find you can fiddle,
Why, fiddle you must, for all your life.
What do you see, a harvest of clover?
Or a meadow to walk through to the river?
The wind's in the corn; you rub your hands
For beeves hereafter ready for market;
Or else you hear the rustle of skirts.
Like the girls when dancing at Little Grove.
To Cooney Potter a pillar of dust
Or whirling leaves meant ruinous drouth;
They looked to me like Red-Head Sammy
Stepping it off, to Toor-a-Loor.
How could I till my forty acres
not to speak of getting more,
With a medley of horns, bassoons and piccolos
Stirred in my brain by crows and robins
And the creak of a wind-mill - only these?
And I never started to plow in my life
That some one did not stop in the road
And take me away to a dance or picnic.
I ended up with forty acres;
I ended up with a broken fiddle -
And a broken laugh, and a thousand memories,
And not a single regret.



La terra alimenta un fremito continuo 
nel tuo cuore, e quello sei tu. 
E se la gente vede che sai suonare, 
be', ti tocca suonare, per tutta la vita. 
Che vedi, una messe di trifoglio? 
O un prato tra te e il fiume? 
C'è vento nel granturco: ti freghi le mani 
per i manzi già pronti per il mercato; 
o ti giunge un fruscio di sottane 
come a Little Grove quando ballano le ragazze. 
Per Cooney Potter una colonna di polvere 
o un turbinio di foglie significavano rovinosa siccità; 
a me sembrava di vedere Red-Head Sammy 
quando ballava Toor-a-Loor da par suo. 
Come fare a coltivare i miei quaranta acri, 
non parliamo di aumentarli, 
con la ridda di corni, fagotti e ottavini 
che cornacchie e pettirossi mi agitavano in capo, 
e il cigolio d'un mulino a vento-vi par poco? 
Mai misi mano all'aratro in vita mia 
senza che ci si mettesse di mezzo qualcuno 
e mi trascinasse via a un ballo o a un picnic. 
Finii coi miei quaranta acri;
finii col mio violino sgangherato-
e una risata rauca, e mille ricordi, 
e neppure un rimpianto.


E.L.Masters


http://it.youtube.com/watch?v=_dpl9x4vUZQ


In ricordo di Anna P.




L’ho appreso stamane, leggendo il giornale. Non volevo crederci ma c’era la foto, eri proprio tu, Anna. Così te ne sei andata, la più bella e simpatica della classe. Dopo il liceo non ti avevo più vista, per trent’anni. Poi quel giorno in chiesa per caso, ho sentito  una voce inconfondibile. Mi sono girato ed eri tu. Da bella ragazza ti eri fatta una bella signora ma avevi sempre quell’aria spavalda per la quale ti avevamo soprannominata Camilla, come la guerriera dell’Eneide. Abbiamo parlato un po’ di noi, di ciò che ci era capitato in trent’anni, dei figli, della vita. Ripromettendoci di rivederci, ogni tanto. Ma così non è stato. Però talvolta leggevo i tuoi articoli, sempre vivaci, spesso battaglieri. E pensavo sorridendo che sì, eri sempre la solita Camilla. Sul giornale c’era scritto che desideravi essere ricordata come una rompiscatole. E molti ti ricorderanno così. Io ricorderò il tuo viso bello ed intelligente ed il tuo spirito allegro e vivace.


Addio, Anna

mercoledì 12 novembre 2008


Di uno strano sogno che sembrava vero.


Era ieri, prima dell'alba ma nel sogno era il  pomeriggio  di una domenica invernale. Andavo per strada, la strada della mia casa al paese, nel punto dove finisce e c'è un trivio.


Due metri davanti a me camminava  nonna, la madre di mia madre. Io rilassato, con le mani nelle tasche del cappotto, guardavo la crocchia dei suoi capelli raccolti sulla nuca pensando a come erano lunghi quando li scioglieva, a casa.


Ci viene incontro Alessio, un anziano signore, elegante nel suo cappotto grigio con il bavero di velluto. Saluta mia nonna " ciao I. vado in piazza a salutare gli amici e tu?" e lei " niente, io una passeggiata, avevo voglia di rivedere questo angolo, ciao". Poi Alessio saluta me " ciao, A., passeggi con nonna?" Ed io " sì, è una bella giornata, la accompagno". Poi lui ha proseguito, come noi, del resto.


Ma fatti ancora pochi passi un pensiero improvviso e la chiamo " nonna, nonna! " Lei si gira, mi sorride " che c'è? " " nonna ma Alessio è morto, anni fa, come abbiamo fatto a vederlo, a parlarci?"


Lei mi ha guardato intensamente, mi ha sorriso di nuovo e mi ha detto " A. ma anch'io sono morta, ventidue anni fa, non ricordi?"


Poi mi sono svegliato, meravigliandomi di come fosse vero quel sogno, di come ricordassi il freddo pungente dell'aria, il rumore dei passi sulla strada, la voce di Alessio, la voce di mia nonna, il suo sorriso così dolce. E non ho più ripreso sonno.



mercoledì 5 novembre 2008

Obama for change



Non credo sia il caso di unirsi alla retorica che ha trionfato da stamane all'alba ma penso che davvero nessuna parola si attagli meglio di "cambiamento" a quello che è successo con l'elezione del 44° Presidente USA.


Ho tifato per lui, sono contento che sia stato eletto. Unica nota stonata, per me, la quantità di soldi spesi per la propaganda elettorale. Troppi.


Obama non ha esperienza, sarà dura per lui, specialmente agli inizi. Però ha una visione politica ed ha dalla sua la voglia, sincera, del cambiamento, dopo un'era Bush sfortunata, piena di guerre ed anche di debiti per farle.


Da stamane inoltre l'America appartiene veramente un po' più a tutti gli americani ( a quando un presidente ispanico? ) e forse il mondo guarderà all'America con un po' meno di rancore ed un po' più di simpatia.


Basterà questo per migliorare, per superare le crisi e tornare ad un'epoca di pace e di prosperità? Io non so ma mi piace sperarlo.


Buon lavoro, Obama

domenica 2 novembre 2008

La stella di Cesare



Cara Alidada, ecco un esempio di come il Cielo possa determinare le nostre azioni.


Nel senso che se stamane non avesse piovuto me ne sarei andato come al solito in campagna. Invece pioveva e allora ho deciso di andare alla mostra su Cesare al Chiostro del Bramante ( proprio dietro Piazza Navona). Ne valeva la pena.


Una mostra davvero ben fatta che proponendo capolavori antichi e moderni ripercorre la vita e le opere di un grande genio militare e politico che ampliò e consolidò tantissimo il potere di Roma, trasformandone però l'assetto politico, da repubblica a monarchia. E creando tuttavia un problema poiché per i romani la parola "re" era esecrabile, non la volevano nemmeno sentire.


Non toccò a Cesare risolvere questo problema, egli fu ucciso prima. Lo fece Augusto, suo figlio adottivo ed erede. Su cosa fosse basato il potere di Augusto e, dopo di lui, di tutti gli imperatori che seguirono lo dice lui stesso e sta scritto in lettere di bronzo sul muro che racchiude l'Ara Pacis, sul Lungotevere. Ma questo è un altro discorso, torniamo a Cesare.


Il Chiostro del Bramante è un gioiello incastrato tra le stradine del Centro di Roma, oggi gremitissime di gente. Arrivarci è stata un'impresa, non si trovava un parcheggio. Alla fine ho parcheggiato davanti al Ministero della Marina e poi via, una bella passeggiata giù per Piazza del Popolo, poi via del Corso, poi Montecitorio, Corso Rinascimento, Piazza Navona, via dei Coronari. Era l'ora in cui milioni di storni ritornano in città da tutta la campagna romana ed oltre e disegnano nel cielo i loro arabeschi prima di planare sugli alberi. Uno spettacolo incredibile che non ho mai visto da nessuna parte e che da solo vale il viaggio.


Al botteghino c'era la fila. Una fila lunghissima ma io sono passato, i biglietti me li aveva comprati un amico. Stranamente nessuno ha detto niente. Per fortuna, perché ero in imbarazzo.


Sono 13 sale che illustrano con reperti, opere e pannelli la vicenda di Cesare. Ci sono i suoi ritratti, gli anelli con i sigilli, i dipinti antichi, i gioielli, le monete, le armi dei legionari, le armi dei vinti. Ci sono opere di grandi pittori del Rinascimento ma anche fino all'800 che rimasero affascinati dal grande Cesare ma anche -e si capisce- da chi lo uccise in nome di una democrazia cui egli aveva dato il colpo di grazia facendosi proclamare " dictator perpetuus". C'è anche una sala multimediale dove vengono proiettati spezzoni di films che parlano di lui, delle sue imprese, dei suoi amori. E c'è persino la bellissima spada di un altro Cesare, quel Cesare Borgia detto il Valentino che avendo un padre Papa ( beh, non è da tutti, no?) lo avrebbe voluto imitare. Ma non era che un " piccolo Cesare" a dispetto del suo ammiratore Machiavelli.


Fu grande anche negli amori. Ebbe un sacco di donne e, a detta di qualche storico pettegolo, anche uomini. e vabbeh, era Cesare!;)


A proposito di amori c'è una sala dedicata a Cleopatra VII. E beh, mica poteva mancare. Gli aveva dato pure un figlio, il povero Cesarione. Un figlio maschio che Ottaviano vedeva come un pericolo ed infatti quando lo ebbe tra le mani lo fece scannare e amen. Funzionava così, allora.


Insomma la mostra mi è piaciuta assai. E aldilà di quello che ho visto esposto, siccome conosco il gran lavoro che c'è dietro l'organizzazione di un evento così: la richiesta di prestito delle opere a Musei italiani e stranieri, l'assicurazione, il trasporto, i cataloghi ecc sono rimasto ammirato anche da questo. Un vero Evento che resterà visibile fino a primavera inoltrata. Andateci.


Lo so, non ho parlato della stella di Cesare. Un momento, neh, lo faccio adesso.


E' Venere. La Venere Genitrice da cui si vantava di discendere la Gens Iulia. L'Alma Venus di Lucrezio, chiamata in mille modi nel mondo antico tra cui Callisto, la bellissima.


Ma soprattutto la Dea che volle amare un umano, Anchise, che generò Enea, che lo protesse nella sua fuga da Troia guidandolo fino alle spiagge del Lazio a fondare una nuova stirpe destinata a dominare il mondo.


Augusto nel suo testamento politico dice di aver fondato il suo potere sul consolato e questa era una carica dlla oligarchia senatoriale. Poi dice di aver avuto il consenso del popolo ed infatti non lasciò mai la potestà di tribuno della plebe. In più ebbe il potere militare, l'imperium. Eppure non tralasciò, sin che visse di ricordare al mondo che Egli, tramite Caio Giulio Cesare, discendeva da Venere,  la Dea che piegava tutti al suo volere, la stella più splendente di tutte. Da questa esigenza tutta politica di giustificare un potere assoluto altrimenti indigesto ai Romani nacque, anche, una capolavoro della letteratura mondiale quale l'Eneide.


La vicenda terrena di Cesare finì sotto i pugnali dei congiurati alle Idi di marzo del 44 a.C. Si vede che Venere quel giorno c'aveva da fare. Eppure la sua fama ancora risplende.


Tornando mi sono fermato a Piazza Navona. il cartoccio di caldarroste era d'obbligo. Ah, ormai i caldarrostari romani sono cingalesi, proprio tutti. Dieci caldarroste 5 euro. Però erano buonissime:) Poi ho preso un taxi, ormai...c'ho 'na certa età!