giovedì 21 luglio 2011


a te che non torni più
SCRITTO SULLA SABBIA

Che il bello e l'incantevole
Siano solo un soffio e un brivido,

che il magnifico entusiasmante
amabile non duri:
nube, fiore, bolla di sapone,
fuoco d'artificio e riso di bambino,
sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
e tante altre fantastiche cose,
che esse appena scoperte svaniscano,
solo il tempo di un momento
solo un aroma, un respiro di vento,
ahimè lo sappiamo con tristezza.

E ciò che dura e resta fisso
non ci è così intimamente caro:

pietra preziosa con gelido fuoco,
barra d'oro di pesante splendore;
le stelle stesse, innumerabili,
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.

No, il bello più profondo e degno dell'amore
pare incline a corrompersi,

è sempre vicino a morire,
e la cosa più bella, le note musicali,
che nel nascere già fuggono e trascorrono,
sono solo soffi, correnti, fughe
circondate d'aliti sommessi di tristezza
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
si lasciano costringere, tenere;
nota dopo nota, appena battuta
già svanisce e se ne va.


Così il nostro cuore è consacrato
con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge
e scorre,
alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.

Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.
Spose di un tempo, senza durata,
per cui la rugiada su un petalo di rosa,
per cui un battito d'ali d'uccello
il morire di un gioco di nuvole,
scintillio di neve, arcobaleno,
farfalla, già volati via,
per cui lo squillare di una risata,
che nel passare ci sfiora appena,
può voler dire festa o portare dolore.

Amiamo ciò che ci somiglia,
e comprendiamo
ciò che il vento ha scritto
sulla sabbia.


Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri


 

sabato 2 luglio 2011


XV Censimento Generale della popolazione e delle abitazioni.
ovvero
come si cambia






Oggi ho fatto coi miei collaboratori la prima riunione operativa per il Censimento, che si terrà ad ottobre. E' una cosa di cui mi piace occuparmi, per svariati motivi. E quindi voglio farlo bene.
Uno dei motivi è senz'altro sentimentale. Io venni assunto dal mio Ente il 23 settembre 1971 proprio per fare preparare l' XI Censimento. E siccome il censimento si fa ogni 10 anni sarà il quinto della mia carriera. Con il censimento ho cominciato, con il censimento finirò.
Anzi, diciamo che questo lo preparerò ma quando si farà, in ottobre, non ci sarò più, sarò in pensione.
Eravamo in 3, tutti giovani. Io, Arcangelo e Gianni. Io avevo 21 anni, Gianni 23, Arcangelo 24. Ci misero nella parte più buia dell'archivio, uno stanzone disadorno dove fino a pochi anni prima c'era stato l'ECA, ente comunale di assistenza. Ricordo che c'erano gli scaffali dove si tenevano le derrate da distribuire ai poveri, le bilance, una piccola una grossa....e tanta polvere.
In un angolo un mucchio di questionari, erano 13.000, ci dissero e bisognava metterci i timbri identificativi del comune, con i codici. Su ogni questionario andavano 7 timbri. Quindi in tutto 91.000 timbri. Decisamente un lavoro di alta professionalità.
Però eravamo allegri, ci scherzavamo sopra. Per nessuno di noi era il primo lavoro. Arcangelo veniva dalla Pirelli, Gianni mi pare avesse lavorato alle Poste, io avevo fatto l'elettricista e poi l'assicuratore. Lo stipendio era di 80.000 lire al mese. Meno di quel che guadagnavo con le assicurazioni, forse la metà. Ma a fare assicurazioni stavo in giro tutto il giorno mentre lì si facevano 34 ore la settimana, perché il sabato si usciva alle 12 ed inoltre c'erano un sacco di feste. Il tempo libero mi serviva, perché volevo studiare.
Ai primi di ottobre tutti i questionari erano pronti. Poi vennero i rilevatori, una ventina di ragazzi e ragazze. Noi davamo ad ognuno di loro i questionari e la sera li ritiravamo. Controllavamo se erano riempiti bene, li mettevamo a posto. Mi piaceva.
Alla fine risultò che gli abitanti del comune erano 33.000. Eravamo in forte crescita e cresciamo ancora oggi, che siamo quasi 90.000.
Si scriveva tutto a mano, non c'erano fotocopiatrici, il pc ancora non l'avevano inventato, le macchine da scrivere erano poche. A volte mi portavo la mia Olivetti lettera 22 ma il mio capo mi disse " lascia stare, se la usi solo tu il lavoro viene disomogeneo". Era un buon capo, Arturo. Una persona serena e disponibile, pronto ad aiutarti se ti vedeva in difficoltà, raro di rimproveri ma efficace se li faceva. Quando morì all'improvviso, 10 anni dopo, lo piansi come se fosse stato un padre, aveva 51 anni. E adesso suo figlio è uno dei miei migliori amici.
Sono passati quasi 40 anni, io sono cambiato, la città è cambiata, il mondo è cambiato.
Ed è cambiato anche il Censimento. A dirigerlo saremo in due, io e un mio collega che è laureato in statistica e che ha curato i rapporti con l'ISTAT. Io mi occuperò dell'Anagrafe e del personale, lui di tutto il resto. Ad ottobre quando io andrò via resterà tutto sotto la sua responsabilità. Ma è bravo ed ha un buon carattere.
Istat considera assai interessante il mio Comune perché sa che è un campione estremamente rappresentativo della realtà italiana. Quindi ci ha assegnato un ottimo budget, oltre 200.000 euro, che aumenteranno anche in ragione del numero di questionari che riusciremo ad inviare per via telematica. E noi abbiamo un obiettivo, che per adesso ci siamo solo detto tra noi, non lo sanno nemmeno gli Amministratori. Vogliamo inviarli TUTTI in via telematica anche se non è obbligatorio.
Come fare? L'idea è di fare un gruppo di lavoro ristretto di funzionari comunali esperti in informatica ( tra l'altro la legge ci fa obbligo di inserire nel progetto prima di tutto i dipendenti e poi gli esterni, quindi faremo due bandi diversi). Questo sarò l'ufficio centrale, di interfaccia con l'Istat. Poi faremo dei punti di raccolta, almeno 20 sull'intero territorio comunale. In ogni punto di raccolta ci saranno almeno due postazioni internet con operatori, interni o esterni, in grado di eseguire il programma di compilazione on line. Poi a settembre faremo una campagna comunicazionale. L'Istat invierà direttamente a casa dei cittadini i questionari, insiema al codice identificativo. Quindi in teoria chiunque abbia il collegamento internet a casa e un po' di dimestichezza con il pc può fare tutto da solo.
L'innovazione che vogliamo introdurre per ottenere l'obiettivo della consegna telematica è la compilazione del modulo digitale presso i centri di raccolta, con il consenso del cittadino che, se vuole avvalersene dirà il proprio codice al rilevatore.
I dati immessi nel programma ci diranno in tempo reale quali sono i numeri civici e le famiglie che non hanno inviato direttamente o tramite i punti di raccolta il questionario. Solo alla fine manderemo i rilevatori a casa di chi pur risultando presente non ha consegnato ed a controllare le case che risultano vuote per vedere se ci sono persone non iscritte all'anagrafe. Insomma, una bella sfida.
Stamane mi sono chiesto se mi dispiace andarmene ai primi di ottobre. La risposta è stata...sì, mi dispiace.
Sono stati così tanti gli anni trascorsi in questo lavoro. E così tante le soddisfazioni. Se paragono la mia carriera a quella militare posso dire che a 21 anni ero caporale, a 23 maresciallo, a 25 tenente, a 32 colonnello, a 54 generale. Sono stato il primo direttore generale del mio Ente.
Ma la risposta è stata anche no.
Me ne vado volentieri e senza rimpianti, con la testa già altrove per vedere se in campi totalmente diversi posso fare, ancora, qualcosa di buono. Ci riuscirò? Chissà. Intanto, ci provo, male che vada...c'è sempre il mio podere: l'agricoltura ha bisogno di braccia!