ANNO DOMINI MMX
ovvero il mio primo post del nuovo anno
Anno è una parola latina ed ha la stessa radice di anulus, anello.
Indica un moto circolare, un eterno ritorno al punto di partenza, una rinascita infinita.
Non per nulla i latini festeggiavano il capodanno nel giorno che per loro significava la rinascita, il Natale del sole.
Il sole muore e nasce per la terra-ogni giorno ed ogni nuovo anno- almeno da 4 miliardi di anni. Un periodo che, per il nostro metro così limitato, possiamo anche assimilare all'eternità.
La nostra vita però non è come quella del sole. Non è circolare. E' lineare. Una piccola linea, con un punto d'inizio ed un punto di fine, nello svolgersi del Tempo.
Qui sotto ho accostato due cose che per motivi diversi mi sono state ( mi sono ) care ed hanno contribuito non poco alla mia formazione.
Leopardi, che è stato il mio autore preferito negli anni delle medie e del liceo e poi la scena finale del film " Il cacciatore", uno dei film più belli dei miei vent'anni.
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
.......
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Quando ero ragazzo mi sentivo intriso della dolce malinconia che mi induceva il pessimismo leopardiano. Questo dialogo, che non ho riportato tutto ma che tutti conoscono, vuol dimostrare in sostanza che c'è sempre la speranza di migliorare ma, a ben vedere...non si migliora mai.
Aveva ragione Leopardi?
Io credo di no.
Intendiamoci, si sa che prima o poi tutto finisce, le cose belle come le cose brutte, una vita felice o una vita disgraziata.
" Pànta rèi os potamòs" diceva il filosofo.
Ma che importa? Quello che conta è -invece- che nella vita si può sempre migliorare. E se si può, si deve. Con pazienza, con fatica, con umiltà e coraggio si può e si deve migliorare, fregandosene delle avversità, delle sconfitte, delle rinunce, dei cazzotti in un occhio che ogni tanto arrivano, aspettati o meno.
Per questo considero il film " il cacciatore " uno dei più belli che abbia visto in vita mia.
E non solo per l'interpretazione dei bravissimi attori. E' una storia avvincente, quella di una generazione contigua alla mia, segnata dalla grande tragedia del Vietnam.
Un gruppo di amici in uno sperduto paese americano danno l'addio alla vita civile prima di essere spediti in guerra. Festeggiano, si ubriacano, poi vanno a caccia di cervi in un paesaggio bellissimo.
Trovano il cervo, lo uccidono. Poi inizia l'inferno del Vietnam da cui alcuni non torneranno, altri torneranno segnati.
E il film finisce come era iniziato: vanno a caccia, di nuovo.
Tutto come prima, allora?
No.
Il protagonista, Robert De Niro, che è anche la persona più in gamba del gruppo avvista il cervo, un esemplare bellissimo. Lo prende di mira. Il cervo non si muove. E' lì in posa e non si muove. Una preda facile di quelle che non capitano spesso.
E lui spara in aria, lo lascia andare.
E' stato all'inferno, è tornato, è migliorato.
Se ci è riuscito lui, possiamo farlo anche noi, senza andare nemmeno all'inferno.
Benvenuto, Nuovo Anno