venerdì 31 dicembre 2010


 

Felice Anno Nuovo
Cari Amici


 



 







 



 



Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.

 Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa
e le provviste esaurite.

Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo
 in una oscurità pregna
di silenzio.

Scopro invece che i tuoi progetti per me
non sono finiti

e quando le parole
ormai  vecchie
muoiono sulle mie labbra
nuove melodie nascono dal
cuore;
e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre

con tutte le sue meraviglie.

 


-Da Gitanjali –

Rabindranath Tagore

 



 

domenica 26 dicembre 2010


Le cose che pensano...





 



E così un altro Natale è archiviato. Il mio 60° Natale, ad essere pedanti.
Come lo ricorderò? Bene, in un certo senso. Sono stato bene assieme alle persone cui voglio bene, ho mangiato... bene...ma tanto. Chetteodicaffà.
Ma anche un po' strano.
Eì piovuto tanto. Piove da giorni. Anzi, piove dai primi di novembre, sembra che piova dall'inizio dei Tempi.
E poi c'è questa paura ed insieme questa voglia di cambiamento.
Ma cosa si può cambiare, alla mia età?
Ho ricevuto dei regali, altri me ne sono fatti da solo. niente di che, piccole cose ma ne sono contento.
Il nuovo libro di Alberto Angela, lo desideravo ( ma avendo letto il primo capitolo ci ho trovato gravi inesattezze numismatiche, sono ancora più pedante sulla numismatica, io).
Un altro libro " il Suggeritore" di un certo D. Carrisi. Mia figlia dice che è un best seller. Vedremo.
Un paio di scarponi antinfortunistica. Oddio, ce li avevo ma questi sono davvero ben fatti, con addirittura lo sgancio rapido se si rimane impicciati, come quello degli sci. Aho' mica pizza e fichi.
Poi, vabbeh, vari cesti, liquori, casse di vini, da parte delle ditte con cui ho relazioni di lavoro. Di cesti me ne sono tenuto uno, gli altri li ho a mia volta regalati, altrimenti chi li smaltisce?
Infine una catenina d'acciaio con un ciondolo a forma di rosa dei venti. Dice che c'è un messaggio e che comunque mi porterà tanta, tanta fortuna. E' davvero molto bello, né grosso né piccolo, fatto di tre strati assemblati insieme.
Al messaggio ci ho rinunciato, non importa. Alla fortuna no, eh. Allora stasera l'ho indossato. E mi sento sereno.
La serenità, non è già una fortuna?
Riguardo alla canzone...che c'entra col post? Boh, m'è venuta così. Questa canzone ogni tanto mi riecheggia nella mente.

 







 

giovedì 23 dicembre 2010


Come si cambia...
 



Da un po' di tempo provo assai poco interesse per Facebook e così mi ci affaccio di rado. D'altro canto con il mio vero nome avevo raggiunto quasi 400 contatti e mi restava un po' difficile gestirli tutti. Al punto che poi mi sono cancellato e reiscritto come Amos C. Farmer ( dopodiché ho scoperto che c'è un vero Amos Farmer su FB, eccheccavolo!)
Ad ogni modo come Amos ho davvero pochi contatti e questo credo sia un bene. Così stasera cercando per gioco a caso in FB ho trovato che esiste un Gruppo Reduci del Liceo Classico Amedeo di Savoia di Tivoli. Apperò, "reduci" hehehe.
Mi ci sono iscritto ed ho visto che si potevano caricare le foto. Ho cercato se ne avessi nel pc e ne ho trovata una. Altre ne ho ma sarebbero da scannerizzare, lo farò avendo tempo.
Veramente quando è stata fatta questa foto non eravamo più al Liceo. Era il giorno del mio 21° compleanno ( importante perché allora si diventava maggiorenni a 21 anni) quindi erano già due anni che eravamo usciti dal glorioso Amedeo di Savoia, (dove ha studiato anche Fermi, eh!)
Però comunque eravamo tutti e quattro dello stesso Liceo e dello stesso anno. Solo che Maria Pia, la prima a sinistra era nella sezione C, gli altri nella B.
Eccoci qui


 






io, ovviamente, sono ( ero ) quello dietro ai panini;)
Guardando questa foto stavo riflettendo sul fatto che oggi c'è stata la manifestazione studentesca. Si può essere pro o contro la riforma ( io sono contro perché assieme ad alcune cose che trovo giuste contiene tagli inaccettabili per il diritto allo studio ) ma una cosa è certa: oggi esiste un collegamento davvero labile tra scuola e lavoro. Ai miei tempi era sì faticoso studiare ma se ti laureavi poi avevi quasi la certezza matematica di trovare un buon lavoro. Le due ragazze ( 'na vòta) sono medici e dirigenti della Asl, Alberto è professore alle superiori, io pure non me la sono passata male: a 32 anni dirigente, a 54 dirigente generale.
Questi giovani che vediamo esprimere a volte maldestramente il loro disagio ( e per di più inascoltati perché Mariastar dice che non c'è bisogno di riceverli mentre altri addirittura li criminalizzano ) non hanno la stessa certezza. Anzi hanno  quella opposta e cioè che gli anni trascorsi a sudare sui libri non gli serviranno quasi a niente.
E questa è una cosa orribile, su cui la politica dovrebbe riflettere un giorno sì e l'altro pure...

 



 



martedì 21 dicembre 2010


Au revoir

E’ solo un altro graffio durante la mia vita
certo fa male all’anima ma l’anima è infinita.
Chissà perché  una donna va sempre  via piangendo
le scelte sono scelte,  non puoi avere il mondo.
Domani e poi domani ti penserò lontana
lontana come prima di questa breve storia.
Ripenserò i tuoi baci con tanta tenerezza
e quando mi chiedevi ancora una carezza.
Ancora la tua voce risuona nella mente
ancora il tuo sorriso lo penso dolcemente.
Promesse non ne hai fatte ed io non ho giurato
per questo mi piacevi nel tempo  che è passato.
Adesso ancor mi piaci però non sei più mia
hai chiuso quella porta e  segui la tua via.
E metto il tuo bel viso che mai mi parve stanco
 nel posto dei ricordi più dolci della vita
di quelli tra i più belli, dei giorni luminosi,
segnati ora e sempre da un sassolino bianco.

Amos C. Farmer

 
  



 



lunedì 20 dicembre 2010


Feliz Navidad




 



 




 


 

Mi porto avanti con gli auguri. A Natale mancano ancora 5 giorni ma io mi avvantaggio, per sicurezza. Devo dire che non mi sento esattamente di avere uno spirito natalizio. Non so. Forse sono un ingrato con la vita che mi ha dato tanto eppure sono di malumore, da alcuni giorni. Spero che mi passi presto, non è da me.
E quindi gli auguri ve li faccio, sì, di cuore, augurandovi ogni bene e di passare le Feste in armonia con voi stessi e con le persone che amate e che vi amano ma...
Ma ve li faccio postando due poesie che con il Natale religioso hanno poco a che fare.
La prima è questa, dissacrante ma veritiera di Giuseppe Gioachino Belli
*
La viggija de Natale

Ustacchio, la viggija de Natale
tu mmettete de guardia sur portone
de quarche mmonziggnore o ccardinale,
e vvederai entrà sta priscissione.

Mo entra una cassetta de torrone,
mo entra un barilozzo de caviale,
mo er porco, mo er pollastro, mo er cappone,
e mmo er fiasco de vino padronale.

Poi entra er gallinaccio, poi l’abbacchio,
l’oliva dorce, er pesce de Fojjano,
l’ojjo, er tonno, e l’inguilla de Comacchio.

Inzomma, inzino a nnotte, a mmano a mmano,
tu llí tt’accorgerai, padron Ustacchio,
cuant’è ddivoto er popolo romano.

La seconda è questa


Tibullo



Corpus Tibullianum - Libro II, II, 2



Dicamus bona verba: venit Natalis ad aras;
quisquis ades, lingua, vir mulierque, fave.
Urantur pia tura focis, urantur odores
quos tener e terra divite mittit Arabes.
Ipse suos Genius adsit visurus honores,
cui decorent sanctas mollia serta comas.
Illius puro destillent tempora nardo
atque satur libo sit madeatque mero;
adnuat et, Cornute, tibi, quodcumque rogabis.
En age, quid cessas? Adnuit ille: roga.
Auguror, uxoris fidos optabis amores
- iam reor hoc ipsos edidicisse deos -
nec tibi malueris, totum quaecumque per orbem
fortis arat valido rusticus arva bove,
nec tibi, gemmarum quidquid felicibus Indis
nascitur, Eoi qua maris unda rubet.
Vota cadunt: utinam strepitantibus advolet alis
flavaque coniugio vincula portet Amor,
vincula quae maneant semper, dum tarda senectus
inducat rugas inficiatque comas.
Hic veniat Natalis avis prolemque ministret,
ludat et ante tuos turba novella pedes.
*
E' molto bella anch'essa ed è significativa del fatto che il Natale in realtà esisteva già da secoli prima di Cristo, era la festa del Sole e che i cristiani se ne sono solo appropriati, mettendo Gesù al posto del Sole. Poco male, a dire il vero. A me il precetto evangelico piace e cerco di seguirlo, fin dove posso. Ma certo non si può dire che la Chiesa nei secoli l'abbia usato sempre a fin di bene, come testimonia il Belli.
Che altro dire?
Vi voglio bene, o voi pochi che leggete, voletevi bene anche voi.
Alfonso
Ah, aggiungo una fotina un po' nostalgica

da sx: nonna Ida, Franca, Marisa, Deves, Alfonso

 


  



 
* la s 




 

domenica 19 dicembre 2010


A day in the life






 



Proprio non mi veniva di dormire, stanotte. Allora non ho dormito. Ho guardato un film sulla tv tedesca. Io il tedesco non lo capisco ma il film si capiva. Dopo un po' ci ho preso gusto e le parole non le sentivo più.
Ogni tanto mi affacciavo sul web. Sembra incredibile ma anche alle 5 di mattina c'è qualcuno che ha voglia di parlare. Magari un parlare disgiunto dall'ascolto ma c'è.
Sono andato in campagna prima dell'alba. Prima ancora dei cacciatori che infatti hanno cominciato a sparare solo mezz'ora dopo ai rari tordi che spollavano dalla riserva di Poggio Cesi. Quante volte l'ho fatto...agguati intirizziti con quel pezzo d'acciaio e legno freddo più del ghiaccio in mano. Allora i tordi c'erano in abbondanza e non ne salvavo uno. A volte prima dell'uscita dei tordi dal bosco la beccaccia, animale notturno faceva la strada inversa, per rintanarsi col favore del buio. Ma se stavi attento la vedevi, sullo sfondo delle stelle. E allora, peggio per lei. Ma a me non piaceva prendere le beccacce a quel modo, preferivo che me le levasse il cane, cercando pazientemente nella boscaglia.
Ho tagliato sei alberi. Uno un po' più alto degli altri, poco è mancato che mi si abbattesse sulla macchina, come nei filmati strani che si vedono su you tube.
Poi sono andato al mio casale, ho scaricato la legna e mi sono messo a depezzarla. Però è venuto a piovere allora mi sono chiuso in casa, ho acceso il gruppo elettrogeno, la stufa  legna, una stufa a gas. Il termometro segnava 2°.
Piano piano in 3 ore è arrivata a 12° mentre facevo le pulizie e guardavo la tv come una brava massaia. La prova è stata soddisfacente, confido che mercoledì quando saremo una venticinquina di persone con acceso  il camino, il forno, la stufa a legna, 2 stufe a gas ed una stufa elettrica al bagno tutti gli ambienti si scaldino a sufficienza. Poi, aho, se sentono freddo ancora ho una sessantina di litri di vino, non so quanti liquori e la grappa di Nicolae;)
A sera sono andato a comprare tovaglie di natale e piatti rossi. Eh, ci vogliono, no?.
E adesso sono qui, morto di sonno. Quindi faccio un bel bagno e mi rincantuccio a letto. Stanotte, dormirò.
E chi s'è visto s'è visto.

 


E così sia
 







Sarà un giorno senza vento


Guarderò dalla tua parte
Non ti sveglierò se dormi ancora


Prenderò le mie valigie
Le mie armoniche i miei libri
E punterò in un’altra direzione



Quello che ti lascio
È il tempo speso bene insieme


E un sogno consumato forse


Troppo in fretta
Quello che è stato è già finito
Nasce dai tramonti dell’inverno
L’alba della primavera



Quando il vento avrà già spinto
La tua vela dietro l’orizzonte


Sfoglierai ridendo la mia rosa
Dietro le tue spalle


La barriera di corallo


Avrà perduto il senso
Della sua esistenza

 


Quello che volevo me l’hai dato


Tu chiedevi ed hai trovato
La risposta che aspettavi
Quello che ci resta
Non è solo un alibi del tempo
Non è solo un’ eco
Nella sera


M. Locasciulli




 

giovedì 16 dicembre 2010


A...

on the folly and the wisdom ))))

 







 



 



Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.

Pablo Neruda