martedì 28 ottobre 2008

Dedicato a Michael Ventris



l'architetto antichista


ed a Margherita Guarducci una grande grecista



Michael Ventris nacque il 12 luglio 1922 da una benestante famiglia inglese. Il padre era ufficiale dell’esercito inglese in India; Michael potè così viaggiare molto.


A Gstaad, in Svizzera, imparò il tedesco ed il francese. Ma la facilità nell’apprendimento delle lingue lo portò in Inghilterra, grazie ad una borsa di studio, dove potè imparare il greco.


Il giovane Ventris si laureò, dopo la parentesi della seconda guerra mondiale e la sua partecipazione attiva come navigatore in una squadra di bombardieri, in architettura.


Ma la passione di Michael Ventris erano le lingue antiche e specialmente quelle non ancora decifrate.


Nel 1936 per il centenario della British School at Atens fu organizzata alla Burlington House di Londra una mostra; Arthur Evans in quella occasione tenne una conferenza sulle scoperte da lui effettuate proprio a Creta e parlò, ovviamente, anche delle lingue cretesi che, allora, non erano ancora state decifrate. Tra il pubblico c’era proprio Ventris.


Ma di lui si dice anche che all’età di sette anni comprò un libro sui geroglifici egiziani, poichè voleva cercare di decifrarli.


La disputa attorno alle lingue micenee si allargava sempre più e molti famosi studiosi del tempo proposero varie e spesso diverse ipotesi.


Nel 1940 Ventris pubblicò un articolo in cui proponeva una somiglianza tra etrusco e “lingue misteriose”. Ventris infatti si inserì perfettamente nel dibattito che in quegli anni vide impegnati i vari studiosi: tutti, o quasi, alla ricerca di segni, di figure, di suoni simili nelle lingue già scoperte.


Evans, ad esempio, dichiarò che non esisteva nessun collegamento tra le “lingue misteriose” e il greco antico. Nessuno osò contraddire ciò che quel grande studioso dichiarò.


In quegli stessi anni, fu riscoperta Pilo e con lei una zona del palazzo reale definita “Stanza dell’archivio”, in cui furono ritrovate 600 tavolette e più di argilla scritte in lineare B.


Dopo tantissimo tempo, dopo mille sforzi interpretativi, Michael Ventris il 10 luglio 1953 durante una trsmissione alla BBC dichiarò: “In queste ultime settimane son giunto alla conclusione che le tavolette di Cnosso e di Pilo debbono, malgrado tutto, essere scritte in greco; un greco certo arcaico e difficile, come può essere quello scritto cinquecento anni prima di Omero…”.


John Chadwick, un giovane glottologo, si mise subito in contatto con Ventris (al contrario dei dotti studiosi del tempo che lo disprezzarono per queste teorie da loro ritenute assurde!!!).


Grazie agli studi effettuati dalla coppia Ventris - Chadwick non solo si riuscì a decifrare una grande parte della tavolette in lineare B, ma si dette un enorme impulso agli studi micenei.


Così nell’ aprile del 1956 Ventris fu al centro dell’attenzione, durante il Primo Colloquio Internazionale sui testi micenei, tenutosi a Parigi.


Purtroppo con un incidente d’auto, avvenuto il 6 settembre 1956, si concluse la vita di un architetto appassionato di glottologia e di civiltà antiche, grazie al quale si incominciò a studiare maggiormente la Grecia del II millennio a.C.


Ho copiato da Wikipedia il testo sopra. Non mi andava di scrivere da solo una nota su Ventris e poi quel che si dice è sostanzialmente giusto.


Da ragazzo ho avuto una vera passione per questo architetto, che aveva la stessa età di mio padre e morì giovane. Ma non senza lasciare una traccia davvero importante nel mondo dell'archeologia e della filologia micenea. Un esempio luminoso di come a volte il genio di un dilettante possa portare a scoperte importanti a cui paludati e titolati studiosi non arrivano spesso per troppa supponenza.


Le tavolette di Cnosso, di Pilo e di altri siti coevi dell'area greco-micenea non sono altro che inventari, elenchi di cose, per di più annuali. Erano scritti su tavolette d'argilla non cotta. Alla fine dell'anno, verosimilmente un sunto di essi veniva riportato su materiali destinati a durare di più ( forse pergamene o cartapecora ) mentre le tavolette venivano ammorbidite nell'acqua e rese di nuovo vergini per essere riscritte l'anno successivo.


Ma le distruzioni dei palazzi, incendiati, fecero sì che ciò che doveva essere duraturo perisse mentre l'argilla che non doveva durare fu cotta ed ha traversato 35 secoli, fino a noi.


Già questa è una cosa così affascinante. Ma la cosa più bella fu che Ventris guardò alle tavolette di Pilo e di Cnosso ( il secondo tipo, la cd "lineare B, ché la " lineare A" ancora non viene decifrata) con un occhio scevro da pregiudizi. Non come aveva fatto Sir Artur Evans che come le vide disse " non è greco".


Ventris si chiese " e se fosse greco"


Così cominciò a provare, con le parole più semplici scritte quasi in forma geroglifica anche se si era accorto che era una scrittura sillabica. Vedeva una testa di cavallo in una parola di due sillabe e provò con pò-los, puledro e ci stava. Poi andò avanti fino ad arrivare a parole complesse, a dei nomi, come a-re-ka-sa-da-ra ,alessandra e ci stava e poi ti-ri-po-de per tripode. E così via. Era semplice ma nessuno ci aveva pensato. Ma nessuno poté più negare che quella lingua fosse greco.


Grazie a lui ne sappiamo un po' di più su quel mondo persino antecedente la guerra di Troia. Sappiamo un po' di più della storia, greca ed umana.


Serve la storia? a che serve? Eugenio Montale in una sua famosa poesia dice " la storia non è maestra di niente" Ma è un paradosso. Sapere e capire la storia serve quantomeno a non restare a bocca aperta davanti ai monumenti. A non scervellarsi nel chiedersi " chi l'avrà fatto?" a sapere da dove veniamo. E fa niente se non ci dice dove andiamo. Fa niente.


Come finì la mia passione per la filologia micenea? Bene. E male. Al secondo anno avevo già preso due trenta e lode, ero il pupillo della professoressa che mi chiamò per assegnarmi la tesi. Al secondo anno, quando c'erano alcuni che le correvano dietro da anni.


Poi mi disse " però devi imparare il tedesco, hai cinque mesi per farlo, altrimenti, niente tesi"


Quell'anno cominciai a lavorare dove sto adesso, ero precario, non avevo ferie non c'erano permessi di studio. Ogni tre mesi mi licenziavano riassumendomi dopo 5 giorni. Altro che tedesco, non avevo più tempo. O forse mi era passata la voglia non so. Lei si dispiacque assai, mi voleva bene. Era anziana già allora ma è morta quasi centenaria una decina di anni fa.


era davvero brava ed aveva un bel nome, Margherita.

venerdì 24 ottobre 2008

Gelminator



" sentendo parlare di una società senza classi


il fanciullo sogna di un mondo che marina la scuola"


Jacques Prévert


Sto seguendo alla tv una trasmissione in cui si parla di scuola ( e per forza, è il tema del momento ) ma purtroppo devo dire che non ho mai sentito dire sulla scuola e della scuola tanti strafalcioni.


Non mi va nemmeno di analizzarli, serve a niente e si rischia di perdersi sui particolari. Ma una cosa la voglio dire: quello che prospetta Gelmini non è una riforma, è una punizione.


 Ammettiamo che la scuola pubblica non funzioni bene, che si debba migliorare. Quale è il modo migliore? Forse ce ne sono molti, forse alcuni sono migliori di altri. Parliamone. Sicuramente non è un buon modo quello di tagliare i fondi. Invece questo stanno facendo. Questo e soltanto questo.


Speriamo che si ricredano ma io temo di no. Perché temo di no? E' semplice, perché a fare il ministro della Istruzione hanno messo una povera sprovveduta, le hanno dato la carica, come i pupazzetti meccanici di una volta e le hanno detto " vai tranquilla, pensaci tu". E lei lì, si vede benissimo, a ripetere una lezioncina che ha imparato a memoria ma è dubbio assai che ci abbia capito alcunché.Tutto qui.


E intanto ci provano. Se va bene la scuola pubblica costerà di meno ma varrà assai poco. Se va male, pazienza, cacceranno la Gelmini ed amen. Diranno vabbeh, era una incompetente, è tutta colpa sua.


http://it.youtube.com/watch?v=YXG83p2nkHw

lunedì 20 ottobre 2008

 



Ci sono tanti modi di volare:


con le ali, con il cuore, con la mente.


Fin che si vola, si vola.



 http://it.youtube.com/watch?v=G1tGdoA6mCc&feature=related


 

domenica 12 ottobre 2008

A Cristina che mi ha fatto divertire


( e fare bella figura )



Ho lasciato l'assurdo sul comodino. Così si intitolava lo spettacolo di stasera al " Dario Vittori". Cristina ed il suo collega  sono stati bravissimi, il tempo è passato velocemente, tra risate ed applausi. Bravo Luis Gabriel Santiago che ha scritto i testi, bravo il pianista che li ha accompagnati. Mi sono divertito, dopo una giornata non proprio da bollino blu. E sono contento di essere stato proprio io a proporli. Bravi.



domenica 5 ottobre 2008


 Non è un post triste questo. Anzi, sono assai sereno. E' solo che mi va di fissare nel ricordo questo giorno un po' così. E poi a quanto pare questo per me è l'anno dei funerali, speriamo che passi presto, uff. Il fatto è che se hai un amico caro e questo perde sua madre, a prescindere dall'età di lei, dispiace anche a te. Hai voglia a dire " ha fatto la sua vita". il distacco c'è e forte e tu lo senti e lo condividi.


Così, in una settimana sono morte la mamma di Wilma, la mamma di Antonio, la mamma di Giampiero. Quest'ultima, Itala, la conoscevo assai bene, non solo per una lontana parentela acquisita ma anche per le tre bellissime estati ( 70, 71,72 ) trascorse in vacanza a San Benedetto del Tronto, dove noi guidoniani eravamo come una colonia allegra e solidale ed eravamo tanti che praticamente occupavamo tutto il Sud Est (lo stabilimento) senza contare quelli che nel we ci venivano a trovare.


All'alba di ieri anche lei se ne è andata e stamane ci sono statii  funerali. C'era molta gente. Come voleva lei c'erano pochi fiori ma tra parenti ed amici abbiamo raccolto una bella somma per un'associazione di volontariato, la cosa migliore.


Purtroppo, preso dalle cose di tutti i giorni, mi sono dimenticato di avvisare mia madre e stasera al telefono l'ho sentita un po' dispiaciuta di non aver partecipato  anche se non me l'ha detto. Però mi ha detto una cosa che non sapevo: "sai, era davvero brava, ha cucito il mio abito da sposa". Ed è stata un po' in silenzio e l'ho sentita per un attimo persa dietro ai ricordi di una fanciullezza austera, sì, in quel  dopoguerra ma certamente felice e piena di voglia di vivere.


Erano quasi le 12 quando la funzione è finita. Sono uscito fuori, fumavo e guardavo i due grandi cedri del libano ai lati della chiesa che rilasciavano nuvole di polline giallo quando il tempo all'improvviso è cambiato. Una folata gelida ha abbassato in pochi secondi la temperatura di molti gradi. E' arrivato l'autunno anzi, adesso sembra inverno.


Poi il corteo è partito ma io sono andato per i fatti miei. Lunedì devo andare al cimitero per occuparmi della tomba di mio nonno. Andrò a trovare anche lei.


http://it.youtube.com/watch?v=rMxjxAg6pJc



venerdì 3 ottobre 2008


Più volte mi sono chiesto in passato


se veramente ci sono cose infinite


o se esistono solo nei desideri.


Ma infinito non è di noi mortali


e non me lo chiedo più, da tempo.


Però so che ci sono cose


che dureranno quanto me.


Infinite, dentro la mia fine.


Amos Farmer


 


http://it.youtube.com/watch?v=eIiAdHGi3AI&feature=related