giovedì 25 settembre 2008

Carpent tua poma nepotes


( Virgilio, Egloghe )



Nel pomeriggio sono stato in campagna a prendere accordi con il muratore. Finalmente realizzerò il forno e poi un patio chiuso su tre lati, aperto solo a mezzogiorno per catturare la luce ed il calore del sole anche d'inverno.



La vite della foto non c'è più. E' come se la straordinaria produzione di uva dell'anno scorso l'abbia esaurita e si è seccata. Del resto quest'anno ho raccolto davvero poca uva: niente nel pergolato dietro il casale, niente nelle viti al confine. Solo un po' di fragolino e di moscato nella vignetta che ho sul punto più alto del terreno.


Ma  la vigna non l'ho mai curata, vuole tempo ed attenzioni. Io tempo non ne ho molto e di attenzioni evidentemente... sono poco capace.




Però ci sono le pere invernali, le mele, le mandorle, i melograni, ancora un po' di fichi e gli alberi di cachi pieni di frutti. E poi ci sono tante olive, quest'anno, davvero tante ed è già ora di pulire gli alberi dai polloni e fresare le erbacce affinché non ci siano problemi per le reti.



 In più quest'anno...c'è l'orto!


Io e Giovanni ( il mio aiutante ) abbiamo piantato ogni sorta di ortaggi invernali. E stanno venendo assai bene. Io volevo comprare il concime chimico, lui invece ha fatto il giro di stalle, ovili e pollai e adesso abbiamo sacchi di letame di ogni tipo. Vabbeh, puzzicchia un po' ma è una mano santa,  le piante crescono a vista d'occhio!




Il mio vicino Nicolae lo vedo un po' abbacchiato. Eugenia è tornata in Romania con la bambina e forse ci starà parecchio. Si vede che gli mancano assai ma un giorno che abbiamo parlato lei mi ha detto che la loro casa è umida e che non voleva farci passare l'inverno alla bambina. Mi sa che tornerà solo in primavera. Così il giorno lo vedo tutto preso dalle sue incombenze ma sorride poco, non mi sembra più lui. 


Ci sono un sacco di gatti nuovi ma il mio Costantino non sembra molto geloso del territorio. Te credo, saranno tutti figli suoi!



fatto sta che dei topi che si vedevano ogni tanto adesso...nemmeno l'ombra!



Devo trovare il tempo di fare la marmellata di mele cotogne, l'anno scorso è stata un successone anche se prepararla è 'na fatica tanta.



e poi tentare un esperimento anche con la fejoia sellowiana, chissà come ci viene la marmellata.



Questo devo ricordarmi di prendelo dal casale e portarmelo sempre in tasca. Quest'anno me ne stanno succedendo  tante e tutte in negativo, cavolo. Hai visto mai che funziona?






Luoghi, prodotti e foto, tutta roba mia ( tranne il topo, che se l'è preso il gatto)



Caio Aratore

martedì 23 settembre 2008

XXXVII



Tra un'udienza in tribunale e l'inaugurazione di una casa-famiglia mi è venuta in mente una cosa...oggi compio 37 anni di lavoro, qui.


Ero giovane, ero diverso, era diversa la città ed era diversa anche la gente. O forse sono soltanto io che la vedo così, chissà.


Una cosa invece è certa: gli anni passati, volati, perduti.


Perduti? no, non credo. Qualcosa è rimasto, dentro e fuori di me a ricordarmi il lavoro svolto.  E se mi guardo indietro mi viene un po' di commozione nel ricordare quel giovane precario che vedeva il lavoro come un qualcosa per pagarsi gli studi, per andare avanti senza gravare più di tanto sulla famiglia.


Anche se i miei mai e poi mai mi avrebbero chiesto di andare a lavorare prima di essermi laureato. Anzi, erano decisamente perplessi di fronte alla mia scelta.


Non mi sono mai annoiato, non mi sono mai perso d'animo nei momenti difficili. E se li ho superati sempre io lo so perché: ho usato in abbondanza l'unica virtù che sono sicuro di avere, la pazienza.


E adesso approfitto di questo momento che sono solo per lasciarmi andare un po' ai ricordi e farmi gli auguri da solo, prima che ricominci il via vai del pomeriggio.


Auguri Caio, altri  tre di questi giorni ;)


lunedì 22 settembre 2008


Lucinda Matlock




Andavo a ballare a Chandlerville,
e giocavo a carte a Winchester.
Una volta ci scambiammo i cavalieri
al ritorno in carrozza sotto la luna di giugno,
e così conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme settant’anni,
divertendoci, lavorando, crescendo dodici figli,
otto dei quali ci morirono,
prima che arrivassi a sessant’anni.
Filavo, tessevo, tenevo in ordine la casa, assistevo i malati,
curavo il giardino, e alla festa
andavo a zonzo per i campi dove cantavano le allodole,
e lungo lo Spoon raccogliendo molte conchiglie,
e molti fiori ed erbe medicinali—
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a un dolce riposo.
Cos’è questa storia di dolori e stanchezza,
e ira, scontento e speranze cadute?
Figli e figlie degeneri,
la vita è troppo forte per voi—
ci vuole vita per amare la vita.


Edgar Lee Masters


http://it.youtube.com/watch?v=ZromQvtZzk8

domenica 14 settembre 2008

" 'ffacciate alla finestra, o ricciolona,


damme 'na goccia d'acqua se ce ll'hai,


se non me la vòi dà, padrona sei"


stornello monticellese




Ier sera sono andato a portare il regalo a due cari amici di famiglia che oggi festeggiano i 50 anni di matrimonio. Mi fa sempre piacere salire su al Borgo  e risentire la freschezza ed il profumo delle antiche case di pietra che un tempo hanno visto tante generazioni di Monticellesi, poi si sono quasi del tutto svuotate e adesso sono per metà e passa dimora di gente nuova, venuta da lontano e che pure...ha ridato loro uno scopo e nuova vita. Faceva fresco e nemmeno mi è stato pesante salire i passa duecento scalini di dislivello tra casa mia, costruita alla fine dell'800 nella parte nuova del paese, fin dentro le mura, dove si accede da un piccolo e bassissimo tunnel ( ah quante volte ci ho sbattuto la testa da ragazzo!) chiamato Cattabòscio (Sic, poi ve lo spiego hehe).


I miei amici hanno ristrutturato ed abbellito una casa su due piani, proprio di fronte all'edicola della Madonna del Buon Consiglio e adesso ci vivono, con una figlia, il marito ed i nipoti.


Balconi e finestre fioriti, affacciati da un lato sulla stradina del borgo, dall'altro sul vasto panorama che spazia dal monte Lucretile ai monti di Tivoli, ai Castelli romani e a destra la piana, fino al mare.


Dentro casa un'aria serena di festa, come si conviene a due che hanno raggiunto insieme questo importante traguardo, crescendo, tra l'altro, quattro figli.


Stavamo prendendo insieme dei dolcetti e una bibita quando fuori la porta si è sentito un trambusto, hanno bussato e...


...e per strada c'erano decine di amici vocianti e sorridenti che hanno invitato la sposa ad affacciarsi perché...perché dovevano dedicarle gli stornelli!


Gli stornelli accompagnati dal tamburello ( così come la " poèta" in ottava rima ) fanno parte delle tradizioni di questa area centro-meridionale. Tradizioni che (purtroppo) stanno ormai tramontando assieme a quella che è stata la cultura contadina.


Era tanto che non assistevo ad una cosa così e devo dire che mi sono divertito tantissimo ad ascoltare il ritmo dei tamburelli, l'allegria delle canzoni ( alcune ammiccanti, altre tenere e romantiche altre ancora ironiche e sfottenti ).


Poi sono comparse crostate, ciambelline, dolcetti paesani e tanto vino e l'atmosfera si è scaldata ancora di più.


Così mentre la festa andava avanti per strada e contagiava un po' tutti, anche i numerosi rumeni del vicinato, ho tirato fuori il palmare ed ho registrato un po' di stornelli, contando di trascriverli e magari di pubblicarne qualcuno.


Intanto, beccatevi qualche foto del paese e dei suoi costumi;)









sabato 6 settembre 2008

Doppo incomincia er tormento de la schòla


G.Gioacchino Belli



Io di scuola me ne intendo. Ci ho passato una vita: prima sui banchi, fino all'università e poi me ne sono occupato, professionalmente per più di 26 anni. Ed ancora non ho smesso. Della scuola conosco tutti gli aspetti ed i problemi, dalla progettazione, dislocazione e costruzione degli  edifici ai servizi, all'acquisto di banchi ed attrezzature,dai sussidi didattici all'assistenza degli alunni H, alle mense, ai trasporti, alla pulizia, al personale, alla sicurezza. Ho diretto per 22 anni  le scuole materne del comune, con 44 insegnanti, centinaia di supplenti e migliaia di alunni, ho insegnato nelle scuole dell'Esercito italiano, ho tenuto lezioni alle medie, nei licei e persino nei corsi post laurea di una università assai nota.


Ora, voi che leggete, non giudicatemi male, non sto scrivendo questo per assoluta mancanza di modestia ma perché...


Perché assistendo, in questi giorni agli sforzi sovrumani e geniali della triade Tremonti Gelmini Brunetta per risparmiare nella scuola almeno 7,5 miliardi di euro e non so quante decine di migliaia di posti di lavoro mi è venuto irrefrenabile il desiderio di contribuire a tale benemerita impresa, avanzando le proposte che di seguito esporrò:


1) Riduzione della statura degli alunni. Oggi l'eugenetica può fare miracoli ed io credo che non sarebbe fuori portata l'obiettivo di ottenere entro 3-4 anni una generazione di bambini alunni che, a fine crescita non siano più alti di Brunetta ( le femminucce ) e di Berlusconi ( i maschietti) questo farebbe risparmiare assai sui materiali per i banchi e le sedie. Ma non solo, agevolerebbe ai dirigenti scolastici il compito di stipare 40 scolari/ studenti in un'aula, cosa che, tra l'altro, farebbe risparmiare sul riscaldamento.


2) Abolizione delle mense scolastiche. No, dico ma avete visto come sono grassi i bambini di oggi? Che mangino solo la sera, a casa.
Loro dimagriranno e lo stato ed i comuni risparmieranno. oltre a cio', nessun rischio di intossicazione alimentare, nessun problema di appalti tarocchi.


3) Riduzione drastica degli scuolabus. I comuni saranno obbligati a fornire il trasporto solo a chi abita a più di 15 km dalla scuola, gli altri vadano a piedi che un po' di sano sport fa bene e non ingrassano. Ovviamente lo stato e gli Enti locali risparmiano.


4) Abolizione delle lavagne. Occorre assecondare la naturale tendenza dei ragazzi a scrivere sui muri. Ovviamente ogni mattina le pareti dovranno essere nuovamente bianche ed intonse. A ciò provvederanno gli insegnanti nella seconda ora in più che dovranno fare a scuola ( di cosa dovranno fare nella prima si dirà poi). Lo stato e gli Enti locali ovviamente risparmieranno.


5) drastica riduzione  del personale ATA. Basterà una persona per ogni scuola che apra la mattina e chiuda la sera. La pulizia dovrà essere assicurata dagli insegnanti che all'uopo entreranno a scuola un'ora e mezza prima delle lezioni. In tal modo il risparmio è doppio in quanto diventeranno inutili anche eventuali servizi di pre-post scuola. Gl insegnanti, mentre ramazzano e passano lo strofinaccio possono benissimo tenere d'occhio gli alunni presenti prima dell'inizio delle lezioni ed eventualmente indottrinarli un po'. Qui il risparmio è fortissimo. Inoltre l'alunno potrà rendersi conto che l'insegnante ( la maggioranza, si sa, sono donne) non è la megera senza cuore che sembra ma quantomeno è anche una  massaia. Dall'apprendimento delle tecniche di spazzatura e lavaggio delle insegnanti potranno inoltre derivare positive ricadute sulle famiglie, una volta riferite alle mamme.


6) Creazione degli orti biologici scolastici. I giardini delle scuole verranno coltivati a cereali ed ortaggi. ( sì lo so che l'idea non è del tutto originale, ci sono già stati gli orti di guerra nel periodo fascista. Embe'? perché le buone idee non possono essere imitate e riproposte?) Con questa proposta si realizzerà una summa di utilità e risparmio. Anzitutto gli alunni apprenderanno le tecniche di coltivazione ( che non si sa mai) poi se ne avvantaggerà l'economia nazionale, sempre più dipendente dalle importazioni alimentari. L'innovazione, forte, consiste in questo: niente concimi, tutto biologico. I bagni verranno chiusi, alunni ed insegnanti faranno bisognini e bisognoni tra pomodori, zucchine e melanzane. Per chi non può proprio fare a meno della privacy ci saranno, obbligatori, almeno 4 filari di girasoli o granturco. Infine, poiché in italia è ancora vietato lo sfruttamento del lavoro minorile ( ma è allo studio l'abbassamento a 10 anni dell'obbligo scolastico perciò alla fine gli undicenni qualcosa dovranno pur fare...) infine, dicevo la manodopera verrà assicurata dagli insegnanti con una ulteriore ora di presenza serale ( di sera fa fresco, la zappa pesa di meno e non si suda) gli studenti, al massimo metteranno le piantine. I prodotti verranno venduti ogni mattina ai genitori che accompagnano a scuola i figli. Essendo prodotti a km zero e coltivati su suolo pubblico inquineranno quasi niente e costeranno assai di meno. Ecco risolto, per le famiglie, il problema della quarta settimana.


7) cosa si farà del ricavato della vendita dei prodotti? Accidenti ma è ovvio!! sarà l'unico salario degli insegnanti e di tutto il personale! Ad dirigente scolastico, in ragione delle responsabilità verrà riconosciuto il diritto di portarsi a casa l'invenduto...Che dici, tu, Alidada? Vuoi lo stipendio fissoooo??? ma che, sei matta? co' tutte le vacanze che c'avete!!


8) Un accenno ai cellulari: saranno permessi ma dovranno avere solo la funzione sms e solo due tasti, uno per il punto ed uno per la linea. Scriveranno in Morse, embeh? tanto io gli sms di mia figlia dodicenne non li capisco...


Aho', più risparmi di così...al momento non ho altre idee ma se mi vengono prometto che le scrivo, hehehe


http://it.youtube.com/watch?v=sQdwLLEw734

venerdì 5 settembre 2008


 


Non basta aprire la finestra


Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi e' soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C'e' solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori;
e un sogno di cio' che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse,
che mai e' quello che si vede quando la finestra si apre.


Pessoa


http://it.youtube.com/watch?v=3-4J5j74VPw