domenica 31 maggio 2009

Finalmente una buona notizia:


 Berlusconi tiene le corna



Ecco. Altro che supermacho sciupafemmine, a colpi di collier e feste faraoniche. Macché, è solo un povero vecchio cornuto, tradito dalla moglie dentro casa sua e per di più con un suo dipendente, quindi pagato da lui stesso. Cornuto e mazziato tiè, che compassione che fa.


Lo ha rivelato a Libero Daniela Santanché la quale, notoriamente, di corna se ne intende. E allora, perché non crederle?


Forza, votiamolo


mercoledì 27 maggio 2009

LAETITIA AVG(VSTI) N(OSTRI)


ovvero di come ogni imperatore


abbia la sua Letizia


 


LONDRA - "Un pericolo" per l'Italia. Due grandi giornali inglesi, il Financial Times e l'Independent, usano stamane la stessa espressione parlando di Silvio Berlusconi, alla luce delle vicende che hanno recentemente coinvolto il primo ministro e del suo rifiuto di rispondere alle domande che gli ha posto la Repubblica.

Dopo i numerosi servizi dei corrispondenti da Roma della stampa britannica, e due editoriali molto critici verso Berlusconi apparsi sul Times di Londra, quotidiano filoconservatore, e sul Guardian, quotidiano filolaburista, oggi a occuparsi del caso sono il quotidiano della City, considerato l'organo di informazione più autorevole d'Europa, e l'Independent, che dedica alla questione un ampio ritratto del premier italiano su due intere pagine.

Silvio Berlusconi "non è chiaramente un altro Mussolini" e il suo potere non comporta il rischio di un ritorno al fascismo, "ma è un pericolo per l'Italia e un maligno esempio", afferma l'editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione del giornale, collocato al primo posto frai tre commenti del giorno nella pagina "Op-Ed" (opinioni ed editoriali) del Financial Times, subito al di sotto del motto del Ft, "Without fear and without favor", ossia senza timori reverenziali e senza fare favori a nessuno. "Mentre vengono poste pesanti domande sulla sua relazione con un'adolescente che sogna di diventare una star, domande che sua moglie è stata la prima a sollevare, Berlusconi si è rivolto contro il suo più ostinato interrogante, il quotidiano di centro-sinistra la Repubblica, ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande sostenendo che sono viziate da un pregiudizio politico. Egli ha mostrato simile belligeranza verso i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell'avvocato inglese David Mills, definendoli militanti di sinistra, sebbene il parlamento lo abbia reso immune dall'essere processato. E insoddisfatto anche di un così utile parlamento, ha detto che dovrebbe essere drasticamente ridotto a 100 deputati, mentre il potere del premier dovrebbe essere accresciuto".








Il pericolo rappresentato da Berlusconi, prosegue l'editoriale del quotidiano finanziario, è di "svuotare i media di serio contenuto politico, rimpiazzandolo con l'intrattenimento, di demonizzare i nemici e rifiutare di accettare la legittimazione di ogni critica indipendente". Il pericolo è "mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine di massa, composta da affermazioni di successi ininterrotti e sostegno di popolo". Che Berlusconi sia così dominante è "in parte colpa di una sinistra titubante, di istituzioni deboli e talvolta politicizzate, di un giornalismo spesso subalterno. Ma più di tutto è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio maligno per tutti".

Il lungo articolo dell'Independent, firmato dall'ex corrispondente da Roma, Peter Popham, ricostruisce punto per punto tutti gli sviluppi della "Berlusconi's story", chiedendosi se un leader coinvolto in così tanti scandali, controversie e processi, possa finire per perdere il potere a causa di una vicenda apparentemente minore, come la partecipazione al compleanno di una ragazza diciottenne, riportata inizialmente in un trafiletto di giornale da Repubblica, ma poi gonfiata dalla decisione di Veronica Lario di chiedere per questo il divorzio, sostenendo che suo marito ha incontri "con minorenni", che "non sta bene" e che "ha bisogno di aiuto". L'implicita allusione dell'Independent è allo scandalo Watergate, anch'esso iniziato con una piccola notizia di cronaca, un apparente tentativo di furto nel quartier generale del partito democratico americano, ma poi terminato con le dimissioni di Richard Nixon. Il quotidiano londinese conclude che oggi Berlusconi è di fronte al "rischio reale" di perdere consensi alle prossime elezioni europee, particolarmente dopo le critiche espresse da alte autorità della Chiesa cattolica per il suo comportamento. La questione dei suoi rapporti con Noemi Letizia, afferma il giornale, "non è triviale". Vivere in Italia oggi è "come essere intrappolati in un campo di lava che sta lentamente ma inesorabilmente scivolando giù da un pendio". Gli scandali di Mani Pulite, anziché portare alla nascita di una rivitalizzata "Seconda repubblica", hanno condotto a una "Età di Silvio e al lento ma costante degrado delle istituzioni democratiche della nazione". Se il primo ministro può "mentire così spudoratamente" sulla sua relazione con una teen-ager, allora l'Italia "è in pericolo".


(27 maggio 2009)



Di una gita, dei ragazzi nonni e un po' di nostalgia



Montecelio


Io sono nato nel 1950. Eravamo in tanti su al paese, di quella classe.Tanti maschi, tante femmine. Eravamo in classi separate, alle elementari.Soltanto alle medie stavamo tutti insieme.  Dopo le medie, ognuno per la sua strada,prima la scuola, poi la vita, il lavoro, la famiglia. A 35 anni abbiamo cominciato a rivederci, ogni 5 anni. A fare una gita  insieme, a passare un giorno sospeso, tra l'attualità ed i ricordi.Questa "poesia" la scrissi la notte prima della gita dei 40 anni. 19 anni fa. Poi ci sono state altre volte e l'anno prossimo ce ne sarà un'altra,quella che evoco nella poesia ( "la prossima, prometto, tra vint'anni") Mi rendo conto che non è di facile lettura, il mio dialetto. Ma io è così che penso e poi, di solito traduco mentre parlo, a meno che non parli con mia madre o con gli amici di un tempo. Non so perché stasera la posto sul blog. Forse l'ho già fatto, anni fa, non ricordo. E chiedo scusa a chi, tra i miei amici ed amiche non ha dimestichezza con i dialetti metafonetici dell'Italia centrale. Ma cercando tutt'altra cosa tra i documenti l'ho ritrovata e mi è venuta questa voglia. Ed eccola qui. Sarà che stamane in una riunione di lavoro ho incontrato una delle mie compagne di classe e di liceo, boh. Parla dei ricordi della fanciullezza e della gioventù. E parla di quella stagione, l'estate, in cui mi pareva di essere entrato- a pieno titolo- in quell'anno. L'anno dei Mondiali di Roma 90, delle " notti magiche aspettando il gol..."e di tante altre cose, nella stagione del raccolto.


L'anno prossimo saranno i nostri 60 anni. E il tema della poesia non sarà di certo l'estate bensì l'autunno. E beh, è così, che ci vogliamo fare? Su una cosa non ci ho azzeccato. Forse ci speravo ma non sarò ancora un " ragazzo nonno" pazienza. Arriverà anche quel momento. Chi ha fretta?




1957




1970



1971



1976



1980



‘A CLASSE


(24 giugno 1990)


 



Vardàmoce ‘po’ ‘n faccia, ‘n ce sse crede,


ce semo fatti tutti quanti ‘ranni,


(e ognunu neu specchiu se ‘o vede)


perché semo ‘rrivati a quarant’anni.


 


Oggi è ‘na festa ‘ròssa: Sagnuvanni;


rappresenta ‘u sòle, che ‘rrivatu ‘n cima,


pianu pianu rescegne versu ‘e valli,


retrovènnose ormai da’a parte china.


 


E rappresenta pure ‘a vita umana,


quanno che ormai matura e produttiva,


se comincia a sentì ‘na cosa strana,


perché ‘ntravvede già quell’atra riva.


 


Ce dice ch’è ‘ffenita primavera …


ma vvè l’estate e ‘a volemo bbella


co’ ‘u sòle sempre callu fino a sera


e l’Allegria vecinu pe’ sorella.


 


Ma vvè l’estate e ‘a volemo doce,


pè’ nnui e pe’ tutti, giorno dopo giorno


che non se senta mai l’amara voce


de chi ha raggione de lagnasse ‘ntorno.


 


“Te ‘o recordi, Arfò, me pare jeri”


me disse l’aru ggiorno Luiggino,,


‘a scola, ‘e figurine, i cortoccitti,


‘e gelosie, ‘e liti, ‘e reppaciate,


 


 



‘o tèngo tuttu quantu scrittu ‘n mènte,


comme se ‘u tempu ‘n fosse mmai passatu,


comme se ‘u mezzu n ‘ci stavesse gnente,


eppure a quarant’anni so ‘rrivatu!”


 


“Me ‘o recordo, certu” ji respose


“me pare ch’è successu solo jeri,


e ‘nsieme a quesso de tant’are cose


che me revengu spissu nei penzeri.


 


De quanno pijeàmo l’autobbusse


e de ‘e canzoni, i balli ‘e regazze


ognuna ce parea che bella fosse


de ognuna se sperea che ce volesse


 


Me resògno ‘gni tantu ‘n ballu a scòla


e ‘na regazza che spissu ce ballea:


de tante me resògno essa sòla,


e ballènno me pare che parlea:


 


“tu me volii, però no’ me o si dittu”


“non te ‘o so dittu: non me n’accorgea”.


chisà quanti de sogni come quistu


ognun de nui se porta nell’idea!


 


Chisà quante storie ‘n so’ mai nate


pe’ ‘na cosa ppiù micchia de’ ‘n capillu;


mejo coscì, però, che ‘lle stronzate


che ognun’ha fattu da giovanottillu!


 


Fortuna che ‘a vita, benché corta,


n’ara occasione bona te ‘a dane


e au momentu giustu te ‘a porta:


basta tenesse prunti a ‘pprofittane.


 


  


Specialmente pe’ nnui dell’Anno Santu,


che semo nati co’ ‘na bbona stella


u vantaggiu sarrà pe’ sempre tantu


e mai mancheremo de vedella.


 


Sti versi so’ pe’ vvui, ‘a Classe mea,


pe’ te che te rencontro ‘gni mmatina ,


pe’ te ch’era da mo’ che ‘n te vedea


e pure pe’ chi più non se vvecina.


 


Mo’ che so passata tutta ‘a notte


a scrive e a corrègge ‘ste do’ righe


fumènnome ‘n so quante sigarette,


mo’ quasi quasi me cce vè’ da ride.


 


Scusateme se ‘a rima ‘n’è sicura


e soprattutto se ve so annojati:


n’aru pocu ‘a strascio ‘sta bravura,


sti quattro versi tutti scompagnati.


 


A prossima, prometto, tra vint’anni,


quanno sarremo entrati ner Duemila,


quanno verremo (ormai ragazzi-nonni)


coll’autobbusse che funziona a pila.



Sta di fatto che l'anno prossimo mi ritocca, ho promesso e dovrò scriverla, un'altra poesia;)


lunedì 25 maggio 2009


So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta, da un fondale,
da un fuori che non c’è se mai nessuno
l’ha veduto.
So che si può esistere
non vivendo,
con radici strappate da ogni vento
se anche non muove foglia e non un soffio increspa
l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.
So che non c’è magia
di filtro o d’infusione
che possano spiegare come in te s’azzuffino
dita e capelli, come il tuo riso esploda
nel suo ringraziamento
al minuscolo dio a cui t’affidi,
d’ora in ora diverso, e ne diffidi.
So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente indisposta
al disponibile,
distratta rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze.
So che quello che afferri,
oggetto o mano, penna o portacenere,
brucia e non se n’accorge,
né tu t’avvedi tu animale innocente
inconsapevole
di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
e una sostanza, un raggio che si oscura.
So che si può vivere
nel fuochetto di paglia dell’emulazione
senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato
da Chi volle tu fossi… e se ne pentì.
Ora
uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti
lo scheletro dell’albero di Natale,
ti accompagna in sordina il mangianastri,
torni dentro, allo specchio ti dispiaci,
ti getti a terra, con lo straccio scrosti
dal pavimento le orme degl’intrusi.
Erano tanti e il più impresentabile
di tutti perché gli altri almeno parlano,
io, a bocca chiusa.

Eugenio Montale


http://www.youtube.com/watch?v=TCO8mQvH-gQ

sabato 16 maggio 2009

Metastasio, Ariette XLIV


Non so se la speranza
va con l'inganno unita;
so che mantiene in vita
qualche infelice almen.
So che sognata ancora
gli affanni altrui ristora
la sola idea gradita
del sospirato ben.



http://www.youtube.com/watch?v=4oZYqAeIdYk&feature=related

venerdì 8 maggio 2009

Che tempi...



il padre ha dichiarato che lui era sempre presente;


che c'è di strano?


anche i contadini sono sempre presenti


quando portano le vacche al toro...

venerdì 1 maggio 2009


La notte bella


di Giuseppe Ungaretti


Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Quale foresta sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco
d'universo


http://www.youtube.com/watch?v=vQVeaIHWWck