martedì 29 dicembre 2009

CAIVS VIBVLLIVS FIDVS
AETATIS SVAE LIX


Quello con Pavarotti era un post abortito, confesso. Avevo delle cose da dire e volevo esordire con una canzone. Poi mi hanno distratto, non ho avuto tempo ed è rimasto così. Capita.
Iin realtà avrei voluto toglierlo ma voi ci avete fatto dei commenti, come fare? Non si poteva più!:)
Mi viene sempre in mente una frase che diceva nonna : un bel tacer, non fu mai scritto".
Ed è così. Almeno qui.
 Ci sono in realtà dei bei silenzi ma accadono quando magari uno o diversi sensi comunicano. Comunicano con un'altra persona, con le cose, con il Creato intero.
Uno sguardo a volte dice più della Treccani e così il tocco di una mano, un sorriso, un profumo, un volo d'uccelli, una musica,un tramonto sul mare, la luna alta nel cielo, un prato verde e rosso di fiori...quante cose parlano. E come parlano.
Qui no. Cioè, puoi anche tacere, non scrivere nulla ma allora il blog...che senso avrebbe?
Stasera sono uscito, mi sono fatto un regalo. Una reflex, che non porterò in vacanza, perché dovrei studiarmi le istruzioni e non ne ho voglia. Però sentivo il bisogno di regalarmi una cosa e l'ho fatto.
Ecco...a volte FARE è più facile che DIRE.
Succede, a volte, di ripromettersi di non lasciare cose non dette. Proprio così.
Ma poi si inizia con una, piccola, insignificante. Si pensa " che male c'è?" e a questa ne seguono magari altre. Magari più importanti, di quelle che piano piano fanno scendere un sipario pesante, che allontanano. Succede.
Ah, ci vorrebbe la lettura del pensiero...o forse no. Forse sarebbe peggio. Chissà.
Tra un po' quest'anno finisce. Tra un paio di giorni.
E ne inizia uno importante.
Non che quelli passati non lo siano stati. E sono sicuro che saranno importanti anche quelli dopo. Quanti saranno saranno.
Ma il 2010 sarà il compimento dei miei 60 anni. Mica pizza e fichi, ahò, sessantanni. Vedi come suona liscia e piana ed anche un po' rotonda, questa parola? Sessantanni!!
Hehehe, niente più problemi da cinquantenne aggrappato ad un residuo di giovinezza. Uè, diventerò ANZIANO!.
Anzi, secondo il regolamento che io stesso ho redatto anni fa avrò diritto, nientemeno, che ad iscrivermi ad uno degli 11 Centri sociali anziani del comune, potrò andare a giocare a carte, ballare il liscio e fare il soggiorno estivo a Cesenatico!
Uggesù, se ci penso mi viene la pelle d'oca!:)
Ma torniamo alle cose non dette. Passato il momento giusto, non vale più. Meglio tenersele dentro. Per sempre. Meglio non essere afflitti da quel male che i francesi chiamano " ésprit de l'escalier".
Se sei uscito e stai già per le scale...che torni indietro a dire quello che volevi e non hai detto? Meglio andare e pensare al domani.
E domani si parte.
A voi che leggete, un saluto e l'augurio di ogni bene:)



mercoledì 23 dicembre 2009


 

 

Adesso voglio vedere chi dice che non sono mattiniero!


 

Beh, credo di aver esagerato un po' con caffè e sigarette, ieri. Così non sono andato a letto. Ho lavorato un po', navigato un po', guardato un po' la tv e così via dicendo, di tutto un po'. Ah, la vecchiaia! Ormai a letto non ci vado. Mi faccio una doccia e vado un po' in campagna a raccogliere broccoletti ( se ieri notte il gelo non li ha bruciati ). Poi in ufficio, dove spero di avere poco da fare. Anzi qualcosa voglio fare:uno scavo archeologico sulla scrivania, per buttare od archiviare un po' di roba vecchia!
E mo, che vi dico?
Niente, vi lascio una canzone. Avrei voluto mettere un saluto vocale, l'avevo pure preparato ma a quanto pare le registrazioni Nokia il blog non le accetta. O non sono abbastanza capace, boh, vacci a capire.



Svegliaaaaa!!!!!






 

sabato 19 dicembre 2009

Un Natale, ancora


Silent night, holy night!
All is calm, all is bright.


Round yon Virgin, Mother and Child.
Holy infant so tender and mild,
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace.


Silent night, holy night!
Shepherds quake at the sight.
Glories stream from heaven afar
Heavenly hosts sing Alleluia,
Christ the Savior is born!
Christ the Savior is born.


Silent night, holy night!
Son of God love's pure light.


Radiant beams from Thy holy face
With dawn of redeeming grace,


Jesus Lord, at Thy birth.
Jesus Lord, at Thy birth.



 

Lo so, a Natale ci manca una settimana, c'è tempo. Ma stasera, salendo su al mio borgo natio ho avuto piena l'impressione dell'atmosfera natalizia. Pioveva acqua gelida e pungente, a tratti grandinava. Ho parcheggiato davanti al Duomo, non c'era nessuno in piazza. Il ristorante lì a due passi, sono entrato in fretta.
Dentro...quasi un salto nel passato: i miei compagni delle elementari e delle medie, ragazzi ormai quasi sessantenni, come me:)
E' così che ti accorgi di invecchiare, nello specchio degli altri. Le ragazze che sono diventate quasi tutte prosperose matrone, contentissime di parlare dei nipotini, i ragazzi con i capelli bianchi o d'argento (chi li ha ancora eh).
A dire il vero viviamo quasi tutti nei dintorni eppure mi sono meravigliato di quanto poco li abbia incontrati negli ultimi 5 anni. E sono stato contento di rivederli.
Vite diverse, destini diversi, mediamente fortunati, alcuni purtroppo segnati da brutte cose, come D. che ha dovuto seppellire il figlio ed a tratti ti accorgi che ci pensa. E come ci pensa. Ma stasera siamo stati in allegria, senza troppo pensare a quel che è stato. L'argomento era...dove andiamo la prossima primavera per la gita dei 60 anni?. C'erano le proposte più disparate ed anche alcune costose, di più giorni.
Quando l'hanno chiesto a me mi sono astenuto. Ho detto " scegliete voi, a me basta che passiamo una giornata insieme in allegria, non c'è mica bisogno che ci allontaniamo troppo".
P. , che è stata sempre la più sveglia, è venuta a sedermisi vicino e mi ha detto " ho capito perché hai detto così, grazie".
Andando via ho trovato la macchina coperta di grandine fina fina, immagino che domattina il Lucretile sarà tutto imbiancato. Ho messo in moto ma invece di prendere la discesa sono salito su al colle dei Cappuccini per dare uno sguardo alla strada dove abitavo da piccolo, la casa di mio nonno, la casa col cavalluccio di marmo , dove sono nato.

venerdì 18 dicembre 2009


 Des Ronds Dans L'Eau
(Francoise Hardy)


Tu commenças ta vie
tout au bord d'un ruisseau
tu vécus de ces bruits
qui courent dans les roseaux
qui montent des chemins
que filtrent les taillis
les ailes du moulin
les cloches de midi
soulignant d'un sourire
la chanson d'un oiseau
tu prenais des plaisirs
à faire des ronds dans l'eau
aujourd'hui tu ballottes
dans des eaux moins tranquilles
tu t'acharnes et tu flottes
mais l'amour, où est-il ?
l'ambition a des lois
l'ambition est un culte
tu voudrais que ta voix
domine le tumulte
tu voudrais que l'on t'aime
un peu comme un héros
mais qui saurait quand même
faire des ronds dans l'eau
s'il y a tous ces témoins
que tu veux dans ton dos
dis-toi qu'ils pourraient bien
devant tes ronds dans l'eau
te prendre pour l'idiot
l'idiot de ton village
qui lui est resté là
pour faire des ronds dans l'eau
pour faire des ronds dans l'eau

lunedì 14 dicembre 2009

Un po' di sonno, un po' di sigarette, un po' di stanchezza...
un po' di Mina, un po' di  Gibran,
un po' di me, dopo una doccia fredda in campagna




La mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento puo' soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.
K. Gibran




 

domenica 13 dicembre 2009


Caro amore
nei tramonti d'aprile
caro amore
quando il sole si uccide
oltre le onde
puoi sentire piangere e gioire
anche il vento ed il mare.

Caro amore
così un uomo piange
caro amore
al sole, al vento e ai verdi anni
che cantando se ne vanno
dopo il mattino di maggio
quando sono venuti
e quando scalzi
e con gli occhi ridenti
sulla sabbia scrivevamo contenti
le più ingenue parole.

Caro amore
i fiori dell'altr'anno
caro amore
sono sfioriti e mai più
rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi sono le foglie.

Caro amore
così un uomo vive
caro amore
e il sole e il vento e i verdi anni
si rincorrono cantando
verso il novembre a cui
ci vanno portando
e dove un giorno con un triste sorriso
ci diremo tra le labbra ormai stanche
"eri il mio caro amore".


Testi di Fabrizio De Andrè


mercoledì 9 dicembre 2009



Da giovin quand'amavo, amavo, pareami dolce assai a scorciare il tempo
per mio vantaggio, oh, codesti eran guai.

W. Shakespeare Amleto, AttoV, Scena I


martedì 8 dicembre 2009


83° Corso Allievi Ufficiali



Navigando su internet ormai si trova di tutto. E così mi sono imbattuto in questo filmato. Poi mi sono accorto che a metterlo è stato il mio amico Mario, che assieme a me ha passato quegli indimenticabili 5 mesi tra la primavera e l'estate del 76 alla Caserma Rossetti, Cecchignola, Roma.
Quante marce, quante corse, quanta fatica e sudore ( a volte anche lacrime ) quante ore di studio e di addestramento in quella caserma...quante volte ti ritrovavi a pensare " noo, stavolta non gliela faccio proprio!"
In effetti non tutti ce la facemmo. Eravamo una novantina, circa 80 riuscimmo a completare il Corso. Poi le agognate stellette, la sciabola, la sciarpa blu.
E fummo Signori Ufficiali, 33 anni fa.
Grazie Mario:)



mercoledì 25 novembre 2009


 poi un giorno ti svegli
senza la voglia
di tornare



ma  rimane eterno
il dono di un sorriso
 il suo.

martedì 24 novembre 2009

Divertissement


uhm... niente di che ma c'ho fame

ho ancora fame

ancora un po'...

ecco, già va meglio

vabbeh, questa la lascio!!!





lunedì 23 novembre 2009



Vacuna-Victoria
o di una giornata nella profonda Sabina


A volte mi chiedo quanta strada avrebbero fatto i rozzi Romani senza l'innesto del sangue Sabino.
Beh, poca, scommetto! hehe
Ma Romolo ebbe l'occhio lungo e per migliorare la razza rapì le Sabine, che dritto:)
Oggi sono andato a vedere, a Rieti, la mostra per i duemila anni dalla nascita di Tito Flavio Vespasiano, il grande imperatore che risollevò lo Stato (ed anche l'immagine del potere imperiale) dopo il disastroso esito del principato di Nerone.




Una bella mostra, con un allestimento non proprio felice, considerata la tortuosità del percorso ma insomma ne valeva la pena. E poi era l’ultimo giorno, non potevo perderla.


Da casa mia a Rieti sono solo 66 km e ci sono diverse strade per raggiungere la Salaria e poi Rieti. All’andata ho fatto un pezzo di Palombarese, poi la via della Neve e poi la Salaria.


Al ritorno invece sono passato per Acquaviva di Nerola ( dove c’è una villa che fu di Antonino Pio ) poi Montelibretti, Moricone e Palombara, dove ho ripreso la Palombarese.


Me la sono presa comoda, uscendo di casa alle 12,30 poi mi sono fermato a pranzo al bivio di Monteleone Sabino. Alla Locanda di Esopo che mi aveva indicato albafucens.



 


Non è male come posto: una villetta isolata con un bel parcheggio, vicino ad un laghetto di pesca. Dentro, una sala grande divisa in due ambienti con arredo rustico e non uno ma due camini. Quello a destra entrando ( scommetto che è il tuo preferito, alba;) ) e quello dove fanno la carne arrosto, aldilà del bancone.


In sala un giovanotto un po’ casinaro ma gentile ( penso che sia il gestore ) ed una graziosa ragazza dell’est.


Oddio, pranzare al ristorante da soli non è il top, sa tanto di camionista o di commesso viaggiatore però avevo fame da vendere ( che novità ).


Ho preso antipasti al buffet ( due volte!) e fettuccine ai porcini. Da bere solo acqua, non si sa mai, guidando. Pagato poco, 15 euro e 60;)


Sul primo, ho sbagliato. Le tagliatelle erano stupende, fine fine e cotte al punto giusto che piace a me. Ma erano condite con porcini sott’olio, alquanto sciapi, devo dire. Colpa mia dovevo prendere il ragù di cinghiale, faceva un profumo! La prossima volta che mi ci fermo, sarà quello.



Rieti mi ha fatto una buona impressione, rispetto all’ultima volta che ci ero stato. L’ho trovata pulita, curata, silenziosa. La mostra era assistita: piccoli gruppi di 10 persone accompagnati da una guida. (in realtà la gente era pochissima)


La guida del mio gruppo era una giovane ragazza assai simpatica e si vedeva che le piaceva farlo. Era anche preparata ma più dal punto di vista divulgativo che scientifico. In effetti ho dovuto spiegarle la differenza tra un aureo ed un sesterzio, raccontarle come Vespasiano si fece pagare dai possessori le terre demaniali occupare abusivamente ed infine che i legionari al tempo di Vespasiano usavano ancora il gladio e non la spada ma insomma…sono quisquilie;)

D’altro canto ho visto ed imparato alcune cose che non conoscevo: un ritratto in marmo di Vespasiano realizzato trasformando una testa di Nerone ( il Senato aveva decretato la damnatio memoriae di Nerone e quindi nome ed immagini andavano distrutte ) ma non al punto da non riconoscerne i tratti salienti; una grande statua in posa eroica di un personaggio che recentemente è stato riconosciuto come Terenzio Varrone, un altro grande sabino ( come era sabino anche Cicerone ) ed infine materiali votivi provenienti dai santuari Sabini.


Tra le divinità Sabine la più originale è senz’altro Vacuna ( da vacuus= vuoto). Vacuna era la dea che colmava i vuoti, le perdite, le assenze. Il vuoto di attività dei contadini nei mesi invernali, il vuoto dell’attesa o dell’aspirazione di qualcosa, il vuoto di una separazione, di una partenza, provvisoria o definitiva che fosse.


Penso che ai Romani ‘sta dea Vacuna non stesse molto simpatica. La veneravano, la temevano ma piano piano le cambiarono nome, identificandola con la Vittoria.


Qui vicino, non distante da Tivoli c’era un santuario di Vacuna. Ne parla anche Orazio che aveva una sua villa rustica a Licenza ( quella con la fonte Bandusia). Orazio dice che è in rovina già ai suoi tempi e proprio questo sito è legato a Vespasiano, per una grande epigrafe, frammentaria ma leggibilissima della quale nella mostra è esposta una copia in gesso.


Dice la guida “ scommetto che nessuno di voi sa dove si trova l’originale. “Ed io “ ehm, glielo dico io, è murato a fianco dell’ingresso del Castello di Roccagiovine, l’ho visto non più di 15 giorni fa!” hehe


Dopodiché ho preferito lasciare il gruppo e girare per i cavoli miei per non mettere in crisi la graziosa archeologa;)


Ad ogni modo quell’epigrafe  è davvero importante per confermare il sincretismo tra Vacuna e Victoria in quanto nell’epigrafe Vespasiano afferma di aver restaurato il tempio di Victoria mentre di Vacuna, non si parla più.


Comunque Vespasiano è in mostra anche a Roma, fino a gennaio:
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Arte.-Divus-Vespasianus-Roma-ricorda-il-grande-imperatore-della-dinastia-Flavia.html


mercoledì 18 novembre 2009

Sabina romana, terra mia

Veduta dei monti Cornicolani dalle pendici del Lucretile
in primo piano Palombara sabina con Catello Savelli, il più grande castello del Lazio. A sinistra i due colli di Montecelio, al centro il rilievo del Colle, a dx le propaggini di Poggio Cesi.


Il Fantastico Pozzo del Merro, una delle più profonde doline del mondo, a S.Angelo Romano
http://www.palombarese.it/merro.htm



sabato 14 novembre 2009

 


Tracce...




Buongiorno. Sono raffreddato ma che dormita!


 


 


Giovedì sera parlavo con un amico riguardo agli archivi, alle memorie, ai supporti digitali, cartacei e di ogni altro tipo atti a conservare la memoria.
Da quando l'uomo ha cominciato ad avere il desiderio ( o l'esigenza ) di conservare la propria memoria sono stati davvero tanti i supporti cui l'ha affidata. Alcuni, peraltro con uno strano destino: le tavolette di Cnosso e di Pilo che usavano i Micenei erano di argilla non cotta e contenevano per lo più archivi e conti annuali. Verosimilmente alla fine del'anno un riassunto di tali archivi veniva riportato su un supporto più durevole, come la pergamena mentre le tavolette venivano sciolte e riutilizzate.
Ma i palazzi micenei vennero distrutti col fuoco, le tavolette d'argilla finirono cotte, indurite, consegnate all'eternità mentre le pergamene bruciarono, vedi un po'.
Oggi abbiamo a disposizione una infinità di supporti cui affidare i nostri conti, la nostra storia, i nostri pensieri.
Ma quanto dureranno?
Beh paradossalmente volendo avere la sicurezza che dureranno almeno 5000 anni dovremmo scrivere sui papiri egiziani, andremmo sul sicuro!
Ma noi abbiamo " anche " questo mezzo, la memoria digitale.
E a proposito di memoria digitale mi è venuto in mente il blog di Lorenza-malika che è rimasta  nel cuore di molti di noi.
Lorenza è morta da tre anni ma il suo blog vive ancora e forse vivrà in eterno o almeno fino a quando ci sarà internet, chissà.
Ed il suo non è un caso isolato. Con il passare degli anni chissà quanti profili e pensieri ed immagini ci saranno nel Web, di persone che non ci sono più sia perché si sono stancate, sia perché...sono proprio andate.
G. si è incuriosito, ha voluto il link del blog che è questo

http://pilloledirelax.splinder.com/

Ier sera, poi, mi ha chiamato dicendomi " sai stamattina ne ho parlato alla radio, se ti va di riascoltare la trasmissione eccoti il link"

Dura oltre mezz'ora ma a me è piaciuta, sia per il tema trattato, con vari interventi tra cui quello del mio amico, sia perché il conduttore, Nicoletti,  lo ascolto volentieri.
E poi è stata un'occasione per ricordare Lorenza, che era davvero una personcina speciale.


Ciao Lorenza:)


 

mercoledì 4 novembre 2009


Mastering the Art of French Cooking



Sono uscito dal lavoro un po' prima delle 18.00. Pioveva ( proprio come adesso ) e non mi andava di tornare a casa.
Ho chiamato mia moglie

 " dove sei?" 
" al Planet -risponde- , ho portato TUA figlia a vedere Amore 14! ".
" ah e ci vai anche tu?" 
" see, mi ci vedi? eppoi ho 50 compiti da correggere! Torni tu a prenderla alle 20.30?"
" ma no dai, ti raggiungo, andiamo a vedere un film anche noi"

Così siamo andati al cinema e mi sono imbattuto in questo film.
Ah, intendiamoci, non credo sia un film che passerà alla storia del cinema. Però è un prodotto onesto, ben confezionati e ben interpretato da Meryl Streep e Stanley Tucci oltre che dalla protagonista giovane e quello che interpreta il marito ( i nomi, non me li ricordo).
Interessante perché parla ( anche ) del mondo dei blog e di come, tenendo un blog si possa trovare un equilibrio, una soddisfazione, a volte persino una buona opportunità di uscire da una vita altrimenti monotona e ripetitiva.
Un po' di condimento, insomma.
Parlo di condimento perché la storia ha a che fare con il cibo si dipana in due vite parallele ma separate dal tempo: una giovane americana aspirante scrittrice che nella vita fa l'addetta ad un call center dove telefona gente quantomeno incazzata ( siamo nel 2002, il crollo delle Twin Towers ha scosso l'America) ed una non più giovane signora americana al seguito di un marito addetto culturale in varie ambasciate, con la carriera del gambero, però iniziata a Parigi e finita ad Oslo, a cavallo tra gli anni 40 ed i 50.
L'americana a Parigi, dopo varie peripezie ( non ultima quella che il marito cade sotto la lente del maccartismo e quindi, nel secondo dopoguerra la sua carriera ne risente in negativo), riesce a coronare il suo sogno di scrivere un libro per spiegare la cucina francese alle americane " che non hanno un cuoco". Ha successo, diventa famosa anche in tv e dopo tanti anni diventa l'idolo della giovane, che decide di fare un blog, cucinando e raccontando, in un anno, le oltre 500 ricette francesi della prima. Così si legano, a distanza, i destini di Julie e di Julia.
Come finisce?
Finisce bene. il blog ha successo, diventa un libro e così anche la giovane diventa scrittrice. Il libro diventa poi un film. Questo film.

Quando aprii questo blog  ( in realtà è il mio terzo blog ma gli altri due erano stati del tutto anonimi salvo che per poche persone) avevo pensato di chiamarlo " uscita di sicurezza ". Ma richiamava troppo Ignazio Silone e lasciai pendere. Però era così che l'intendevo, come una uscita di sicurezza.
Intendiamoci a me piace la vita che ho. Penso di essere stato fortunato e mi piace anche il mio lavoro. Tanto.
Però a volte torno a casa stanco e mi piace scrivere qualcosa che sia disgiunto dalla rigida osservanza della forma, delle leggi, dei regolamenti, del linguaggio burocratico. Scrivere quello che mi va, come mi va, senza rileggere, senza confrontare, senza la preoccupazione che quello che scrivo -e firmo- possa produrre effetti positivi o negativi sulla vita delle persone.
Desiderio di leggerezza, insomma. E del puro piacere di sapere che qualcuno lo leggerà con lo stesso spirito con cui io lo scrivo.
In un libro interessantissimo " emigranti digitali " il mio buon amico G L. scrive, tra l'altro, che la comparsa di Facebook e di Twitter sta ripulendo il mondo dei blog dai ragazzini e che quindi la qualità media dei bloggers sta migliorando.
"Oddio, ho pensato, non è che mi toccherà a stare attento a quel che scrivo anche qui?"
Noooooooo, per piacere!:)

domenica 1 novembre 2009



Le cose che il bambino ama
rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
è che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo.

Kahlil Gibran "Self-Portrait"





 

sabato 10 ottobre 2009

 


Storia... antica?






La sua impudenza, la sua libidine, la sua lussuria, la sua cupidigia e la sua crudeltà si manifestarono da principio gradualmente e in forma clandestina, come una follia di gioventù, ma anche allora nessuno ebbe dubbi che si trattasse di vizi di natura e non dovuti all'età.Dopo il crepuscolo, calzato un berretto o un parrucchino  penetrava nelle taverne, vagabondava per i diversi quartieri facendo follie [...] che consistevano, generalmente, nel picchiare la gente che ritornava da cena, nel ferirla e immergerla nelle fogne se opponeva resistenza, come pure rompere e scardinare le porte delle botteghe: [...] Qualche volta, anche durante il giorno, si faceva portare segretamente a teatro in lettiga e dall'alto del proscenio assisteva alle dispute che scoppiavano intorno ai pantomimi e ne dava anche il segnale. Un giorno che si era venuti alle mani e si battagliava a colpi di pietra e di pezzi di sgabelli, anche lui gettò sulla folla un bel po' di proiettili e perfino ferì gravemente un pretore alla testa.
Ma a poco a poco, ingigantendosi i suoi vizi, rinunciò alle scappatelle e ai misteri, e senza preoccuparsi di nasconderli, si gettò apertamente nei più grandi eccessi. Faceva durare i suoi banchetti da mezzogiorno a mezzanotte, ristorato assai spesso da bagni caldi o, durante l'estate, freddi come la neve.
Arrivava anche a cenare in pubblico [...] e si faceva servire da tutti i cortigiani e da tutte le baiadere di Roma. Ogni volta che discendeva il Tevere per portarsi a Ostia [...] si istallavano di tanto in tanto sulle coste e sulle rive alcune taverne nelle quali si potevano vedere donne di facili costumi, trasformate in ostesse, che lo invitavano ad approdare.

(Svetonio, Le vite dei dodici Cesari, libro VI, capp.26-27)


Oltre ad Ottavia,  ebbe altre due mogli: prima Poppea Sabina, [...] sposata in precedenza ad un cavaliere romano, poi Statilia Messalina [...]. Per poter sposare quest'ultima fece uccidere suo marito Attico Vestino perfino mentre esercitava il consolato. Si stancò subito di Ottavia, [...] In seguito, avendo tentato più volte, senza riuscirci, di farla strangolare, la ripudiò con il pretesto della sterilità, ma poiché il popolo disapprovava il suo divorzio e non gli risparmiava le sue invettive, la relegò ed infine la fece mettere a morte, sotto l'imputazione di adulterio: [...] Nerone sposò poi Poppea, che amò più di tutto, e tuttavia uccise anche lei con un calcio perché, incinta e malata, lo aveva rimproverato aspramente una sera che era rincasato tardi da una corsa di carri. [...] Non vi è nessuna categoria di parenti che fosse al riparo dai suoi delitti. [...] tra gli altri abusò del giovane Aulo Plauzio, prima di mandarlo a morte, poi gli disse: "Venga subito mia madre e baci il mio successore", per far capire che Agrippina lo aveva amato e lo aveva spinto a sperare di impossessarsi dell'Impero. [...] Costrinse il suo precettore Seneca a suicidarsi, benché gli avesse solennemente giurato [...] che avrebbe potuto morire, piuttosto che fargli del male.

 (Svetonio, Le vite dei dodici Cesari, libro VI, cap.35)

[...] ognuno dei suoi compagni, a turno, lo invitava a sottrarsi senza indugio agli oltraggi che lo attendevano, [...] A ognuno di questi preparativi piangeva e ripeteva continuamente: "Quale artista muore con me!". [...] Intanto ora invitava Sporo a cominciare i lamenti e i pianti, ora supplicava che qualcuno lo incoraggiasse a darsi la morte con il suo esempio; qualche volta rimproverava la propria neghittità con queste parole: "La mia vita è ignobile, disonorante - Non è degna di Nerone, non è proprio degna - Bisogna avere coraggio in questi frangenti - Su, svegliati!".
Ormai si stavano avvicinando i cavalieri ai quali era stato raccomandato di condurlo vivo. Quando li sentì esclamò tremando: "Il galoppo dei cavalli dai piedi rapidi ferisce i miei orecchi". Poi si affondò la spada nella gola con l'aiuto di Epafrodito suo segretario. Respirava ancora quando un centurione arrivò precipitosamente e, fingendo di essere venuto in suo aiuto, applicò il suo mantello alla ferita; Nerone gli disse soltanto: "È troppo tardi!" e aggiunse "Questa è fedeltà!". E così dicendo morì, e i suoi occhi sporgendo dalla testa assunsero una tale fissità da ispirare orrore e terrore in coloro che li vedevano.

(Svetonio, Le vite dei dodici Cesari, libro VI, capp.50-51)




 

lunedì 5 ottobre 2009


 

Prefazione


Un vigile urbano per definizione è una persona attenta. Il suo  compito è appunto “di vigilare” affinché la convivenza civile della Comunità cui appartiene si svolga serenamente, nel rispetto delle Leggi e dei Regolamenti.


Ed è anche quello di investigare al fine di prevenire e reprimere  quegli abusi che rientrano nella sfera di sua competenza, direttamente o per delega della Autorità.


Insomma nella parola “vigile” sembra rispecchiarsi appieno il detto aristotelico “ nomina sunt consequentia rerum”.


Conosco bene il Corpo della Polizia Municipale di Guidonia Montecelio, per la collaborazione data ed avuta nei 38 anni della mia carriera nel nostro Ente ed anche per esserne stato il Dirigente per quasi un anno.


E’ composto da persone preparate, scrupolose, attente. Sono poche in relazione alla vastità del nostro territorio, ai compiti che vengono loro affidati, alle emergenze che spesso si trovano ad affrontare. Ma so che svolgono bene il loro lavoro e che lo fanno volentieri.


Però devo confessare che quando Salvatore Ungano mi disse di aver svolto una ricerca storica sulla Polizia Municipale ne rimasi sorpreso. Piacevolmente sorpreso.  Amare il proprio lavoro al punto di volerne ripercorrere la storia e con essa la storia del Comune  è una cosa che travalica la normalità e che fa davvero onore.


La storia del nostro Comune si divide essenzialmente in due fasi: la prima si snoda lentamente nel corso dei secoli dalla fondazione della temibile Rocca di Monticelli nel X secolo fino alla nascita, nella piana delle Prata, del Campo di aviazione agli inizi del XX secolo. Essa è piena di avvenimenti e di personaggi storici di grande spessore e tuttavia non ha inciso più di tanto sulla antropizzazione e sulla trasformazione  del territorio.


Invece la nascita del Campo d’aviazione ( resa possibile, tra l’altro, dalla presenza della Ferrovia a partire dagli anni 80 del XIX secolo ) ha innescato trasformazioni straordinarie, con la Fondazione di Guidonia, la nascita del nuovo grande comune di Guidonia Montecelio i cui confini vennero enormemente allargati a spese di Tivoli e Roma rendendolo, per estensione, uno dei maggiori comuni italiani.


Tuttavia all’alba del 21 ottobre 1937 i cittadini residenti negli 80 km quadrati di Guidonia Montecelio non erano più di 6500.


Oggi  siamo circa 85.000 e la crescita prosegue ininterrottamente, giorno dopo giorno.


Questa seconda fase è stata quindi veloce, piena di sfide e di problemi, per la politica, per la società, per i singoli individui. Difficile ma allo stesso tempo terribilmente affascinante.


La ricerca di Ungano percorre entrambe le fasi: l’ultima parte della prima e la prima parte della seconda, cominciando dal 1870, anno in cui si compie l’Unità d’Italia ed il nostro Comune ( che si chiamava ancora Monticelli )  entra a far parte dello Stato italiano ed incomincia a conformarsi alle sue Leggi e terminando ( per ora) nel 1937, anno della Fondazione di Guidonia Montecelio.


Interessantissimi a leggersi i punti in cui si individuano gli antesignani nelle figure del “ famiglio comunale” e delle guardie campestri. Interessante il primo Regolamento di Polizia urbana e di Edilità, redatto ed approvato in via definitiva tra il 1871 ed il 1877, che ebbe una gestazione lunga e difficile ma che già recava in sé la maggior parte delle funzioni che sussistono ancora oggi.


Interessanti ed a volte persino divertenti le peripezie delle prime Guardie Campestri.  Drammatico ed anche alquanto grottesco l’episodio avvenuto nel 1886 nel quale prima vengono licenziate le due uniche guardie municipali, poi ne viene riassunta una sola, poi anche l’altra ed infine viene revocato il provvedimento di licenziamento!


Carinissima la lettera con cui nel 1908 la guardia De Arcangelis Luigi fa sommessamente presente al sindaco che indossando la stessa divisa ormai da 30 anni ( sic ) essa si è alquanto lisa ed abbisognerebbe di un ricambio! Qui occorre dire che il Sindaco esaudì la richiesta facendo rinnovare la divisa del nostro, con una spesa di 89,25 lire, pari a tre volte lo stipendio mensile della guardia che era di UNA lira la giorno.


Non senza interesse si leggono infine le disposizioni regolamentari impartite dal Podestà dell’era fascista Oscar Jannuzzi e successivamente dal Commissario prefettizio Cav. Giannino De Angelis, figura questa di grande spicco che fu anche il primo e l’ultimo Podestà del Comune di Guidonia Montecelio.


Esse sono improntate a severità sia nei confronti della cittadinanza sia verso le guardie stesse che, peraltro, dovevano essere iscritte al PNF.


Infine è utile scorrere la parte dedicata alle persone che negli anni hanno fatto parte del Corpo delle Guardie Municipali. Alcune di essere erano personaggi assai singolari ed amati e di molti si conservano ancora oggi memorie ed aneddoti.


Rimane tutta da scrivere la storia dei Vigili durante il periodo del tumultuoso sviluppo edilizio e demografico del Comune, dal dopoguerra ad oggi. E’ la più impegnativa anche perché la massa di documenti presenti nell’archivio è davvero ingente e il suo studio richiederà tantissimo tempo. Ma la presente ricerca ha tracciato la strada, il resto, seguirà.


A. M.


 

sabato 3 ottobre 2009




Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d'anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d'oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
i ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d'anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d'anni.

Tagore



http://www.youtube.com/watch?v=vXUi7-V7Fuc&feature=related




sabato 19 settembre 2009


Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto, correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei sui fatti tuoi

e al dio degli inglesi non credere mai.

E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto

e al loro dio perdente non credere mai

E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema

e al loro dio goloso non credere mai.

E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai

e al dio della scala non credere mai.

Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso
- Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso.

E a un Dio a lieto fine non credere mai.

Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pace

e a un dio fatti il culo non credere mai.

E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria

e a un dio senza fiato non credere mai.



Testi di Fabrizio De Andrè


http://www.youtube.com/watch?v=HJMnGdZ5dDQ

martedì 8 settembre 2009

Liberate Giuliano Tuzi


(e riflettiamo tutti sui pregiudizi razziali)


Hanno visto un bianco adulto che baciava una bambina dalla pelle scura. Ed hanno chiamato la polizia, che lo ha arrestato. In Brasile la piaga della pedofilia ha dato origine  ad una legge severissima e giusta ma anche ad una psicosi pressoché collettiva. E adesso la polizia ci va giù dura ma, a quanto pare, anche un po' ottusa.


Giuliano Tuzi è un mio concittadino, lo conosco personalmente e mi sento di poter garantire che è una brava persona. Ha sposato una brasiliana, anni fa e insieme hanno avuto questa bambina dalla pelle scura. E' sua figlia, la presunta "abusata". Peraltro sia la bambina che la madre negano ogni abuso.


Ma questo i due coniugi che lo hanno denunciato non lo sapevano ed hanno scambiato la tenerezza di un padre per un atteggiamento da maniaco, un bianco di mezza età in cerca di sesso proibito con una bambina, peraltro in mezzo alla gente, bah.


Giuliano rischia da 14 a 17 anni di galera e rischia  che in carcere gli succeda qualcosa di brutto. Non sarebbe da meravigliarsi.


Stavolta il pregiudizio razziale ha colpito un europeo, uno di noi. Non è giusto ma dovrebbe farci riflettere ogni volta che noi stessi giudichiamo le persone in base alla nazionalità, al colore della pelle, alla religione.


Spero che Giuliano sia liberato presto ma spero altresì che questa cosa ci faccia riflettere su quanto siano dannosi i pregiudizi.

mercoledì 2 settembre 2009

Beh, questa la debbo raccontare...



Ieri è stata una giornata un po' così. Intanto perché era il primo giorno di lavoro dopo il rientro, con tutte le novità da affrontare. Poi faceva caldo assai ( che novità eh?) Infine perché alle 16 ho dovuto partecipare al  funerale di una persona della mia età, morta dopo una straziante malattia.


Al termine della funzione ho pensato di distrarmi un po' andando in campagna a fare altra conserva di pomodoro. E' una attività che mi piace, mi distende e poi, in inverno fa comodo avere questi bei barattolini coi sughi già pronti.


Ecco, ho pensato che però non avevo barattoli a sufficienza e che ne avrei dovuto comprare un po'. Di solito li compero alla Cooperativa di cui è socia mia madre ma avevo parcheggiato la macchina davanti ad un emporio cinese ed ho pensato di comprarli lì, dal cinese appunto.


Il proprietario lo conosco bene, è un'ottima persona che si è integrato perfettamente in città assieme alla famiglia. Una delle figlie è compagna di classe di mia figlia, è assai brava e sono molto amiche.


Insomma entro, saluto e comincio a cercare i barattoli che mi ricordavo di aver visto sugli scaffali. Infatti li ho trovati subito ma sono rimasto perplesso per il prezzo: 1,30 euro ciascuno. In Cooperativa li avevo pagati 0,60, stesso volume.


Nel mentre il proprietario si avvicina, mi vede perplesso e mi fa " non vanno bene?" Io ribatto " no, no, vanno benissimo ma scusa la franchezza, in Cooperativa li pago meno della metà, quindi non li prendo".


Lui mi guarda,  e mi fa, serio : " Ah, davvero? Beh, sarà roba cinese! "


E' da ieri che ci ripenso e mi viene da ridere;)


http://www.youtube.com/watch?v=A1HAkYIZCxE

sabato 22 agosto 2009

 Si parte sabato 23...in effetti l'ho detto




Già, soltanto che sabato non è 23. Anzi, diciamo che il 23 non è sabato. Mi sono sbagliato. Così ho fatto un pasticcio e creato nervoso. E un buco di un giorno. Ho sbagliato, vabbeh, e sticavoli,  succede! Uff. Solo in casa con un sabato da spendere penso che fare e non decido. Mi capita di rado ma quando mi capita le mie indecisioni sono ferree!;) Sembra l'atmosfera cantata da Celentano con "Azzurro" che accompagnava le mie lunghe estati di adolescente. Ma insomma, adolescente non lo sono più, da un pezzo. Farò una sauna, poi mi taglio la barba ed esco. Posso persino scegliere tra quattro macchine e lo scooter. Aho', te pare poco? Dove andare...si vedrà


Al web affido una canzone. Ma non Azzurro, non mi appartiene più.




http://www.youtube.com/watch?v=694Ls8POGSw


Via
È tutto giusto ed hanno tutti ragione
Ma sono stanco di prestare attenzione
Voglio ascoltare solo te
Via
Non ho bisogno di nessuna saggezza
Ora mi servono imprudenza e incertezza
E tutta la pazzia che c'è
Via
Mi metto in gioco
Ch'io vinca o perda conta poco
Pareggi non ne voglio più
Tu
Ti prego parlami
Che questa vita senza battiti
Non è mai stata la mia.
Via... via... via!
Via
C'è un mondo assurdo da sembrare irreale
A te mio cuore dico: “Fammi sognare!
Fammi sognare almeno tu”
Via
E basta col buon senso e con gli schemi
Mi lascerò guidare senza più freni
E indietro non si torna più
Via
Così lontano
Che possa prendere per mano
La mia passata gioventù
Fa
Che sia possibile
Per me che ho messo via le maschere
Scegliere qui la tua libertà
Mi aspetto un cielo senza nuvole
Cuore sincero, irreprensibile.
Fammi sognare almeno tu!
Via
E lascerò queste rovine per sempre
Seguendo la tua voce in mezzo alla gente
E non m’importa dove andrò
No
Purché sia altrove
In tutta un'altra dimensione
Dove non c'è meschinità

Io voglio esistere
E tu mio cuore fammi credere
Credere che
Mi succederà....
Via...via...via!
Fammi sognare almeno tu!

venerdì 21 agosto 2009

Bel ritmo, Manu Chao



Me gustan los aviones, me gustas tu.
Me gusta viajar, me gustas tu.
Me gusta la mañana, me gustas tu.
Me gusta el viento, me gustas tu.
Me gusta soñar, me gustas tu.
Me gusta la mar, me gustas tu.



Que voy a hacer ,
je ne sais pas
Que voy a hacer
Je ne sais plus
Que voy a hacer
Je suis perdu



Que horas son, mi corazón
Me gusta la moto, me gustas tu.
Me gusta correr, me gustas tu.
Me gusta la lluvia, me gustas tu.
Me gusta volver, me gustas tu.
Me gusta marihuana, me gustas tu.
Me gusta colombiana, me gustas tu.
Me gusta la montaña, me gustas tu.
Me gusta la noche, me gustas tu.



Que voy a hacer ,
je ne sais pas
Que voy a hacer
Je ne sais plus
Que voy a hacer
Je suis perdu
Que horas son, mi corazón
Me gusta la cena, me gustas tu.
Me gusta la vecina, me gustas tu.
Me gusta su cocina, me gustas tu.
Me gusta camelar, me gustas tu.
Me gusta la guitarra, me gustas tu.



Me gusta el regaee, me gustas tu.
Que voy a hacer ,
je ne sais pas
Que voy a hacer
Je ne sais plus
Que voy a hacer
Je suis perdu
Que horas son, mi corazón
Me gusta la canela, me gustas tu.
Me gusta el fuego, me gustas tu.



Me gusta menear, me gustas tu.
Me gusta la Coruña, me gustas tu.
Me gusta Malasaña, me gustas tu.
Me gusta la castaña, me gustas tu.
Me gusta Guatemala, me gustas tu.



Que voy a hacer ,
je ne sais pas
Que voy a hacer
Je ne sais plus
Que voy a hacer
Je suis perdu
Que horas son, mi corazón








Testi di Manu Chao


http://www.youtube.com/watch?v=mzgjiPBCsss