domenica 26 febbraio 2006


Sono andato al cinema, stasera ed ho visto un film che mi è piaciuto davvero, quello della locandina qui sopra. Ah, niente ricordi autobiografici: io la maturità l'ho presa nel 69, questo è ambientato nell'89. altri ragazzi altre storie o forse...sempre la stessa storia, chissà. Però a ben vedere, anche l'89 fu un anno speciale, quello della caduta del muro e, perché no? forse la caduta del Muro nell'immaginario valeva quanto la conquista della luna.


Un film all'italiana, con pochi effetti speciali ma molte trovate carine, una trama in gran parte non banale ed attori bravi. Insomma mi sono divertito e ne avevo bisogno, accidenti se ne avevo bisogno, con l'aria che tira.


Non voglio pensare a cosa mi aspetta domattina, accidenti al lavoro.  Invece nel pomeriggio si laurea mia figlia: ha raggiunto il traguardo dei tre anni e sono sicuro che farà per tempo e bene anche il biennio di specializzazione.


Auguri, Livia, un bacio


 papà


lunedì 20 febbraio 2006

Oggi è il mio compleanno ed è anche lunedì, come il giorno in cui sono nato, 56 anni fa. Non è stata una giornata speciale, ho lavorato tutto il giorno salvo una piccola pausa per il pranzo. Il tempo, del resto, non aiutava: pioggia e vento per quasi tutta la giornata. Molti amici, vicini e lontani, mi hanno fatto gli auguri e questo mi ha fatto, ovviamente, piacere. Ho ricevuto anche dei regali e tra essi ho apprezzato maggiormente i due libri: uno di Piero Angela sull'innamoramento, un altro del genere poliziesco ma incentrato su una storia vera, quella della banda della Magliana che ha segnato la cronaca nera per molti anni, intrecciandosi anche con mafia, P2 e politica, in sostanza i buchi neri dell'Italia di questi ultimi anni. Non mi sono fatto alcun regalo, da solo. Non mi andava e poi ero troppo preso dai miei pensieri ma forse dopodomani pomeriggio, se avrò un po' di tempo mi compro un'altro di quegli aggeggetti elettronici per cui vado matto. Chissà. Stasera sono andato a trovare mia madre, che si è commossa un po', rischiando anche di contagiarmi hehe, 'ste mamme.


Ecco, caro blog, in estrema sintesi la mia giornata...



 


 


dietro questa foto dei miei 21 anni i miei amici scrissero


"21 anni e poi...tutta vita"


beh, non posso dire di essermi annoiato negli ultimi 35 anni:)


un grazie a chi mi vuole bene:)

giovedì 9 febbraio 2006


Abuelas de placa de Mayo


Oggi è stata una bella giornata, non soltanto perché c'era il sole e l'aria era mite ma perché ho avuto modo di conoscere una persona straordinaria: Estella Barnes Carlotto, la presidente delle " Nonne di Placa de Mayo" che osarono sfidare la dittatura argentina per chiedere conto dei 30.000 desaparecidos provocati da quel regime e contribuirono alla caduta della dittatura. E' stato un evento organizzato in pochi giorni, cogliendo al volo alcune fortunate coincidenze ed è stato davvero bello e toccante. La signora Carlotto è ormai anziana ma ha un fascino ed una serenità incredibili. Nel discorso fatto per ringraziare il nostro Comune per l'accoglienza ricevuta, per il premio che le ha conferito, per l'incontro coi giovani e la mostra organizzata in biblioteca è emersa tutta la sua semplicità e la sua forza d'animo. "io non ho fatto nulla di straordinario, -ha detto- ho fatto solo il mio dovere di madre e di nonna. La polizia e le minacce della dittatura non potevano intimorirci, noi volevamo sapere la verità. E lo vogliamo ancora"


Già, perché anche a distanza di anni dalla caduta della dittatura la verità completa sulla fine di molti "desaparecidos" non è venuta fuori, Sono davvero spariti nel nulla. Ma la cosa più agghiacciante è la sorte toccata ai bambini delle donne incinte che vennero soppresse. Si sa che ad essi venne cambiato nome, stato civile, travisata la data di nascita e vennero adottati da famiglie vicine al regime dei militari. Anche il figlio di Laura Carlotto, figlia di Estella, subì la stessa sorte. Laura, che era italiana, venne uccisa. Il bambino no, vive in Argentina, di sicuro ma non si sa dove sia, non si sa "chi" sia. Gli è stato rubato il nome, il passato e vive, ignaro, nella famiglia di uno dei carnefici della madre.


E' stato proprio per questo motivo che il governo attuale dell'Argentina ha revocato le cosidette "leggi della impunità" emanate negli anni 80 per amnistiare gli uomini della dittatura. Che parlino, prima. Dicano dove sono finiti i bambini, dove sono finiti i cadaveri degli uomini e donne scomparsi e poi si potrà parlare davvero di perdono e riconciliazione. Per ritrovare quei bambini è stata creata persino una banca del DNA, affinché anche quando le nonne e gli altri parenti non ci saranno più abbiano la possibilità, se vorranno, di sapere veramente chi sono.


Al pranzo che è seguito dopo la cerimonia ero seduto proprio di fronte alla signora Carlotto e ci ho conversato un po'. Mi ha veramente colpito e stavo riflettendo sul fatto che a volte mi fanno organizzare eventi abbastanza frivoli ma questo incontro no...davvero ne valeva la pena. E questo al di là del fatto che l'Argentina è un paese popolato da tanti italiani e tra questi tanti miei concittadini, compreso Melito Margozzi, in arte Dario Vittori, l'Alberto Sordi argentino a cui è intitolato il nostro teatro comunale. Dovunque fosse accaduta, una tragedia quale fu la dittatura dei militari argentini, culminata e, per fortuna, conclusa con la rovinosa invasione delle Malvinas-Falkland costituirebbe comunque, in negativo, un esempio di quel che NON dovrebbe mai accadere, nella vita di un popolo. E fanno bene gli amministratori di tutto il mondo a invitare la signora Estella Carlotto per testimoniare e ricordare a tutti e principalmente ai giovani quel che è accaduto. Affinché non accada mai più. E MAI PIU' è il motto della Abuelas de Placa de Mayo a cui oggi il mio Sindaco ha reso onore ed io ne sono felice.



Grazie, Estella


Emigrants: From Sep 1918-Jan 1919: Philadelphia, PA

Contributed for use in USGenWeb Archives by Herbert Hart.
  hdh30@worldnet.att.net


Prior to 1914 there was little need for a passport in order to arrive or
leave the United States.  With the entry of the U.S. into World War I, it
became apparent that the country must protect itself from foreign agents.
As of 26 July 1917, passports were required.  By the Act of May 22, 1918,
foreigners wishing to leave the country were required to file an "Alien's
Application for Permission to Depart from the United States" As the war drew
to a close many persons chose to return to their native land.  For the
fiscal year ending 30 June 1919, 10,730 applications were received at
Philadelphia.
ARLO  ITALY NO




2458 MARUCCI SANTE  ITALY NO

1750 MARVASO GIROLAMO  ITALY NO

1113 MARZULLO SALVATORE  Italy NO

1141 MASCELLINO LUCIANO  Italy NO

2036 MASCI SABATINO  ITALY NO

2465 MASCIULLO CAMILLO  ITALY NO

2002 MASINI ALFONSO  ITALY NO

2047 MASSI SAVERIO  ITALY YES

283 MASSIMENO DOMENICO  ITALY YES

561 MASTRANGELO FRANCESCO  ITALY UNDECIDED

1660 MASTROCOLA FIORE  ITALY YES

1527 MASTROCOLA PIETRO   ITALY MAYBE


E' incredibile come navigando sul web si possano trovare le informazioni più strane. Tempo fa, digitavo distrattamente il mio nome su google per vedere se mi trovavo da qualche parte e con somma meraviglia l'ho trovato in questo sito americano. Pensavo ovviamente ad una semplice omonimia invece ho capito che uno dei nomi in elenco era mio nonno, emigrato in America nel 14 e tornato nel 19.  Ho ripensato ai racconti che mi faceva, di quegli anni. Non ci era andato per soldi ma per spirito d'avventura e soprattutto per sfuggire alla guerra, che gli ripugnava. Dopo essersi fatto 2 anni di leva in Italia l'avevano richiamato e mandato a conquistare la Libia, dove aveva passato altri 2 anni. La guerra quindi non è che gli ripugnasse in astratto. L'aveva vissuta e ne era rimasto disgustato. Del resto, era una guerra strana. Loro avevano  fucili moderni, i cannoni persino l'aviazione. di giorno quindi non c'era paragone nei rapporti di forza coi Mamelucchi, armati per lo più di vecchi fucili e persino di lance e scudi di pelle di cammello. Ne aveva uccisi alcuni e non gli era piaciuto farlo. Ma la notte no. La notte quelli facevano guerriglia, rapivano gli italiani, li torturavano in modi orribili. E questo era successo al suo migliore amico, Virginio, che lui stesso aveva ritrovato tre giorni dopo, letteralmente fatto a pezzi mentre era ancora vivo. E quando ne parlava...piangeva. E' strano come le cose si ripetano, a distanza di anni...l'afghanistan, l'iraq...quasi la stessa situazione: nessuna difficoltà a vincere la guerra sul campo e di contro l'impossibilità di controllare un territorio praticamente sconosciuto e per molti versi socialmente e politicamente incomprensibile.Quando  si accorse che si stava profilando all'orizzonte un'altra guerra, decise che si era rotto le palle e che non l'avrebbe fatta. Se ne andò a costruire grattacieli a NY e tornò a guerra finita, nel 19. Conobbe poi mia nonna, nel 20 si sposarono nacquero mio zio, poi mio padre, poi zia L. infine, nel 29 le due gemelle... 54 anni di matrimonio felice.  Ma questa è un'altra storia.