venerdì 2 maggio 2008

Hombre que trabaja pierde tiempo precioso.


Motto scherzoso spagnolo.



Credo di aver sempre avuto un buon rapporto con il lavoro ed anche di essere stato fortunato nella vita, nel senso che quando l'ho cercato l'ho sempre trovato e quando l'ho trovato... mi è sempre piaciuto.


Oddio, quando facevo i citofoni a Piazza Bologna la sera tornavo a casa con le dita spellate a forza di tirare i cavi ma era il mio primo lavoro, cavolo e quel piccolo guadagno di 2000 lire al giorno ( più il pasto alla mensa dei ferrovieri) mi rendeva indipendente ed orgoglioso a 19 anni.


Una volta lo dissi pure ad un'assemblea all'università, tutto contento di essere studente-lavoratore ma uno mi gelò. Uno di quelli duri e puri come ce n'erano tanti allora. Mi disse " servo dei padroni, tu fai i citofoni e quelli licenziano i portieri". Eggia, forse era anche vero ma chissà che pure lui oggi non stia a fare il grasso e ben pagato servo dei padroni come alcuni (anche famosi) conosciuti a suo tempo. Duri, puri, convincenti. Pensavo sarebbero vissuti e morti poveri con le loro incorruttibili idee. Ma evidentemente tutto passa, specialmente le idee che non rendono.


Comunque, gira gira, sono 39 anni che lavoro, mica pizza e fichi. Ovviamente sono stato anche precario ( mica poteva mancare hehe) e non pochi anni bensì dal 69 al 78, quando passai di ruolo al comune.


Anche se tutto sommato sapevo che gira gira mi avrebbero assunto in pianta stabile, visto che il mio comune cresceva a ritmi cinesi...beh, essere licenziato ogni tre mesi e riassunto dopo 4 giorni non era una bella cosa. Era brutta, bruttissima, mi faceva sentire assolutamente frustrato ed incazzato. Però mi succedeva anche una cosa strana. Facevo concorsi in altre amministrazioni, li vincevo e...non ci andavo. Mi ero affezionato;)


Poi è andata come è andata: ho fatto carriera, sono arrivato al massimo livello a 32 anni e ci sono tuttora, con  mia soddisfazione e con la fiducia degli Amministratori. Penso di essere una persona fortunata, appartenente ad una generazione fortunata che ha avuto ottimi genitori, buoni maestri, belle opportunità ed alcune certezze che forse oggi non ci sono più, per molti giovani che si affacciano al mondo del lavoro.


Questo post però non lo voglio dedicare a me stesso ed alla mia carriera che ormai è quasi tutta alle spalle. Voglio dedicarlo ai giovani che il lavoro lo cercano e magari non lo trovano, voglio dedicarlo  a quelli che ce l'hanno e sono sfruttati e soprattutto a  quelli che di lavoro muoiono e non è giusto.


Produttività, redditività, non possono andare a scapito della sicurezza. Ci sono troppi morti sul lavoro ogni anno in Italia e non possiamo dimenticarlo.


Il primo articolo della Costituzione dice:




 


 “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.


ma dove sta scritto che per lavorare bisogna rischiare la pelle?

1 commento:

ladolcetempesta ha detto...

lavoro
credo si siano fatti troppi passi indietro non nella sicurezza ma proprio nella basilare certezza di lavoro e pur di averne uno sia pur precario sia pur incerto si accettano di correre rischi pur di non perderne anche quell'illusione che oggi ti consente di sopravvivere
un saluto caiovibullio :-)