E oggi è già un altro giorno

 

Dell'ultimo Capodanno a Lisbona avrei voluto fare un resoconto più completo. Ma poi non è stato possibile. Tante cose sono successe, il tempo vola in fretta, gli impegni si succedono agli impegni, i ricordi nuovi ricoprono quelli vecchi. Forse.

Forse, perché poi basta un qualcosa, una notizia in tv, il riecheggiare di una musica, un colore, un profumo captato per caso...un piccolo qualcosa che basta a far riaffiorare nella mente e nel cuore ricordi mai spariti ma soltanto nascosti in uno degli infiniti cassetti del nostro io.

Ricordo giorni di pioggia, a Lisbona, non ha mai smesso dal 30 dicembre al 2 gennaio. Ma ricordo anche una città bella, orgogliosa, pulita, educata e tanto, tanto musicale.

Ovviamente anch'io sono stato in quel bar della foto e mi sono seduto lì accanto a Pessoa e mi sono fatto ritrarre, in tono confidenziale, assieme a lui.

Sì confidenziale, perché questo piccolo grande uomo entra, quasi subito, in confidenza con la nostra anima, è un maestro nel fornirci le parole per esprimere i nostri sentimenti, per creare -e donarci -immagini che sappiamo nostre ma che altrimenti da soli, pur con il materiale di cui disponiamo, non avremmo saputo costruire.

Del resto la parola poeta - 'o poietès - questo significa, in greco. Il creatore, colui che crea.

Allora, grazie, piccolo grande uomo. Grazie di quello che ci hai donato e ci doni, ancora oggi: riconoscerci nelle tue parole

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.

Fernando Pessoa