lunedì 6 settembre 2010


LX- Vincenzo





 



Ha telefonato Pierina.
Di solito lei telefona per cose carine. Negli anni si è assunta il ruolo di leader della classe 1950. Organizza le cene, le gite, mantiene i contatti, ci rcconta le cose più salienti. Mi piace questa sua sollecitudine e la sento sempre volentieri.
Stavolta no.
" Senti, è morto Vincenzo..."
" Ma come, Vincenzo, no, dai."
" Ti dico dì sì, purtroppo".
Nemmeno mi ricordo quel che ci siamo detti poi eppure è stato poco fa. Mi ero già perso dietro ai ricordi della fanciullezza. Vincenzo, che tartagliava se non sapeva la lezione, che era sempre curioso di tutto, che non aveva paura di niente.
Facevamo un gioco alle medie. Di giorno ci infilavamo di soppiatto nel grande giardino abbandonato dei Sinibaldi, che copriva gran parte della collina sul versante che guarda Roma. A metà del giardino c'era una profonda caverna, Al lume di una candela arrivavamo fin dove si poteva camminare, decine e decine di metri nel ventre della terra. Poi mettevamo alcuni spiccioli ciascuno e seppellivamo il gruzzoletto raccolto.
Il gioco poi avveniva la sera. Si tirava a sorte. Chi veniva estratto ed aveva coraggio doveva, da solo, saltare il muro, traversare il giardino, scendere nella grotta e prendersi i soldi.
Lo facemmo tre volte ma tutti quelli tirati a sorte si tirarono indietro. Meno che lui. In mezzora andava e tornava coi soldi.
" Hai avuto paura?"
" Maddeché, voi mettete i soldi che io ci vado mille volte"
Ovviamente lasciammo perdere. Ma lui era così. Sicché non mi meravigliai quando se ne andò a fare il poliziotto per parecchi anni e nemmeno quando, congedatosi, andò ad impiantare una azienda agricola in Brasile.
Lui, era così.
Pochi anni fa era tornato al paese a vivere coi genitori, con una compagna brasiliana ed un bambino piccolo. Ultimamente però l'avevo visto cambiato, si era come rimpicciolito, camminava con le stampelle, lui, che era sempre stato così atletico.
Alle mie domande fu evasivo, mi disse che era caduto ed io non insistetti per delicatezza ma evidentemente non si trattava di una caduta.
E adesso se ne è andato.
Ma di lui non ricorderò quando l'ho visto stanco e malato. Ricorderò un ragazzo forte e spavaldo, che non aveva paura di niente.
Addio, Vincenzo

15 commenti:

alidada ha detto...

mi spiace.... è molto triste ... Ti mando un abbraccio.

alidada ha detto...

Buona domenica mio caro Caio.. ti sento... come dire.. non lo so.. che hai?Ti mando un abbraccio grande..

caiovibullio ha detto...

ma no, sto bene, dai:)Indubbiamente questo è un periodo di transizione ma per il resto, tutto va bene:). Ier sera volevo andare a vedere " la solitudine dei numeri primi" ricordo che tu parlasti del libro nel tuo blog. Poi a causa delle figlie non ho fatto in tempo ed ho ripiegato su un concerto di musica celtica e sulla Fiera delle pro loco ( ci sono stato anche oggi a pranzo, per la curiosità di assaggiare gli gnocchi al sugo di pecora della proloco di Collegiove hehe) E adesso vado a vedere quel film allo spettacolo delle 16. Poi ti dico.Buona domenica:)

ladolcetempesta ha detto...

la vita mio caro caio ha un' inizio ed 'una finee il naturale scorrere del tempo che non si fermase non quando e scoccata l'orail resto e solo pena nel cuoreun saluto

caiovibullio ha detto...

Ben rivista, Virginia, un saluto ed un abbraccio:)

alidada ha detto...

allora...com'era il film? Racconta...daiiii... e il sugo di pecora? (non so se ho mai sentito un sugo di pecora..) ..sei un uomo dalle mille risorse e dalle innumerevoli sorprese.. uno come piace a me! Un bacio di buonanotte 

albafucens ha detto...

.. una vita direi vissuta "al massimo" quella del tuo amico Vincenzoed è bello e giusto ricordarlo come fai..La morte spesso ci lascia disorientati anche se siamo consapevoli che è parte integrante della vita.. e quando una persona cara viene a mancare è un po' come se anche un piccolo tassello della nostra vita sbiadisca un po'.. perchè le persone che incontriamo e le situazioni che viviamo fanno parte di noi.. ma i ricordi spesso sono dolci anche quando è un evento triste a suscitarli.. perchè la nostra mente forse chissà. per difesa.. torna a ricordare i momenti spensierati che abbiamo condiviso con loroun abbraccio

caiovibullio ha detto...

Ah, Licia, il film è sicuramente ben fatto. Bravi gli attori ( sembra che lui per esigenze di copione l'abbiano fatto ingrassare 18 chili ma lei peggio, dimagrire di 12) , buona la regia. Solo che a me ha lasciato l'angoscia dentro.Come sai la mia professione consiste nel cercare di risolvere i problemi della gente, il che spesso è un'impresa impossibile. E quindi sono 17 anni che me ne occupo ed a volte vedo, leggo od ascolto cose che nemmeno la più fervida fantasia può immaginare. E non sono belle, in generale, ché diversamente qui non ci verrebbero.Tornando al film ci ho visto due cose: la critica feroce verso certe tipologie di genitori ( ma come ben sappiamo il mestiere di genitore non si impara in nessuna scuola) e la constatazione dolorosa che certi eventi traumatici segnano le persone per sempre, rendendo loro difficile la vita di relazione e specialmente quella affettiva.Un sorriso:)

caiovibullio ha detto...

Ben rivista alba:)Anch'io sono convinto che la tendenza a ricordare le cose belle e dimenticare quelle brutte sia una sorta di autodifesa. Ma per fortuna. Solo che ci sono cose che proprio non te le puoi scordare, come dicevamo a proposito del film. Ciao:)

albafucens ha detto...

e vorrei vedere.. certo che son ben rivista non potrebbe essere altrimenti..tra i vari motivi per i quali mi chiamo alba~fucens è perhè mi fa pensare al concetto di rinascita e lo trovo quindi di buon auspicio..come dire positivi e propositvi :) sempre !!!e concordo ci sono cose che difficilmente dimentichiamo come quelle descritte nel film "La solitudine dei numeri primi" è difficile che rimarginino perchè  i lembi della ferita non tornano quasi mai a combaciare perfettamente, bensì cicatrizzano solo e rimangono cosi impresse nella memoria, ogni tanto magari latitano ma poi riemergono sempre io ho letto il libro ma non ho ancora avuto modo di andare al cinema e spero di riuscire a vederlo, anche se devo dire che ogni volta che ho letto un libro e poi visto il film sono quasi sempre rimasta delusaun caro saluto

caiovibullio ha detto...

Eccerto, ti sei messa un nick così accattivante! Chi è che non vorrebbe rivedere l'alba?Sono d'accordo con te, di solito i films tratti dalle opere letterarie sono tutta un'altra cosa. A volte piacciono di più, altre meno ma sono diversi. Del resto la cinematografia è un'altra arte rispetto alla letteratura.Io personalmente preferisco completare con l'immaginazione quel che leggo ( coi miei ritmi e non con quelli del film) nel libro. Però mi piace andare al cinema e d'inverno lo faccio spesso. Quest'anno a Follonica ci sono andato per  (ri)provare l'ebbrezza del cinema all'aperto. Il film era una stupidata ma ho rivissuto con piacere l'atmosfera dell'Arena Allori di quando ero piccolo e quella dell'Estate Romana a Massenzio dei miei vent'anni. Niente male.(Intanto giro la marmellata)Ciao:)

albafucens ha detto...

.. in realtà l'alba la vedono in pochi sarà per via dell'orario, mentre il tramonto lo vedono quasi tutti mi sembrava giusto riequilibrare un po' le cose,  tra l'altro come l'alba anche io la mattina esco assai presto quindi direi che come nick calza a pennello..anche io quando leggo un libro tendo a tramutare in immagini le parole e ad attribuire dei volti e delle caratteristiche ai protagonisti e forse è per questo che poi un po' rimango così.. così.. quando ne vedo la rappresentazione cinematograficail teatro e il cinema mi piacciono moltissimo purtroppo pero' negli ultimi anni riesco ad andarci assai poco, mentre al cinema all'aperto i primi anni dell'estate romana qualche volta sono andata e devo dire che l'atmosfera che si respira è particolarema quanta ne fai di marmellata ??buona giornata

caiovibullio ha detto...

Comincio dalla marmellata: quanta ne faccio? Beh, fino a quando non mi stufo, visto che so per esperienza che qualche estimatore lo trovo sempre heheIer sera ho fatto 12 barattoli ma di quelli piccoli. In tutto sono stati 4 chili di marmellata di mele verdi. Ho capito che farne molta insieme è più difficile e ci vuole assai più attenzione mentre 4/6 chili si gestiscono bene.Oggi mi sono procurato le etichette, di quelle su foglio A4 che quindi potrei anche stampare al pc ma in realtà mi piace scriverle a mano. Fino ad ora credo di aver fatto 60 barattoli, tra piccoli medi e grandi ma la produzione principale ( quella di mele cotogne) deve ancora iniziare.Veramente avevo l'intenzione di farne altra stasera ( di fichi) ma è stata una giornata pesante. Sono uscito dall'ufficio alle 18,30 ma poi mi ha chiamato il tecnico che mi sta accatastando le case in campagna, c'erano piccoli problemini da risolvere e c'è voluto un po'. Sicché sono tornato a casa alle 20,30 affamato come due lupi ed ho mangiato come 3 lupi. Adesso, ovviamente ho un abbiocco siderale.L'alba...hai ragione, se ne vedono poche. Io stesso quest'anno credo di averne viste solo due. Altra cosa era quando ancora andavo a caccia. Allora il sabato e la domenica non me ne perdevo una. Però sono belli anche i tramonti e, su tutti, due li adoro: quello sul mare, sognando di vedere "le rayon vert" e quello che scorgo dalla sala grande del mio casale, la sera quando mi accingo ad andare via. Ci sono due finestre orientate ad ovest, io mi siedo sul divano e guardo il sole che scende tra gli olivi e dietro il casaletto abbandonato del mio bisnonno Aratore e che adesso è di mio cugino Saturno il quale non se ne cura perché facendo il percorso opposto a quello che fece il nostro avo comune nel 1678 se ne è tornato ad Arezzo.E mi fermo lì, a pensare, fino a quando il sole scompare e nella sala piano piano scende il buio più completo. Allora chiudo tutto e me ne vado;)Il teatro...nella mia lunga carriera ormai agli sgoccioli ho avuto la fortuna di occuparmente per 20 anni, avendone molte soddisfazioni. Tra esse i tre festival internazionali del Teatro di Strada dei primi anni 80, la trasformazione in teatro dell'ex mattatoio di Montecelio e, adesso, il restauro filologico del bellissimo Teatro Imperiale di Guidonia che, con 500 posti e munito di ogni nuova tecnologia, ci permetterà di fare grandi cose. In realtà questo progetto non l'ho diretto io ma era un mio sogno ed a fine anno sarà ultimato. E non è detto che per il futuro non me ne debba occupare.Bene, visto che mi fa fare la stanchezza? mi adagio e mi riposo su un pagliaio di parole!:)Buona serata:)

albafucens ha detto...

Io credo di potermi definire un'estimatrice :))e concordo vuoi mettere le etichette scritte a mano con quelle stampate, ma io sono una nostalgica quindi faccio poco testo :)).. e che meraviglia..io dal mio divano l'unica cosa che riesco a vedere è la facciata del palazzo di fronte ed in più abitando al primo piano riuscire a vedere il cielo devo per forza alzare lo sguardo ma è una piccola porzione incolore :((pero' l'estate recupero e ne faccio indigestione ed è sorprendente scoprire di quanti colori infiniti e meravigliosi si veste il cielo, a Roma è quasi sempre imbronciato e corrucciato e sembra sia sempre in luttoil teatro semplicemente lo amo assai più del cinema forse per via della maggiore alchimia che si viene a creare con il pubblico,  uno zio di mio marito è stato credo direttore artistico se non ricordo male del teatro dell'opera, parliamo chiaramente di diverse decine di anni fa..  .. e a casa raccolte in un album ho diverse foto di attori e attrici lirici alcune autografe e alcuni bozzetti di scena delle varie opere teatrali , le  ho catalogate e di alcuni/e dei quali sono riuscita a decifrare le firme, dopo aver fatto una ricerca ho stampato la vita.. la biografia..ed ogni tanto le guardo e mi immergo in quelle atmosfere, loro sono lì impressi per sempre su quei fotogrammi, ma quando guardo le loro foto un po' come se rivivessero e per un po' nella mia fantasia tornano a calcare la scena, mi piace ripercorrere il passato attraverso le foto.. i documenti.. che sono giunti fino a noi , sono tanti piccoli tasselli di memoria che vanno conservati e tramandatiquindi provo un po' sana invidia   per aver avuto la possibilità di occuparti di teatro, e in ogni caso i giacigli di parole sono sempre i più soffici e comodi sui quali adagiarsibuona giornata :))

Cosimopiovasco ha detto...

Bel ricordo... in effetti fa grande impressione veder scomparire persone che abbiamo conosciute nell'infanzia o nell'adolescenza...Un caro saluto, tuoCosimo