giovedì 9 febbraio 2006


Abuelas de placa de Mayo


Oggi è stata una bella giornata, non soltanto perché c'era il sole e l'aria era mite ma perché ho avuto modo di conoscere una persona straordinaria: Estella Barnes Carlotto, la presidente delle " Nonne di Placa de Mayo" che osarono sfidare la dittatura argentina per chiedere conto dei 30.000 desaparecidos provocati da quel regime e contribuirono alla caduta della dittatura. E' stato un evento organizzato in pochi giorni, cogliendo al volo alcune fortunate coincidenze ed è stato davvero bello e toccante. La signora Carlotto è ormai anziana ma ha un fascino ed una serenità incredibili. Nel discorso fatto per ringraziare il nostro Comune per l'accoglienza ricevuta, per il premio che le ha conferito, per l'incontro coi giovani e la mostra organizzata in biblioteca è emersa tutta la sua semplicità e la sua forza d'animo. "io non ho fatto nulla di straordinario, -ha detto- ho fatto solo il mio dovere di madre e di nonna. La polizia e le minacce della dittatura non potevano intimorirci, noi volevamo sapere la verità. E lo vogliamo ancora"


Già, perché anche a distanza di anni dalla caduta della dittatura la verità completa sulla fine di molti "desaparecidos" non è venuta fuori, Sono davvero spariti nel nulla. Ma la cosa più agghiacciante è la sorte toccata ai bambini delle donne incinte che vennero soppresse. Si sa che ad essi venne cambiato nome, stato civile, travisata la data di nascita e vennero adottati da famiglie vicine al regime dei militari. Anche il figlio di Laura Carlotto, figlia di Estella, subì la stessa sorte. Laura, che era italiana, venne uccisa. Il bambino no, vive in Argentina, di sicuro ma non si sa dove sia, non si sa "chi" sia. Gli è stato rubato il nome, il passato e vive, ignaro, nella famiglia di uno dei carnefici della madre.


E' stato proprio per questo motivo che il governo attuale dell'Argentina ha revocato le cosidette "leggi della impunità" emanate negli anni 80 per amnistiare gli uomini della dittatura. Che parlino, prima. Dicano dove sono finiti i bambini, dove sono finiti i cadaveri degli uomini e donne scomparsi e poi si potrà parlare davvero di perdono e riconciliazione. Per ritrovare quei bambini è stata creata persino una banca del DNA, affinché anche quando le nonne e gli altri parenti non ci saranno più abbiano la possibilità, se vorranno, di sapere veramente chi sono.


Al pranzo che è seguito dopo la cerimonia ero seduto proprio di fronte alla signora Carlotto e ci ho conversato un po'. Mi ha veramente colpito e stavo riflettendo sul fatto che a volte mi fanno organizzare eventi abbastanza frivoli ma questo incontro no...davvero ne valeva la pena. E questo al di là del fatto che l'Argentina è un paese popolato da tanti italiani e tra questi tanti miei concittadini, compreso Melito Margozzi, in arte Dario Vittori, l'Alberto Sordi argentino a cui è intitolato il nostro teatro comunale. Dovunque fosse accaduta, una tragedia quale fu la dittatura dei militari argentini, culminata e, per fortuna, conclusa con la rovinosa invasione delle Malvinas-Falkland costituirebbe comunque, in negativo, un esempio di quel che NON dovrebbe mai accadere, nella vita di un popolo. E fanno bene gli amministratori di tutto il mondo a invitare la signora Estella Carlotto per testimoniare e ricordare a tutti e principalmente ai giovani quel che è accaduto. Affinché non accada mai più. E MAI PIU' è il motto della Abuelas de Placa de Mayo a cui oggi il mio Sindaco ha reso onore ed io ne sono felice.



Grazie, Estella


1 commento:

utente anonimo ha detto...

Proprio una grande donna, un bell'esempio per molte donne.. :)