domenica 22 aprile 2007

di come non volendo ci si possa imbattere in un bel film



Ier sera, dopo una giornata un po' così sono andato al cinema. Volevo vedere il film sulla Cia, con Robert De Niro però ci ho rinunciato, perché cominciava alle 22.50 e dura quasi 3 ore. Così, per ripiego, sono andato a vedere " mio fratello è figlio unico" di Luchetti.


Beh, è stata davvero una piacevole sorpresa, un film bello e commovente ma allo stesso tempo non triste, anzi, con degli spunti di comicità assai carini.


E' la storia di una famiglia, a cavallo tra gli anni '60 e'70 ambientata nella Latina ( Littoria) dei coloni venuti dal Nord e dello sviluppo industriale sostenuto dalla Cassa del Mezzogiorno. E' anche la storia di una generazione, la mia, e delle cose, alcune grandi e belle, alcune assai brutte, che essa attraversò in quegli anni.


Il protagonista, Accio, è l'ultimo di tre figli di questa famiglia operaia che abita una casa  cascante alla periferia della sonnolenta Latina, dove in molti è assai viva ( lo è ancora) la nostalgia per il ventennio fascista e per Mussolini che la fondò, promettendo anche un radioso avvenire. Come terzo figlio si sente un po' escluso: sbolognato in seminario a causa essenzialmente della sua passione per il latino quando capisce che il seminario non fa per lui e torna a casa si vede trascurato dai suoi che gli negano ( anche per necessità) la possibilità di fare il classico come vorrebbe. E così si sente schiacciato rispetto alla sorella cui viene accordato senza problemi di continuare gli studi fino al conservatorio e soprattutto al fratello Manrico, un ragazzo dalla vitalità e dal fascino prorompenti ( lo interpreta Scamarcio) a cui tutto sembra venire facile, dal successo con le ragazze a quello nella militanza politica a sinistra e nel sindacato.


Così, un po' per ribellione un po' per anticonformismo Accio si avvicina alla destra, cioè al MSI che a quel tempo significava essere fuori dall'" arco costituzionale", significava essere nostalgici, significava trovarsi a darle e spesso a riceverle. Sembrerebbe quindi proprio lui, l'escluso, quello destinato a perdersi della famiglia. Invece no. Sarà deluso dalla mancanza di democrazia dell'MSI, si avvicinerà con curiosità e speranza ai movimenti di estrema sinistra ma si renderà conto ben presto che anche questi sono lontani dalla realtà.


Lui si salverà, alla fine, orientando la sua vena protestataria verso un gesto concreto e non violento di utilità sociale, anche se fuori delle regole. Chi non si salverà sarà il fratello, risucchiato, come tanti giovani in quegli anni, dal gorgo della violenza, che lo porterà alla morte.


Sono parecchi i motivi per cui questo film mi è piaciuto assai, a cominciare dal fatto che, per l'appunto, racconta una storia della mia generazione. Ho anche pensato che forse Guidonia sarebbe stata una location anche più adatta di Latina perché qui, più che a Latina quegli aventi che nel film vengono evocati presero corpo. Qui era residente Renato Curcio, tra Guidonia e Tivoli prosperò il terrorismo nero, qui il giudice Ferdinando Imposimato fece dragare il laghetto di San Giovanni ripescando oltre 100 automobili e non so quanti morti ammazzati. Qui,  al cinema Imperiale, veniva Pasolini a fare i suoi cineforum, qui l'occupazione delle case ebbe una dimensione enorme, con interi quartieri requisiti per dare alloggio ai baraccati di Roma.


E poi  i ricordi personali: l'scrizione all'università nel '69, le occupazioni, le botte e le sassaiole giornaliere, le assemblee assurde dove tutti si parlavano addosso e sopra e sotto e dietro e non ci si capiva niente ed alla fine prevaleva chi si stufava per ultimo e studiare, per molti, era l'ultimo pensiero.


L'estate del 69 era stata sicuramente la più bella ed entusiasmante della mia vita. Feci gli orali della maturità il giorno che il primo uomo sbarcò sulla luna e poi, via al mare, per due mesi, prima con la famiglia, poi a Montalto di Castro con gli amici. Il leit motiv di quell'estate bellissima ce lo cantava Battisti con " acqua azzurra, acqua chiara". Ci sentivamo straordinariamente moderni e con il mondo in tasca, approdando in massa all'università, anche se fummo assai pochi ad uscirne con la laurea.


Poi qualcosa si spezzò. Cominciò con " l'autunno caldo" delle lotte operaie, si capì che qualcosa di cupo stava per accadere e infatti ci fu la strage di Piazza Fontana e tante altre ne seguirono ancora, negli anni di piombo e di fuoco che costarono tanti lutti e bruciarono molti di noi.


Io non so perché rimasi immune da quella febbre contagiosa dell'estremismo che aleggiava in quegli anni. Me lo sono chiesto spesso. Forse il fatto di abitare in un piccolo paese anche se così vicino a Roma, forse il fatto di aver cominciato subito a lavorare.


Allora spellarmi ogni giorno le mani per tirare i fili dei citofoni non mi sembrava il massimo, tanto più che guadagnavo 2000 lire al giorno più il pranzo alla mensa dei ferrovieri. Però dopo aver fatto un'ora di viaggio, tre di studio, 7 di lavoro ed una per ritornare...beh le velleità di andare alle assemblee ed alle manifestazioni erano assai poche;) Una volta un compagno di corso all'università, sentendo che facevo i citofoni nei grossi condomini mi fece sentire persino in colpa. Mi disse " vedi? sei un servo dei padroni, tu fai i citofoni e quelli licenziano i portieri!!"


Beh, lo so che non sono un critico cinematografico e quindi ho parlato essenzialmente delle emozioni e dei ricordi che questo film mi ha risvegliato. E' un film politico? No, mi pare di no, anche se ovviamente l'idea politica di chi l'ha fatto traspare. E quindi non è nemmeno un film cerchiobottista. E' un bel film, andatelo a vedere, poi mi direte;)


Caio


10 commenti:

missi ha detto...

E' mezz'ora che giro con la freccina del mouse....ad occhi chiusi è difficilissimissimo trovare il link ai commenti!! ;)
Un bacio Caio :)

missi ha detto...

E' mezz'ora che giro con la freccina del mouse....ad occhi chiusi è difficilissimissimo trovare il link ai commenti!! ;)
Un bacio Caio :)

missi ha detto...

E' mezz'ora che giro con la freccina del mouse....ad occhi chiusi è difficilissimissimo trovare il link ai commenti!! ;)
Un bacio Caio :)

missi ha detto...

Il '69...sembra quasi un sogno sentirtelo raccontare così...bellissimo post Caio :)

alidada ha detto...

ricordi quella volta che ti chiesi come mai uno che scriveva bene come te non aveva un blog?.. :-)
E' un piacere leggerti!
Smack :-)*

alidada ha detto...

ricordi quella volta che ti chiesi come mai uno che scriveva bene come te non aveva un blog?.. :-)
E' un piacere leggerti!
Smack :-)*

alidada ha detto...

ricordi quella volta che ti chiesi come mai uno che scriveva bene come te non aveva un blog?.. :-)
E' un piacere leggerti!
Smack :-)*

utente anonimo ha detto...

Va' che così mi viziate e poi faccio come il suonatore: un soldo per cominciare a suonare e due per smettere!!;)
ricambio i baci:)
Caio

utente anonimo ha detto...

Va' che così mi viziate e poi faccio come il suonatore: un soldo per cominciare a suonare e due per smettere!!;)
ricambio i baci:)
Caio

utente anonimo ha detto...

Va' che così mi viziate e poi faccio come il suonatore: un soldo per cominciare a suonare e due per smettere!!;)
ricambio i baci:)
Caio