sabato 21 giugno 2008

Delle porte, del tempo e della vita.



Verso le cinque del pomeriggio sono andato in campagna, volevo controllare se il trattamento dell'altro giorno avesse debellato i funghi che hanno attaccato i pomodori del mio orto. Chissà perché mi è venuto in mente di affacciarmi nel serbatoio di resina dove raccolgo l'acqua dei pluviali. Sapevo che era quasi vuoto, l'acqua l'avevo usata l'altro ieri per annaffiare le zucchine. Non che abbia bisogno di raccogliere l'acqua piovana, ho tre pozzi e posso cavarne quanta ne voglio, non finisce mai. Però quella dei pozzi è molto fredda e quando fa caldo meglio annaffiare con l'acqua a temperatura ambiente. Così, buttando lo sguardo ho notato, in quelle quattro dita d'acqua, un esserino, una piccola lucertola, stremata, immobile, riusciva a malapena a tenere la bocca sollevata dal pelo dell'acqua ma si vedeva che non ce la faceva più.


Sono stato un po' a guardarla, interrogandomi su come ci fosse finita lì dentro, per poi ritrovarsi assolutamente incapace di uscirne fuori, trovandoci la morte. Poi mi sono detto " però io posso salvarla" ho preso un mestolo antico appeso lì vicino e l'ho tirata su, deponendola sul cemento del marciapiede. E' stata un po'. Mi guardava o forse era un'illusione. Il respiro le gonfiava ritmicamente la gola dietro la bocca. Poi si è scossa e l'ho guardata infilarsi in una fessura sotto il marciapiede. Chissà cosa avrà pensato. Chissà se le lucertole pensano allo stesso modo che noi, chissà.


Quando ero piccolo, ormai 50 anni fa, papà mi aveva comprato un fucile ad aria compressa, un Diana 25 di cui ero assolutamente innamorato e, in questi stessi luoghi ero un micidiale cacciatore di uccellini e lucertole. Non ne sbagliavo una. Bastava la vedessi, nel raggio di 15 metri ed era morta.


Come si cambia. A caccia non ci vado più e le lucertole non le uccido più. Le salvo. Come si cambia nel corso della vita, quanti sentimenti, quanti ruoli, quante sembianze si assumono, di volta in volta. Quante porte si attraversano per passare da un ruolo all'altro, da uno stato all'altro, da una stagione all'altra, da una passione all'altra.


Da quando l'uomo ha avuto coscienza di sé, degli altri, del mondo non ha mai smesso di pensare al mistero di tanti passaggi, alla voglia di attraversare una porta, alla paura di aprire una porta, al rimpianto, a volte, di chiuderne una per non riaprirla, mai più. In latino porta si dice janua e Giano, Janus è il misterioso ed antico dio della porta. Cosa fa una porta? Separa od unisce? Entrambe le cose e questo è il bello della sua singolare sacralità. La porta ha due facce, una interna una esterna. Ma quale è il dentro, quale è il fuori? Dipende, dipende sempre da come la si guarda, dal desiderio che si ha, di entrare oppure di uscire. Giano veniva raffigurato con due facce su un'unica testa:  una da vecchio, una da giovane. E quindi non sovrintendeva soltanto al dentro ed al fuori ma anche al prima ed al dopo, al giovane, al vecchio. il giovane non è mai del tutto giovane, il vecchio non è mai del tutto vecchio. No, non lo è. Entrambi guardano l'infinito. L'infinito che c'è prima, l'infinito che c'è dopo. E quel che c'è in mezzo tra l'infinito di prima e l'infinito di dopo è il mistero, anch'esso-vivaddio- infinito della nostra vita, del nostro passaggio su questa terra, dei nostri sentimenti dei nostri amori. Infinito, sì. fin che dura la coscienza fin che si va avanti e, si spera, migliorando.



Da giovane mi sarei disinteressato della lucertola o forse l'avrei tirata su solo per non fare inquinare l'acqua, spiaccicandola subito dopo per terra, così, senza pensare che anch'essa era -pur sempre- una vita, al pari della mia. Mi piace quindi pensare di essere migliorato. Ma forse sono soltanto più debole. Chissà. Però...adesso una cosa la so, ne sono certo: è meglio aiutare che capire. A volte è solo una lucertolina semiaffogata ad avere bisogno di aiuto, a volte una farfalla che non riesce ad uscire dalla crisalide. A volte una persona, davanti ad una porta e non riesce ad uscire o ad entrare, chissà. Ma non vale chiederselo: basta aprire la porta.



http://it.youtube.com/watch?v=qVAVjzBPyxY


Ah, come stanno i pomodori? Bene, li ho salvati. L'ossido di rame ha fatto meraviglie!


5 commenti:

missi ha detto...

Il grande sentiero non ha porte,
migliaia di strade vi sboccano.
Quando si attraversa quella porta senza porta,
si cammina liberamente, tra cielo e terra

[Yamada Mumon Rôshi, La porta senza porta]

Sono contenta per la lucertola [e per i pomodori] ;)
Ti lascio un bacio e l'augurio d'una lieta fine settimana Caio :)

Parolecomearia ha detto...

Scrivi veramente "assai" !!!

caiovibullio ha detto...

parolecomearia....assai...che? Assai bene, assai male, assai troppo, assai stupido... 'a sai l'ultima? Non mi lasciare in sospeso, neh, che già dormo poco;)

leditadellamano ha detto...

Quelle poche volte che vado al mare a volte mi paralizzo a guardare la linea che divide il cielo dal mare. E la guardo, la guardo, la guardo. E' possibile che ci sia un punto dove finisce l'uno ed inizia l'altro?

harmel ha detto...

Ma sarà l'aria dell'orto che fa così bene? mannaggia..quante braccia rubate all'agricoltura! Se tornassimo tutti a zappare forse questo mondo girerebbe nel senso giusto! bellissimo post