sabato 28 maggio 2011


La mia sera, le mie sere


 



Questa è la sera che trovo uscendo dall'ufficio quando la piazza del Comune è vuota di gente e  si immerge nella atmosfera metafisica del razionalismo fascista.

 




 



E questa è la sera che mi coglie in campagna, andando via dal mio podere. Le rose sono quelle che piantò mio padre tanti anni fa e di questi tempi hanno una bellissima fioritura.
Io amo la sera, in ogni momento dell'anno ed in ogni luogo. Mi piace guardare il sole che tramonta sul mare ed anche quando tramonta dietro un picco in montagna. E non credo che sia perché mi ricorda la presente stagione. L'ho sempre amata, anche da ragazzo.
Un po' ho girato. L'ho vista, la sera, scendere sopra le piramidi a Gizah, sulla spiaggia di Miami, dietro le Torri gemelle, sopra la Senna e il Tamigi, sopra il Danubio che a Novi Sad sembra mare per quanto è largo, sopra Lisbona, Madrid, Barcellona, Valencia, Alicante, Praga, Lubiana Atene, Santorini...e l'elenco sarebbe lungo ancora. E spero di vederne tante altre ancora, in tutto il mondo che ancora non ho visto.
Ma queste, sono le sere della mia vita di sempre, quelle che amo di più. Le mie sere, nella mia sera.

 



 





 




 

21 commenti:

Cosimopiovasco ha detto...

Forse perché della fatal quiete
tu sei l'imago, a me sì cara vieni,
o Sera!...


Anch'io adoro la sera, e più ancora il crepuscolo, specie quello lungo e lento delle sere d'estate, e anche nel mio caso l'adorazione risale agli anni della giovinezza...
No, l'età credo non c'entri nulla, semmai un'indole malinconica; anche il buon Ugo era giovanissimo, quando scrisse quel sonetto...
Salutoni, tuo
Cosimo

albafucens ha detto...

la sera e la mattina.. il tramonto e l'alba sono i momenti che preferisco della giornata c'è una tale quiete e magia in entrambe, e sono state le muse ispiratrici di molti poeti

.. delle due che hai postato preferisco sicuramente le rose e la vista del tuo podere e trovo molto bella la frase che chiude il post 

" .. queste sono le sere della mia vita di sempre.. le mie sere nella mia sera"

le sere di sempre.. ma capaci di non smettere mai  stupirci perché anche se si ripetono ogni giorno.. da millenni.. non sono mai uguali le une alle altre, oguna racchiude quel certo non so che e sfumature sempre nuove

ti auguro allora di vederne molte altre

buona notte

nellabrezza ha detto...

che bella dolce malinconia che si respira qui...e la musica la accentua, specie questa musica...

piccerella ha detto...

voglio il copyright!
mi hai rubato l'idea sulla sera

utente anonimo ha detto...

Vabbeh, ti regalero un POMERIGGIO!HEHE

albafucens ha detto...

Portatemi il tramonto in una coppa -
Calcolate le caraffe del mattino
E ditemi quant'è la Rugiada -
Ditemi fin dove si spinge il mattino -
Ditemi a che ora va a dormire il tessitore
Che filò le vastità d'azzurro!


~ Emily dickinson ~

buona serata

jouy ha detto...

La Sera pari all'Autunno .... Una bella Campagna quella del tuo podere arrricchita ed impreziosita da piante e fiori del tuo Nonno. Un "lusso" di pochi.

ORRIBILE lo stile littorio.

caiovibullio ha detto...

Jouy, c'è un legame che unisce la piazza del Comune, con il mio terreno di Colle Pisciarello ed è questo.
I terreni dove sono stati edificati gli edifici comunali e la piazza appartenevano ai miei prozii, i fratelli Orillo e d. Celestino Piccolini . Mio nonno che era cognato di Orillo li aiutava nel lavoro. Sotto la Torre littoria c'è ancora il pozzo che mio nonno scavò appena tornato dall'America.
Dove è adesso il palazzo comunale ( quello di fronte ) c'era un pergolato mentre dove c'è la piazza un vigneto e a capo di ogni filare una pianta d'olivo. Il Governo di allora a metà degli anni '30 fissò il prezzo dell'esproprio in 80 cents al mq più 40 cents per l'indennizzo delle colture. In totale 1,2 lire al mq.
Non erano nemmeno pochi allora, si trattava comunque di alcune decine di migliaia di lire. Ma la fregatura fu che le cose andarono per le lunghe. Addirittura dopo il 1943 sti 'soldi andarono alla Repubblica di Salò, poi ci fu la sconfitta. Insomma li presero intorno al 1947, quando ormai valevano davvero poco. Però mio nonno prima che iniziassero i cantieri scavò le piante d'olivo e le reimpiantò nel terreno che adesso è in parte  mio e in parte dei miei cugini. Quindi posso dire a ragione, credo, di avere degli olivi " storici" hehe
Don Celestino che era un prete davvero "sui generis": poeta storico, archeologo, romanziere e commediografo ( è stato lui a farmi innamorare delle antichità) ci scrisse una poesia dai toni elegiaci ed anche se è un po' ruffiana a me piace tanto.
Ed è questa, penso che non ci sia bisogno di traduzione dal mio dialetto:)

Guidonia e la mia vigna

Vignetta mea, da patremu piantata
che 'a votticella rejempii razzente,
mò si sparita, e 'na città fiorente
comme pè 'n incantesimu c'è nata.


Invece de 'e vite all'infilata,
'na gran piazza revullica de gente,
municipiu, palazzi, ed eminente
sta ritta 'a torre vigile, quadrata.


Quanno repenzo a te me fa dolore,
ma po' svanisce tra l'idee lontane,
perché a vede' Guidonia ride u core.


Dirrà la storia: - 'A vozze Mussolini,
vecinu a 'n nivu d'aquile romane,
nnea vigna dei fratelli Piccolini.


  

piccerella ha detto...

un pomeriggio lungo?

utente anonimo ha detto...

Qb!hehe

piccerella ha detto...

il qb è relativo ma soprattutto soggettivo!

utente anonimo ha detto...

Terremo conto della luuunga astinenza! Facciamo il doppio di q.b.?

piccerella ha detto...

mia o tua?

utente anonimo ha detto...

Tua, tua, io sono un altruista!

jouy ha detto...

Non riesco a tradurre "vozze", senza il quale il periodo non lo lego.

caiovibullio ha detto...

Vòzze = Volle:)

piccerella ha detto...

eh ma chi ti dice che io mi astenga

caiovibullio ha detto...

non so, sensazione di ragnatele...

piccerella ha detto...

 io sono esigente!
...altro che ragnatele!!
 

utente anonimo ha detto...

Ehh, non ti piccare@*&#hihi

piccerella ha detto...

io non mi piccHio :)