domenica 30 gennaio 2011


Parolaio Monticellese
sive
Cose di casa mia



 



Sabato 29 gennaio 2011 alle ore 17 nel Teatro Comunale “Dario Vittori” in via Cardinale Antonelli a Montecelio si è tenuta la presentazione del libro Parolario Monticellese di Filippo Greggi.



L’iniziativa si svolge in occasione del centenario dell’inaugurazione della pubblica illuminazione a Montecelio (29 gennaio 1911).



Dopo il saluto del Sindaco di Guidonia Montecelio sono intervenuti: Ugo Vignuzzi, Accademico della Crusca, Vincenzo Luciani, poeta in lingua e in dialetto, Alfonso Masini, studioso di storia locale, Maria Sperandio, Gruppo Archeologico Latino.



Quest’ultima opera di Filippo Greggi, frutto di un lavoro decennale, consiste in: un articolato dizionario monticellese / italiano con allegate due appendici relative ai giochi per ragazzi e a centinaia di personaggi caratteristici del paese ricordati dalla memoria popolare. 



Il mio intervento



Sono qui prima di tutto per testimoniare affetto e stima verso Filippo Greggi, nati sui banchi delle elementari e mai venuti meno.
Ho visto con piacere che ha pubblicato nel Parolaio una foto della nostra classe alle medie,  era 50 anni fa. E questo rende inevitabile una riflessione sul tempo che passa, su come si cambia, su come si invecchia.
All’invecchiamento non c’è scampo. O meglio, ce n’è uno solo: morire giovani. Ma insomma, va da sé che è un rimedio peggiore del male. La passata gioventù non si recupera, non si compra, non si baratta, nemmeno con l’anima, propria o altrui e chi non si rende conto di questo va incontro al ridicolo ed alla riprovazione della gente.
Ma ci sono alcuni vantaggi nell’invecchiare perché a fronte della naturale decadenza fisica si può anche migliorare. Migliorare nell’esperienza, nella saggezza, nella capacità di capire gli altri, le cose del mondo e relazionarsi con loro.
E’ parecchio tempo che Filippo si cimenta nello studio della lingua e della tradizione monticellese, seguito ed incoraggiato da tutti noi. Ed ha sempre migliorato e questo libro di cui parliamo stasera ne è la testimonianza evidente. Ci ha messo passione, cura, pazienza, curiosità…amore. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è un libro utile, ben curato, con una bella veste grafica. Ed è divertente.
Qualsiasi persona con un minimo di cultura sa che il dono della parola ancor più della postura eretta e del pollice opponibile è alla base del successo della specie homo sapiens sapiens sulla faccia della terra.
Per i credenti la parola è ciò che più abbiamo di divino come testimonia il Vangelo del nostro Santo Protettore Giovanni:
In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum.
Le parole dei dialetti non sono meno importanti delle parole consacrate nelle grandi koiné letterarie. Certamente, non tutti i dialetti hanno avuto il loro Carlo Porta o il loro Giuseppe Gioacchino Belli ma noi siamo stati fortunati: c’è poesia monticellese, come è stato qui ricordato, c’è letteratura monticellese, c’è storia monticellese. Ci sono e ci saranno ancora perché i semi del passato hanno prodotto buone piante. E ci sono studiosi ed autori prolifici, come Filippo e la cerchia di coloro che io considero tra i miei migliori amici.
Il mondo, la società, le lingue, stanno cambiando vertiginosamente ed il punto cruciale di questo cambiamento alcuni studiosi lo vedono nella distinzione tra immigrati digitali e nativi digitali.
Niente è più come prima dopo l’avvento di internet. Le idee, le immagini, i media di qualsiasi tipo viaggiano ormai senza confini ad una velocità pazzesca, impensabile fino alla fine del 900. Con questo nuovo strumento quelli della mia generazione si sono misurati a volte con piacere e con qualche risultato ma sempre con fatica. I giovani no. E’ il loro mondo, ci sono nati e costituisce il mezzo e la fonte principale del loro relazionarsi.
E questo li rende diversi da noi.
Bisogna forse avere paura dei cambiamenti? No, io dico di no. Però bisogna essere pronti ad affrontarli, avere i mezzi per affrontarli.
La nostra generazione, Filippo, noi che non siamo ancora vecchi ma ci stiamo avviando per quella strada, è stata assai fortunata. Abbiamo vissuto il più lungo periodo di pace e di prosperità che l’Italia abbia mai avuto dall’età degli Antonini. Abbiamo raccolto i frutti che faticosamente i nostri laboriosi genitori avevano seminato, abbiamo avuto buoni maestri e li abbiamo posti a modelli di vita. E non ci è andata male.
Adesso ci rimane un debito morale e d’onore: Far sì che queste nuove generazioni così tecnologiche, così veloci, così bombardate da una massa indistinta ed immensa di comunicazioni non perdano la bussola del loro divenire e non si trovino smarrite.
Dobbiamo trasmettere loro la cultura di chi ci ha preceduti, far sapere come era fatta la coppa con la quale i loro avi attingevano alla fonte della vita affinché sviluppino l’amore ed il senso di appartenenza per queste antiche pietre. Lo dobbiamo anzitutto a loro perché siamo noi che li abbiamo messi al mondo e poi lo dobbiamo a chi ci ha preceduto, a chi ha creato prima di noi la bellezza di questo paesaggio, dei monumenti, della nostra lingua.
Il nostro Paese ma anche l’Europa, sta vivendo un periodo difficile e questo è sotto gli occhi di tutti. Tempo fa al mercato a Guidonia ho comprato un apparecchietto che si connette al pc tramite la porta usb ed ha una ventina di terminali a cui possono essere attaccati telefonini, pc, macchine fotografiche, ecc.. L’ho pagato 2 euro, il costo di 10 sigarette. Ovviamente è cinese. Il che significa che qualcuno l’ha fabbricato, in Cina, che qualcun altro l’ha portato in Italia, l’ha dato al grossista, il grossista l’ha dato all’ambulante marocchino e questo l’ha venduto. E tutti ci hanno guadagnato. Sul piano industriale, fino a quando nel mondo ci sarà una massa sterminata di persone che lavorano per meno di un dollaro l’ora in condizioni di lavoro insalubri, noi saremo perdenti. Non abbiamo petrolio, non abbiamo altre materie prime.
Però abbiamo, in quantità, delle cose difficili da copiare: la bellezza del paesaggio, i monumenti, le opere d’arte, la letteratura, la poesia, la immensa cultura che ci hanno tramandato i nostri avi così geniali.
Ed è l’amore ed il rispetto per queste cose che dobbiamo trasmettere ai giovani affinché le valorizzino ancora meglio di quanto abbiamo saputo fare noi e ne facciano la fonte del loro benessere e della loro vita.
Tu Filippo, con il tuo studio, con la tua passione, con questo libro, lo stai facendo e tutti noi te ne siamo grati.
Alfonso 

 







 

52 commenti:

tittidiruolo ha detto...

buonan notte!!!
 guardo  di giorno

ladolcetempesta ha detto...

a caio me lo so letto tuttotutto e pur piacendo tutto lo scritto tutto il tuo intervento la prima parte e formidabile e concordo in pieno con il tuo pensiero alla vecchiaia non c'e rimedio peggiore del male
quindi farle buon viso e cattivo gioco e godersela per quel che di bello ancora regala la vita vivendola in pieno avendo solo l'accortenza che menzioni tu ( se ne vedono vecchietti assurdi che fanno vita da baldi giuvinotti o signore attempate che si vestono come ventenni sui cubi:-p


o si vado ananna che oggi e stata lunga assai
buona notte e buon inizio settimana a tutti
per piccirella purtroppo non ho avuto tempo di girare per la rete in cerca della definizione capatosta in sardo

ma se vuoi evitarmi la sfacchinata:-))

aaaaaaaaaamorfeo aspetta non scappare che mo ti vengo ad'abbracciare


ps
caio bel post ma non era questo che avevo letto credo

caiovibullio ha detto...

grazie, virginia. No non era quello. Che invece era riferito ad una cosa dell'altra domenica. Ma ormai è andato. Però forse domenica prossima...

tittidiruolo ha detto...

srà stato contento l'amico tuo scrittore.. proprio un bel discorso!

caiovibullio ha detto...

Sì, credo di sì. è una vita che va appresso allo studio ed alla storia del nostro dialetto e pur essendo un autodidatta ( di mestiere faceva il capostazione) devo dire che è diventato davvero bravo.
Purtroppo come spesso succede nella vita ad una grande soddisfazione è seguito un grande dolore. Ieri gli è morto il padre, che aveva all'incirca l'età di mio padre. Era sui 90 e  me lo ricordo come una persona molto gentile. Domani alle 15 ci saranno i funerali. Mi dispiace per gl impegni che avevo già programmato ma non m'importa niente, voglio andarci.

tittidiruolo ha detto...

OhI !!
 effai bene Caio, bravo vacci. Gli impegni si rimandano, un funerale..purtroppo no e nemmeno la possibilità di star vicino ad una maico.. bravo, bravissimo Caio !

tittidiruolo ha detto...

maico= amico

piccerella ha detto...

non parliamo di funerali poi, è da settembre che non finiscono più.

caiovibullio ha detto...

picci, i funerali non finiscono mai, si sa. E l'industria delle pompe funebri non sarà mai in crisi. Ch'amm'a fà?

albafucens ha detto...

complimenti davver un bel discorso
vediamo.. che dire, che
ogni età ha insito in sè qualcosa di bello e concordo non bisogna avere paura dei cambiamenti ma saperli bensì affrontare e gestire,e per finire la nostra cultura, storia nonchè i dialetti sono parte integrante della nostra storia e vanno preservati e tramandati

albafucens ha detto...

U poeta 'mbarazzatu.

Canto co' quisti versi rusticani
cose scritte pe' gente campagnola,
che all'aquila, che sopre a tutti vola,
preferisce tallitti paesani.

Sonetti mei, nojate tra 'e mani
de chi de 'sta parlata n' sa parola;
me reccommanno de gira pe' 'a sola
terra nostrana de i Cornicolani.

'Stu dialettu latinu 'n po' bastardu
fa scorre a stentu e varecosa a vena:
così vecinu a Roma pare sardu.

Parole strocche, in u,jati, elisiuni...
'a povera barchetta mea s'arrena,
se spira ventu va, però a tastuni

 

Guidonia e la mia vigna

Vignetta mea, da patremu piantata
che 'a votticella rejempii razzente,
mò si sparita, e 'na città fiorente
comme pè 'n incantesimu c'è nata.

Invece de 'e vite all'infilata,
'na gran piazza revullica de gente,
municipiu, palazzi, ed eminente
sta ritta 'a torre vigile, quadrata.

Quanno repenzo a te me fa dolore,
ma pò svanisce tra l'idee lontane,
perché a vede Guidonia ride u core.

Dirrà la storia: - 'A vozze Mussolini,
vecinu a 'n nivu d'aquile romane,
nnea vigna dei fratelli Piccolini.

Don Celestino Piccolini

caiovibullio ha detto...

Alba, mi hai fatto un bel regalo, davvero, non sapevo che i versi di d. Celestino fossero in rete anche se il secondo sonetto l'ho postato io stesso nel mio blog tempo addietro.
Stamane mi è successa una cosa curiosa, mi ero loggato su un blog al quale partecipo ed ho risposto a questo tuo commento, senonché il commento è uscito come Aretusa65;)
Così l'ho cancellato. Poi sono stato preso da mille cose e adesso eccomi qui.
Dunque:
Orillo e Celestino Piccolini erano due fratelli. Celestino era prete, un grande prete, spiritoso, simpatico colto. Era storico, poeta, commediografo,archeologo, ispettore dei beni culturali ed era l'idolo dei bambini e dei giovani per le sue favole, per i suoi racconti, per il modo in cui raccontava.
Orillo io non l'ho conosciuto, è morto prima che nascessi ma era sposato con una sorella di mia nonna, zia Lina. I due fratelli erano proprietari dei terreni dove poi sono sorti i palazzi comunali e la piazza di Guidonia, Mio nonno li aiutava a coltivarli e sotto la torre civica c'è ancora il pozzo che lui scavò dopo essere tornato dall'America nel 20 o 21 dello scorso secolo.
Nel 1935 i terreni vennero espropriati al presso di 80 cents di lira al mq
solo che per la burocrazia e gli eventi bellici questi soldi li presero alla fine degli anni 40, quando non valevano più niente.
Però prima di consegnarli allo Stato mio nonno scavò le piante di olivo che avevano pochi anni e le trapiantò nel terreno di sua proprietà che adesso è mio e dei miei cugini. Sicché posso dire di avere degli olivi storici!;)
Quando ero piccolo nonna mi portava con lei a fare visita alla sorella e per me era un viaggio perché il mio paese sta su due colline: noi abitavamo su una e lei sull'altra. E ci andavo sempre volentieri. A volte si incontrava lì anche l'altra sorella, zia Cecilia quella morta quasi centenaria mentre nonna è arrivata a 93 anni e zia Lina, poveretta, solo a 88;)
Così mentre le sorelle Ferraresi ciacolavano fitto in cucina io mi mettevo a curiosare tra le cose di d. Celestino, i libri, le raccolte di fossili ed utensili dell'età della pietra e soprattutto le monete romane, ne aveva tantissime. Poi, quando lui tornava dopo aver detto messa e mi trovava lì sapeva che io mi ero preparato un sacco di domande. Io prendevo una moneta e gli chiedevo " zio, questo qui, chi era?".
E lui pazientemente ( ma gli faceva piacere). " Vedi, Alfonsino, questo era Nerone. Nerone ha fatto questo, ha fatto quello...ecc ecc ecc."
Così io a 8 anni conoscevo vita morte e miracoli di tutti gli imperatori romani, sapevo riconoscere i sesterzi i sottomultipli i denari ecc. e mi innamorai di quel mondo antico e non ho smesso più.
Un giorno, quando avevo nove anni mi dissero che dovevamo andare tutti a casa di zia Lina. Capii che era un giorno speciale perché c'era anche nonno e poi le mie zie coi mariti, papà, mamma, mia nonna materna che abitava con noi. Andammo e...era morto don Celestino.
Era la prima volta che la morte si portava via qualcuno a me familiare e quando lo vedi steso sul letto, con la tonaca nera ed il breviario tra le mani pensai che dormisse. Poi realizzai che era l'ultima volta che lo vedevo. Però non c'era tristezza in quella veglia funebre. Accanto a lui le donne di casa dicevano serenamente il rosario, di là nel soggiorno gli uomini si raccontavano episodi della vita di cui erano stati protagonisti assieme a lui: gli scherzi che faceva, le storie che aveva raccolto e tramandato. Nonno in particolare andava fiero di quando scoprirono assieme la basilica di S. Vincenzo martire ed il sarcofago del santo ancora intatto ( anni dopo venne trafugato e non se ne è saputo più nulla) e venne persino il grande Rodolfo Lanciani a congratularsi della scoperta.
Insomma, Alba, mi hai fatto ripensare ad una parte della mia vita e ad una persona che per me è stata davvero importante. Grazie:)

piccerella ha detto...

vado di fretta, mi fate un sunto? :)))

albafucens ha detto...

Sono qui per stupirvi..
li ho trovati proprio sul sito di http://www.montecelio.net/montecelio/poesie_piccolini.htm

allora ti faccio regalo anche di questi..

Un bruttu cenone


E daji a portà via sempre 'ste lena!
Credissi che n'te saccio retrovà?
Tu co' 'na vota tutte ha da paga,
e te s'ha da rempone pure 'a cena.

 Co 'na crivella, senza tanta pena,
bellu prefunnu 'n cioccanu sbuscià;
pò, comme fosse mina, u carecà
de porverone, 'na cartata piena.


U ladru, 'a veggilia de Natale,
'llu cippu mese a focu peu cenone:
spaghetti, tunnu, bròcculi e caviale.

Ma neo più bellu: - bum! - comme 'n cannone'!
Cascà svenuta 'a moje de Pasquale
trammezzu a cocci, cennere e carbone.

 

I do' compari

Sagnuvanni se dice che avvecini,
che affratelli cosi tutti i compari
da falli deventà modelli rari
de na fiducia che non ha confini.

Pare fosse cosi tra i contadini
Pippu e Peppe, compari senza pari,
confinanti de vigna, amici cari,
de scarpe rósse e cerevelli fini.

Eppure i do compari beneditti
continui furti aveanu a lamentà;
ma' na notte che i ladri zitti zitti

u confìnu staveanu pe passà,
se scropiru! E coi capelli ritti
se salutaru: - Pe! - Ahò! compa!


 

albafucens ha detto...

.. ed ora vado a risponderti ^ __ ^

.. da quel che leggo questo Don Celestino era una persona davvero molto ricca.. interiormente e culturalmente, e chissà forse questo tuo amore per la storia... l'archeologia.., la ricerca..  magari è nata proprio tra i suoi libri, quello che si percepisce da come ne parli è la figura di una persona molto carismatica e con tanto da trasmettere..
.. e credo proprio ci sia riuscito perchè dal modo genuino in cui ti sei ed hai raccontato questa parte della tua vita e di lui, si capisce che è stata una persona importante nella tua vita e una figura emblematica, che ha saputo trasmetterti molti valori


.. e mi sembra di immaginare anche  tuo nonno mentre salva le piante di olivo dalla distruzione ed è bello che infine si siano salvate e siano arrivate fino a te
un caro saluto e buona giornata

albafucens ha detto...

.. e questo è il link sempre di guidonia..
però la pagina principale dove trovi altri scritti molto carini, l'atro che ti ho messo..  ti porta direttamente solo alle poesie  di  don celestini

http://www.montecelio.net/montecelio/poesie.htm

caiovibullio ha detto...

Come minimo dovrò farti la traduzione:) però mi sa che tu il mio dialetto dovresti capirlo, in fondo non è dissimile da quello dei paesi che hai frequentato e frequenti:)

caiovibullio ha detto...

picci, difficile sunteggiare i ricordi, specialmente se coprono 60 anni;)
Forse il sunto più bello che ho sentito personalmente fu quello che mi disse nonna in uno dei suoi ultimi giorni di vita.
Era diventata cieca. Io capitavo di rado a casa sua perché all'epoca abitavo a 25 km. Mi chiese di raccontarle cosa vedevo per strada. Le solite cose di sempre ma fu contenta di come gliele descrivevo.
Poi disse " sono vissuta tanto ma per me la vita è stata breve come un affacciarsi alla finestra"

piccerella ha detto...

si dice anche qui la storia dell'affacciata alla finestra :)
e la vita purtroppo è così.
giorni fa pensavo che poi uno lavora, studia, accumula potendolo fare, si arrabbia, si incazza, fanculizza qualcuno e poi siamo tutti di passaggio.
la vita è carogna con noi, ci dà molto ma poi se lo riprende.
e questo un pò mi scoccia.

caiovibullio ha detto...

ah, sì, a volte è scocciante. Però sommati i più ed i meno vale la pena viverla, io la penso così.
Poi però comprendo anche quelli che decidono di abbandonarla ma solo in casi estremi, in cui ci si renda conto che non è un vivere dignitoso.
Ci sono momenti di delusione, di scoramento forte. Poi per fortuna passano. E forse ti stupirà sapere che in 60 anni e passa di vita il momento in cui mi sono sentito più vecchio in assoluto...avevo 25 anni.
Tu sei ancora nel fiore degli anni, guarda avanti e vai:)
 

piccerella ha detto...

ah sarebbe bello pensare come una quarantenne quando ne hai 25 di anni :)))

caiovibullio ha detto...

Eh ma quello non è possibile e lo sai. Meglio valorizzare ciò che la vita ci offre di buono in ogni età. Quando ero ragazzo la campagna la vedevo solo come un luogo dove andavo a caccia e ci andavo solo per questo ( beh, ehm, qualche volta pure in camporella) Però, per dire, non mi veniva mai in mente di aiutare mio padre. Eppure all'epoca di poderi ne avevamo 4, in 4 posti diversi.
Adesso quando ci vado mi soffermo a guardare cose che prima non vedevo eppure sono eterne: le gemme sui rami in dicembre, lo schiudersi dei primi fiori, il cambio degli inquilini sugli alberi a seconda delle stagioni, il profumo della terra bagnata. Cose che mi danno curiosità, curiosità che mi dona la voglia di alzarmi ogni mattina per vedere cosa mi riserva il giorno che arriva.
Il 24 gennaio ho cambiato lavoro ( o meglio, ho cambiato incarico) un po' mi è dispiaciuto. Un po' mi è costato fatica perché come tu sai le norme cambiano in fretta ed erano 6 anni che non mi occupavo di quelle materie.
Eppure adesso mi sto rendendo conto che è stato meglio. E non perché guadagno un po' di più o perché è più prestigioso. Ma solo perché ho cambiato, per la novità. E mi sto divertendo.

piccerella ha detto...

anche a me le novità piacciono.
all'inizio mi spavento ma solo perché da insicura quale sono credo di non essere capace ad affrontarle..poi però ci riesco e tutto ciò che nuovo mi gratifica.
oh Caio,se vuoi fidanzarti seriamante a disposizione :)PP

albafucens ha detto...

.. le novità spaventano sempre un po'..
succede anche a me, però poi il più delle volte man mano che percorri la strada ti rendi conto che se po' fa..   nella vita a volte è ncessario lasciare la via maestra e percorrere anche le stradine di campagna e i sentieri più nascosti, perché ci offrono prospettive diverse.. magari a volte si rimane anche un po'  impatanati ma se ne esce anche fuori

Nella vita non bisogna mai smettere di tentare.. guardare avanti.. di stuopirsi o meravigliarsi, tantomeno dare per scontato le piccole cose.. perchè sono quelle che rendono grande tutto il resto.

caiovibullio ha detto...

beh, picci, perché no? Anzi ti dirò di più, se mi fai un maschietto  mi faccio musulmano e ti sposo:)

piccerella ha detto...

eh ma nulla è certo...

caiovibullio ha detto...

Evvabbeh, almeno ci proviamo. In fondo il sale della vita spesso non è la scoperta bensì la tensione alla ricerca

piccerella ha detto...

questa frase te la rubo, sai che figurone faccio :)PPP
è tua? :)P

caiovibullio ha detto...

poi me la paghi eh!

piccerella ha detto...

come???

caiovibullio ha detto...

Beh, come, dai voi avvocati avete un sacco di fantasia!
Anche a rate, diciamo: quattro comodi we senza fretta, come la vedi?

piccerella ha detto...

4 comodi we?
oh ma con chi credi di parlare?
innanzitto dobbiamo stabilite se le rate sono tutte dello stesso quantum.
non vorrei che l'interesse fosse variabile..
certo il fisso è monotono ma insomma...
e poi se ci prendo gusto e le rate aumentano??
mah

caiovibullio ha detto...

si può rinegoziare

piccerella ha detto...

prima o dopo i 4 we?

caiovibullio ha detto...

Dopo, dopo. Vero è che io sono un "usato garantito" ma potrebbe anche essere che non riesca ad accontentarti secondo le aspettative. Eppoi pure io oh, fino ad oggi ho avuto sono compagnie di gran qualità quindi, se permetti...meglio controllare hehe

tittidiruolo ha detto...

questi due tubano..
A'Caio, almeno cambia post.. che questo tuo discorso lo so quasi a mente..
 facci leggere qualcos'altro tipo una ricetta delle tue.. così per leggere qualcosa..

poi continua pure a tubare, un ci date fastidio,
 intanto noi si legge il post e non si sente nulla nulla..
Grazie.

piccerella ha detto...

macché tubare, Titti???
tu non sai come si tuba sul web allora, sapessi in chat cosa succede.
sapessi quando leggevo di qualcuno che dal merluzzo finiva ai doppi sensi.
vabè lì secondo me è anche questione di buon gusto ma che vuoi fare?ci sono donne che non s'arrendono!
io non tubo più dal dal 2003, altri tempi altra vita.
mi piace giocare e poi l'hai letto,no?
Caio dice di avere avuto compagnie di grandi qualità, è presuntuoso.
pure???
e potrei avercele avute anche io...
io credo che siamo partiti col piede sbagliato
emmò scusate che devo studià
oggi la vedo dura ma pure domani in una possibile trasferta.

caiovibullio ha detto...

Hahaha Picci, tumitubi? e come mi tubi? E quanto mi tubi?
Tubì or nottubì?
Titti, sul cambiare post hai ragione, sulle tubazioni vere o presunte no ché se fossero state vere te lo dico io che sarebbe successo: o io avrei preso l'aereo per la Calabria Saudita o lei per qui.
Le "limonate" tra me e picci datano da tanti anni, almendo da quando ero ancora ( tanto) cinquantenne e lei mi chiedeva lumi sulla psicologia ( se c'è ) dei cinquantenni. Da allora sono passati alcuni anni, ho preso 20 chili mentre lei è rimasta la piccerella callipigia che era.
E quindi le nostre sono limonate solo mentali. Diciamo che qui, con lei sto a pettinà le bambole hehehe

piccerella ha detto...

pettinà le bambole???
aoh a me bambola non me l'ha mai detto nessuno!!
i 50nni sono una razza a parte, figuriamoci quando raggiungono i 60!!
che psicologia e psicologia, io oramai li leggo negli occhi gli uomini.
tzè!

caiovibullio ha detto...

Nessuno ti ha mai detto bambola? Ma che giovinezza hai avuto?
Ecco cosa ti manca!
Approposito di leggere negli occhi, va', ti lascio una bella canzone, una di quelle che piacciono tanto ai sessantenni sentimentali appanzati

caiovibullio ha detto...

che sarebbe questa
http://www.youtube.com/watch?v=duak0Yjxapw 

piccerella ha detto...

da casa da casa, qui ho divieti :)

tittidiruolo ha detto...

insomma che mi ...interessa se tubato o no?? lei tuba tu non tubi loro tubano chissene...
io vorrei solo un post nuevo ma a quanto pare non è arrivata la musa.. solo bambola..
'nzomma ho d' aspettà..
ufffa
 qui piove.

caiovibullio ha detto...

se se see, Titti, non è che vuoi uno slapp pure tu?
Basta dirlo eh
Anzi, visto che sei toscana, non posso dimenticare che lo sono anch'io benché ci abbiano cacciati da Arezzo nel 1678
Quindi...doppio slapp, va bene?

piccerella ha detto...

qui si danno slapp a iosa...

caiovibullio ha detto...

Beh, visto che qui siamo tra pochi amici posso confidare un segreto: la verità è che sto in astinenza da almeno 15 gg

piccerella ha detto...

ho sentito ora te lo leggo negli occhi :)

astinenza?beh non hai più 50 anni :)))))PPPP

tittidiruolo ha detto...

io vorrei un post nuovo , nemmeno al sole, mi basta novo..
 ma tu nulla!
 l'astinenza ti sta bene.

caiovibullio ha detto...

Vedi? Ti ho accontentata!
Con me devi essere paziente perché io una sola virtù mi riconosco: la pazienza

tittidiruolo ha detto...

Giovanotto...
 se tu pratichi astinenza da ben 15 giorni.. chi sta accontentando la tua signora..?????  pretenderai mica che pratichi astinenza pure lei?
 OMMINI!!!!
 CO00oooooorri!

caiovibullio ha detto...

Giovanotta, guarda che era lei che stava male e con 2 costole rotte manco la potevo guardà

tittidiruolo ha detto...

sob...