sabato 23 settembre 2006

 



di come in un asino possa esserci poesia...


Assai incautamente ho accettato di far parte della giuria di un premio di poesia dialettale, la cui premiazione è prevista per domenica pomeriggio. Intendiamoci, a me piace il dialetto, penso in dialetto, a volte mi esprimo pure in dialetto, se devo colorire un'espressione oppure semplicemente se sono preda di un'emozione un po'più forte.


Però...però sono arrivato all'ultimo giorno utile per la consegna delle valutazioni, ho letto una caterva di componimenti, alcuni belli, altri discreti, la maggior parte insulsi e persino sgrammaticati ma...ancora non ho messo nulla nero su bianco e queste griglie vuote da riempire incombono minacciose su di me!;)


Il mio è un normale dialetto metafonetico dell'italia centrale, come ce ne sono tanti. Le variazioni rispetto ai paesi intorno sono più che altro lessicali, non strutturali, con qualche particolarità.


In effetti non stupisce più di tanto che " bambino " a Montecelio si dica " pupittu" o "regazzittu" mentre a Tivoli si dice "gghiattu" e a Castelchiodato " monellu", come pure " "ce ne andiamo" si dice rispettivamente: " ce nne jemo " ce ne gghiemo" e " ce n'eamo".


Però ci sono delle particolarità curiose e forse meno spiegabili. Ad esempio nelle favole di Montecelio c'è "Barminu" che è l'equivalente dell'"uomo nero". Uno spauracchio per i bambini cattivi, insomma.


Ma a ben vedere l'etimologia di questo nome...è ebraica;)! bar, figlio- minu, Minosse. Minosse deve far paura ai grandi, il figlio di Minosse..ai piccoli. Ma come ci è arrivato, a Montecelio...non si sa;)


E ancora...un sottopassaggio che unisce due strade del paese vecchio " cattabòscio" (sic). In greco, katabàino-passo sotto. E l'asino...si chiama (si chiamava, a 4 zampe non ce ne sono più) "barro", probabilmente dallo spagnolo "burro" e " 'nfussu" -bagnato, come il napoletano...


Vabbeh, a parte queste curiosità...la notazione che mi è venuta spontanea ( e forse ovvia ) è che in realtà i dialetti...vanno scomparendo, almeno in questa zona, ormai divorata dall'area metropolitana.


Ne parlavo giorni fa con una amica del nord. Lei notava che in montagna, dalle sue parti resistono di più, resistendo di più la cultura della montagna, assieme, forse, ad un maggiore isolamento.


Ma qui la cultura contadina che forniva la maggior parte dei termini, delle esprssioni e dei proverbi al dialetto...è tramontata. Sì, ci sono ancora persone che come me, bene o male (io male, direi;)) coltivano poderi più o meno grandi. Ma con l'agricoltura non ci campa più nessuno e i terreni più difficili da coltivare, i boschi, i terrazzamenti..sono abbandonati.


In paese, allora, si parla in dialetto, sì, ma è solo l'inflessione, la cadenza, l'uso del neutro che in italiano non c'è, la finale in "U", peggio che il sardo... ma le parole, sono tratte dall'italiano o anche dall'inglese e poi..dialettizzate, alla meno peggio.


Adesso, poi, si è riempito di stranieri, per lo più romeni. tutte le case del borgo medioevale, abbandonate da anni perché non accessibili in macchina...parlano straniero e lo senti anche dal profumo della cucina all'ora di pranzo (prevalenza cipolla). Sì creerà un melange nuovo? Chissà.


E' un bene, è un male, questo? boh, e' la realtà. Bisogna prenderne atto. Tornando alle poesie che mi sono letto, ho apprezzato di più quelle che parlano del paesaggio, senza indulgere nel rimpianto di un tempo passato ( e ce ne sono) che secondo me era assai più gramo di adesso.


Dal punto di vista formale, pur nella difficoltà di rendere iati ed elisioni, alcune sono ben strutturate, altre dimostrano solo buona volontà.


Bene, dopo questa noiosa disquisizione vado a bere l'amaro calice e mi dedico alle benedette valutazioni, la notte è ancora bambina;)


Caio


14 commenti:

missi ha detto...

E' molto bello il dialetto, l'ho sempre amato forse perchè nn sono mai riuscita ad impararlo...Oggi nelle scuole si riscopre..ed insieme al dialetto i vecchi mestieri. Il ricordo è una bella cosa, se reso sottile dal vento che passa... ;)
Rumeni, marocchini, tunisini...in fondo nn fanno che abitare i posti che noi abbiamo abbandonato, imparare la nostra lingua, vivere al nostro fianco..c'è vita, nuova ma diversa.. :)
Buona lettura Caio, un bacio.. :)

missi ha detto...

E' molto bello il dialetto, l'ho sempre amato forse perchè nn sono mai riuscita ad impararlo...Oggi nelle scuole si riscopre..ed insieme al dialetto i vecchi mestieri. Il ricordo è una bella cosa, se reso sottile dal vento che passa... ;)
Rumeni, marocchini, tunisini...in fondo nn fanno che abitare i posti che noi abbiamo abbandonato, imparare la nostra lingua, vivere al nostro fianco..c'è vita, nuova ma diversa.. :)
Buona lettura Caio, un bacio.. :)

missi ha detto...

E' molto bello il dialetto, l'ho sempre amato forse perchè nn sono mai riuscita ad impararlo...Oggi nelle scuole si riscopre..ed insieme al dialetto i vecchi mestieri. Il ricordo è una bella cosa, se reso sottile dal vento che passa... ;)
Rumeni, marocchini, tunisini...in fondo nn fanno che abitare i posti che noi abbiamo abbandonato, imparare la nostra lingua, vivere al nostro fianco..c'è vita, nuova ma diversa.. :)
Buona lettura Caio, un bacio.. :)

missi ha detto...

E' molto bello il dialetto, l'ho sempre amato forse perchè nn sono mai riuscita ad impararlo...Oggi nelle scuole si riscopre..ed insieme al dialetto i vecchi mestieri. Il ricordo è una bella cosa, se reso sottile dal vento che passa... ;)
Rumeni, marocchini, tunisini...in fondo nn fanno che abitare i posti che noi abbiamo abbandonato, imparare la nostra lingua, vivere al nostro fianco..c'è vita, nuova ma diversa.. :)
Buona lettura Caio, un bacio.. :)

laltrametadelcielo ha detto...

il dialetto caro caio l'ho sempre immaginato come un'ancoraggio alle proprie radici questo ovviamente vale per chi se ne allontana da queste in pratica e l'anima l'identita' del posto
una specie di codice d'appartenenza

per i mescolamenti dialettali e linguistici oltre che di sapori e colori diversi dai nostri si credo che la normalita' tra un po' sara' il convivere con questi diversi codici linguistici con un'unico che e la lingua italiana e la buonaconvivenza a farci da interprete

buon fine settimana :-)
virginia

laltrametadelcielo ha detto...

il dialetto caro caio l'ho sempre immaginato come un'ancoraggio alle proprie radici questo ovviamente vale per chi se ne allontana da queste in pratica e l'anima l'identita' del posto
una specie di codice d'appartenenza

per i mescolamenti dialettali e linguistici oltre che di sapori e colori diversi dai nostri si credo che la normalita' tra un po' sara' il convivere con questi diversi codici linguistici con un'unico che e la lingua italiana e la buonaconvivenza a farci da interprete

buon fine settimana :-)
virginia

laltrametadelcielo ha detto...

il dialetto caro caio l'ho sempre immaginato come un'ancoraggio alle proprie radici questo ovviamente vale per chi se ne allontana da queste in pratica e l'anima l'identita' del posto
una specie di codice d'appartenenza

per i mescolamenti dialettali e linguistici oltre che di sapori e colori diversi dai nostri si credo che la normalita' tra un po' sara' il convivere con questi diversi codici linguistici con un'unico che e la lingua italiana e la buonaconvivenza a farci da interprete

buon fine settimana :-)
virginia

utente anonimo ha detto...

...

laltrametadelcielo ha detto...

il dialetto caro caio l'ho sempre immaginato come un'ancoraggio alle proprie radici questo ovviamente vale per chi se ne allontana da queste in pratica e l'anima l'identita' del posto
una specie di codice d'appartenenza

per i mescolamenti dialettali e linguistici oltre che di sapori e colori diversi dai nostri si credo che la normalita' tra un po' sara' il convivere con questi diversi codici linguistici con un'unico che e la lingua italiana e la buonaconvivenza a farci da interprete

buon fine settimana :-)
virginia

caiovibullio ha detto...

Missi:) conosci tante lingue e non conosci un dialetto? ahh, grave, grave...èssi preoccupata, dicono a Roma;) "il ricordo è una bella cosa, se resa sottile dal vento che passa" mi piace questa frase. Proviamo a tradurla in metafonetico e vediamo come viene? " 'u recordu è 'na cosa bbella, se 'u véntu 'a ffinàta passènno". allora? hehehe
°°°°°°°°°
Virginia, sì, anche per me è così mi rendo conto che le radici sono importanti, anche più dei rami e delle foglie. Però noi siamo l'insieme: Radici, tronco, rami, foglie, fiori, frutti...semi. E quando il vento avrà portato via le foglie,seccato i fiori, spezzato i rami,fatto cadere i frutti, divelto il tronco e le radici...ancora ci sarà qualche piccolo seme di noi che andrà in giro nel nel vento:)
°°°°°°°
utente anonimo...grazie della visita:) Mi riesce difficile rispondere a tre soli puntini...ma quantomeno, sei stato/a qui, mi hai dato attenzione. E questa è cosa che fa piacere, a chiunque, un sorriso:)

missi ha detto...

Ehm....Caio "un dialetto" no, so il "mio" ed anch'io spesso mi ritrovo a pensare nel mio dialetto... :)
Nn ho imparato quello della mia zona, altro dialetto metafonetico, ma lo capisco..Nu vascitti d' bona domenic'...e...nun fatij' tropp'.. ;)

missi ha detto...

Ehm....Caio "un dialetto" no, so il "mio" ed anch'io spesso mi ritrovo a pensare nel mio dialetto... :)
Nn ho imparato quello della mia zona, altro dialetto metafonetico, ma lo capisco..Nu vascitti d' bona domenic'...e...nun fatij' tropp'.. ;)

missi ha detto...

Ehm....Caio "un dialetto" no, so il "mio" ed anch'io spesso mi ritrovo a pensare nel mio dialetto... :)
Nn ho imparato quello della mia zona, altro dialetto metafonetico, ma lo capisco..Nu vascitti d' bona domenic'...e...nun fatij' tropp'.. ;)

missi ha detto...

Ehm....Caio "un dialetto" no, so il "mio" ed anch'io spesso mi ritrovo a pensare nel mio dialetto... :)
Nn ho imparato quello della mia zona, altro dialetto metafonetico, ma lo capisco..Nu vascitti d' bona domenic'...e...nun fatij' tropp'.. ;)