venerdì 5 giugno 2009

 


L'alba arriva sempre, che la si voglia o no





GIULIETTA - Vuoi già partire? L’alba è ancor lontana.


Era dell’usignolo,


non dell’allodola,


che ha ferito poc’anzi il trepidante


cavo del tuo orecchio. Un usignolo,


credimi, amore; è lui che canta, a notte,


laggiù sull’albero di melograno



ROMEO - No, cara, era l’araldo del mattino,


l’allodola; non era l’usignolo.


Guarda, amor mio, quante strisce di luce


maligne sfrangiano le rade nuvole


che si dissolvono laggiù all’oriente.


Le faci della notte sono spente


e già s’affaccia il luminoso giorno,


quasi in punta di piedi,


sugli alti picchi brumosi dei monti.


Debbo andarmene e seguitare a vivere,


o restare e morire.


GIULIETTA -


Quel barlume laggiù


non è ancora la luce del mattino.


Io la conosco bene: è una meteora


che il sole irradia e rende luminosa


perché ti sia torciere questa notte


a illuminarti la strada per Mantova.


E però resta. Non devi partire.


ROMEO - Oh, che m’arrestino pure, m’uccidano!


S’è così che tu vuoi, io son felice!


Son pronto a dir con te che quel grigiore


laggiù non è lo sguardo del mattino,


ma soltanto un riflesso smorto e pallido


della faccia di Cinzia;



e a negare con te che sia l’allodola,


a martellar gli archivolti del cielo


con le sue note, sopra il nostro capo.


L’ansia di rimanere


è più forte di quella di partire.


O morte, vieni, e sii la benvenuta!


Così vuole Giulietta, e così sia!


Sei soddisfatta adesso, anima mia?


Parliamo pure. Non è ancora giorno.



GIULIETTA - È giorno, invece, è giorno! Ahimè, fa’ presto!


Va’! È l’allodola quella che canta,


ora, con quel suo verso fuori tono,


sforzandolo con aspre dissonanze.


Dicono che l’allodola


sa modulare in dolci variazioni


le note del suo canto; questa no,


perché in luogo di dividere le note


in armonia, divide noi.


dicono pure, ha scambiato i suoi occhi,


col ripugnante rospo.


Che si siano scambiate anche le voci?


Perché questa, che va destando il giorno,


ci strappa trepidanti dalle braccia


l’uno dell’altro, e mi ti porta via.


Vattene, va’, si fa sempre più chiaro.


ROMEO - Sempre più chiaro in cielo,


sempre più buio dentro i nostri cuori.



http://www.youtube.com/watch?v=GkX4MyDeIqI&feature=PlayList&p=5EB7076DCAA70316&index=0


5 commenti:

ladolcetempesta ha detto...

si arriva sempre l'alba dopo ogni notte ma a volte caro caio quanto puo' essere lunga una notte non lo si puo' mai immaginare se non l'hai sulla pelle sentita trascinare
mmm detta cosi suona poetica :-p
uela' bel giovine buon fine sdettimana ;.))

caiovibullio ha detto...

ma tu sei sempre poetica, ragassuola:)

harmel ha detto...

io invece mi rifarei alla vecchia canzone delle Kessler

LA NOTTE E' PICCOLA PER NOI!
TROPPO PICCOLINAAA!

per me è la parte migliore della giornata

caiovibullio ha detto...

ehh, vedi che vuol dire ad essere nati in tempi moderni? Per gli antichi la notte era solo un intervallo non scandito da ore ( nox intempesta) e le 24 ore cominciavano all'alba e finivano al tramonto! La gran parte della gente, al tramonto mangiava e se ne andava a letto;)
Noi invece...libri, televisione, pc...la notte è piccola, sì:)
Forse se Giulietta e Romeo avessero avuto il Messenger la tragedia non ci sarebbe stata!:)
Buona giornata

harmel ha detto...

mhh
Giulietta e Romeo nei tempi moderni?

eppure sai... ogni volta che ne vedevo qualche rappresentazione..dentro di me speravo ..fà che ci sia il colpo di scena..fà che ci sia il colpo di scena!

niente da fare..hanno voluto passare alla storia :-(

e intanto tu che avresti postato ora?:-)