domenica 23 maggio 2010



della campagna, di antichi cocci e dei cambiamenti



La primavera è quasi finita ma quest'anno non si direbbe: va e viene come se fosse indecisa  se portare il suo cambiamento. Ma in fondo essere diversa dalle altre primavere è di per sé un cambiamento. Quindi che importa, è pur sempre un'altra primavera...
E per me è la sessantesima ( o forse la sessantunesima? dovrei contarle, uhm..) e già so che porterà dei cambiamenti, sì.
Bisogna aver paura dei cambiamenti? Io dico di no, così come dico che non bisogna aver paura delle scelte e delle conseguenti, inevitabili, rinunce.
Let it be. Non si può aver tutto, come non si può avere qualcosa per sempre.
Stamane mi sono alzato tardi, poi sono andato in campagna a zappare i pomodori. Non è un lavoro per me, mi costa molta fatica e probabilmente non sono nemmeno bravo. Penso che se dovessi camparci morirei di fame. Però qualche volta lo faccio e quando l'ho fatto, come oggi pomeriggio, mi sento bene. Mentre zappavo ogni tanto venivano alla luce dei frammenti di ceramica romana: semplice terra sigillata, un'ansa in vernice nera, un pezzetto di aretino rosso splendente perché bagnato. Non una novità, è da quando ero piccolo che mi incuriosiscono ed una volta ci ho trovato persino un dupondio di Commodo.
Nel Piccolini si legge: Colle Pisciarello, villa rustica e frammenti figulini sul versante che guarda valle Jacolla.
Il padre di mio nonno comprò la piccola tenuta a metà dell'ottocento e ci costruì un casaletto, che adesso è quasi in rovina. Ma migliaia di anni prima c'era un'altra vita, altra gente, un'altra lingua...la verità è che la terra non appartiene a nessuno e semmai, siamo noi che apparteniamo alla terra, come coloro che furono sepolti dove io adesso pianto i pomodori e di cui ogni tanto riaffiorano frammenti minuscoli  del corredo funebre: pezzetti di lucerne, di olle, di patere, sminuzzati dal tempo e dalle arature.
Ogni tanto, invece, frugando nella cantina mi capitano tra le mani cose di mio padre e di mio zio. Un coltello da caccia, una vecchia roncola, un paio di occhiali. Zio aveva un anno e mezzo di più ma se ne sono andati insieme, a distanza di un mese, tredici anni fa. Si volevano davvero bene, si aiutavano sempre tra loro e non li ho mai visti discutere. A differenza dei loro avi non erano contadini ma dedicavano alla campagna quasi tutto il tempo libero, a parte la caccia, che piaceva ad entrambi.
Sabato scorso ho ritrovato il collare di Leo III , il mio ultimo setter. Era di taglia grossa, intelligente, bravissimo. Non falliva una puntata, non si perdeva una preda abbattuta nemmeno se fosse caduta in un roveto e se c'era una beccaccia sola in tutta la selva me la tirava fuori e me la faceva levare a portata di tiro.
Ricordando queste cose l'emozione, la commozione sono inevitabili ma poi riapri gli occhi e rimane soltanto il sorriso di un bel ricordo lontano. Si cambia. Si cambiano gli amici, si cambia il lavoro, si cambiano i compagni di strada, si cambiano i sentimenti. E non bisogna avere paura.
Allora, pensando a questo mi è venuta in mente una vecchia canzone di Jimmy Fontana.
Però ho preferito mettere la versione di Baglioni. In fondo, più o meno, ha la mia età.








 

11 commenti:

alidada ha detto...

mamma mia stamani che botta di nostalgia che mi hai dato tra capo e collo.. ho gli occhi lucidi... è un po' un periodo che mi sento un po' troppo sensibile.. forse è solo stanchezza la causa di questa malinconia che mi sento addosso.. chissàBuona domenica Caio.. un bacio per te

caiovibullio ha detto...

Alidada, tra le persone che ho conosciuto nel web tu sei quella con cui sono rimasto idealmente legato da più tempo. Anzi, se non sbaglio noi ci parliamo ancora dallo scorso Millennio! heheChe tu sia stanca in questo periodo dell'anno non mi pare strano. Anzi, mi meraviglierei del contrario considerato quello che è diventata la scuola italiana.Quanto alla malinconia...embeh, lasciala venire, mica fa male! Non sei proprio tu ad aver postato, giorni fa " l'infinito " di Leopardi?...e naufragar m'è dolce in questo mare.La malinconia è connaturata all'indole umana ed è intimamente legata alla capacità di ricordare, di conservare, dentro e fuori di sé quello che siamo stati, quello che abbiamo amato e perduto ancor più di quello che abbiamo temuto o patito.E ricordando a volte ti senti avvolgere da quel sentimento che i saggi antichi chiamavano Voluptas dolendi, il piacere di soffrire...sì ma mi raccomando, poco poco!Io, mi regolo così: quando sento che sta per sopraffarmi allora penso alla prossima moneta che metterò nella mia collezione, al prossimo bel libro che leggerò, al prossimo viaggio che farò...al prossimo sorriso che incontrerò! Buona domenica:)

utente anonimo ha detto...

Dice il verso di una canzone di Di Giacomo "passa lu tiempo e lu munno s'avota"e noi restiamo piccoli puntini in questo universo impazzito che nonostante tutto va dove deve andarePasseremo anche noi, però cerchiamo di farlo con Commodo!:-))buona settimana

caiovibullio ha detto...

Massì, facciamolo con Commodo;)Però era un po' pazzo, sallo;)

nellabrezza ha detto...

cos'è un dupondio ??che bello trovare tracce così antiche, di persone vissute tanto tempo fa...una volta mi è accaduto di trovare dopo delle forti piogge in un campo arato un vaso canopo..era in pezzi, ma all'interno c'erano anche dei piccolissimi pezzetti di ossa..mi sono sentita profanatrice.ai 60 voi uomini cambiate proprio molto...ele

albafucens ha detto...

la primavera quest'anno è stata particolarmente volubile ed incostante, e  ci ha regalato più giornate di pioggia che non di sole,  e questo ha reso anche me un po' malinconica, però forse.. è una dolce malinconia nella quale in questi giorni mi piace rifugiarmi e cullarmi... dei cambiamenti non bisogna mai avere paura, e per quanto concerne le rinunce che dire.. io sono un'esperta in tal senso, e forse chissà nel momento in cui optiamo per una scelta anzichè un'altra, ciò avviene perchè in quel particolare momento era l'unica possibile.. vangare la terra non sarà magari la tua specialità, però deve essere emozionaante di tanto in tanto portare alla luce frammenti di vita passata, pensa che io volevo fare l'archeologa ^ __ ^Tutto scorre nella vita ed è vero non bisogna avere paura però a me interrogarmi .. ??? .. di tanto in tanto viene naturale e quando succede un po' di malinconia mi assale  sempre, purtroppo spesso quando uno si mette a fare bilanci ne esce sempre un po' ammaccato.. ma ho anche imparato a vivere nel presente e ad attendere il nuovo giorno che verràun abbraccio

sim.64 ha detto...

io amo i cambiamenti. non so perchè, ma tutto ciò che cambia mi porta un sentimento di frenesia e attesa per il nuovo che deve arrivare: bello o brutto che sarà, comunque è diverso e nuovo. le novità non mi spaventano, non mi ci sono mai sottratta, e anche nelle brutte notizie guardo sempre oltre, il nuovo comunque mi appare sempre positivo... sarà grave?;-)

caiovibullio ha detto...

Care amiche, grazie della visita:)Oggi sono stato di giro rendendomi conto di due cose: che il traffico del Centro è sempre peggio e che comunque con la smartina un posticino si trova. Sono riuscito a trovarlo pure a via Cola Di Rienzo!;)Allora: il dupondio era una moneta ed era esattamente il doppio di un asse e la metà di un sesterzio. Da sesterzio si distingue perché è più piccolo. Dall'asse perché nel dupondio l'imperatore ha la corona radiata anziché quella d'alloro. Vabbeh, mi fermo qui perché questa è la mia passione, ci scriverei sopra 10 ore.Vi vedo concordi riguardo ai cambiamenti. Massì, sono positivi in generale, ridanno nuove energie.Io però stasera sono stanco, ho dormito così poco!;)Nella brezza, quello che dici è un po' vero e un po' falso. In effetti il traguardo dei 60 è un discrimine importante, ci si sente, almeno di diritto, entrati nel mondo degli " anziani".Però...c'è sempre quel fanciullino dentro di noi che reclama i suoi spazi. Io, lo sento ancora!:)

Cosimopiovasco ha detto...

Bella riflessione! Anch'io ho avuto avi contadini, boscaioli e cacciatori (anzi, pure i miei genitori lo furono, in gioventù), e certe sensazioni le conosco...Però da noi reperti romani non ce ne sono ...Salutoni, tuoCosimo

caiovibullio ha detto...

Eh, Cosimo lo dici tu che non ce ne sono! Basta guardare meglio! io ho studiato Storia Romana alla Sapienza di Roma, Archeologia alla Normale Superiore di Pisa e sono da 20 anni consulente numismatico sella Soprintendenza archeologica del Lazio ( Poi so' finito a fare il burocrate, vedi on po' hehe)  e se mi capita sotto gli occhi un pezzettino di anticaglia lo riconosco subito! in liguria passava l'aurelia che era una strada importantissima. E basta scapolare un po' oltre frontiera sulla costa azzurra per trovare un monumento grandioso il cd Trofeo delle Alpi che Augusto volle per simbolizzare la conquista e la pacificazione di quelle zone. Si trova a La Tourbie, sopra Montecarlo ( è parzialmente ricostruito) e si vedeva da decine e decine di km di costa e di mare.

Cosimopiovasco ha detto...

Hai ragione, mi sono espresso male... In Liguria di reperti romani ce n'è, eccome, oltre l'Aurelia ci passava anche la Postumia e forse qualche altra strada (non sono un esperto come te ); a poca distanza dal paese natale di mio padre ci sono gli scavi dell'antica LIbarna, a Serravalle Scrivia...Quel che intendevo dire è che invece, proprio nei luoghi aviti che ho frequentato io (sperdute valli in mezzo all'appennino ligure), puoi scavare quanto vuoi ma non troverai mai nulla, al massimo qualche spezzone di bomba d'aereo caduta un po' fuori bersaglio...Ciau!Cosimo