venerdì 21 maggio 2010


Verso la libertà, 1° maggio 2009
dedica di una dedica


Stefania B.

in una foto di L. Rossi
dedicata a Saviano


Degli anni  fuggiti rimangon ricordi leggeri:
un volo di storni sui pini di Roma,
un passo veloce, un sorriso, la chioma
di una complice amica nei sogni  di ieri.

Mi piaceva guardare nei tuoi occhi severi
mi piaceva ascoltare talvolta la rima
che sapevi trovare in ciò che uno ama.
Ed amavo cercarti e sentire che c'eri.

Ti parlavo di lei e paziente ascoltavi
mi chiedevi di lei e parlavo e parlavo
e indulgente ridevi della mia debolezza

invitando a pensarla soltanto tenerezza
" allora-dicevo- allora, la chiamo?"
" E chiamala, cavolo!" e intanto, ridevi.


Amos C. Farmer











 

6 commenti:

sim.64 ha detto...

Per ben 14 anni ho rischiato di essere "colpita" da uno storno... stando ben attenta a non inciampare per non spiaccicarmi nella guazza... ;-) e nel complesso (una volta sola) non mi posso lamentare.. eh ehe... questo autore inedito e non famoso ha stoffa, caro Caio... mi piace parecchio pure questa. Mi hai fatto ricordare di quando ero ragazzina, e i miei amici maschi venivano da me e mi raccontavano della loro fidanzatina desiderata ma ancora non raggiunta... ma ero proprio io? Sono passati secoli da quei momenti spensierati lì. Oggi tutto sole. Buona giornata!

albafucens ha detto...

sono davvero deliziosi ed emozionanati i versi che hai postatomi piacciono davvero tantissimosono belli e dolci da assaporareun abbraccio

utente anonimo ha detto...

Però, 'sto Amos! :-)Sai come mi piace quel volo... Che bel video... (Lo hai fatto tu?) Grazie Al...Stefania Bufano

nellabrezza ha detto...

ah allora qualcuno l'ha fatto un video sugli stormi, sugli stormi di storni che incantano, al tramonto, nei cieli di roma...!!!peccato che la qualità non sia all'altezza.talvolta mi son dovuta fermare per forza a guardarli, tanta era la bellezza ela magia eterea delle figure che plasmavano nell'aria ! chissò cosa li guida..ele

caiovibullio ha detto...

sim, per tanti anni gli storni li ho visti soltanto come prede ( ci viene un ottimo sugo per la polenta) o come ladroni che quando mi piombano in migliaia sull'oliveto mi portano via mezzo raccolto. Fu proprio Stefania a farmi notare per la prima volta la poesia dei loro voli vespertini su Roma.Adesso non li caccio più e le olive le raccolgo ad ottobre, prima che arrivino.*Alba, grazie, lo dirò ad Amos, sperando non si monti la testa:)Il video non l'ho fatto io, su you tube ce ne sono parecchi,alcuni più belli ma ho scelto questo su villa Borghese pensando alla tua pausa pranzo;)*Stefania, ci voleva una dedica per farti rivedere? Guarda che te ne fò un'altra! Grazie per avermi dato il permesso di pubblicare la tua foto ( è bellissima, merito ovviamente del fotografo, non del soggetto)Amos, è un mercenario, io gli ho detto: mi servirebbe un sonetto così e così e lui l'ha buttato giù.*nella brezza, l'ultima volta che mi sono soffermato a guardarli ero sul terrazzo dell'Altare della Patria ed ho osservato un altro fenomeno: i gabbiani stanno imparando a cacciare gli storni, come facevano già i falchi e le cornacchie. Per adesso la tecnica difensiva degli storni ancora li tiene a bada ma impareranno presto...

utente anonimo ha detto...

Al, sei riuscito a farmi venire il mal di Roma, te possino... Comunque, io a 'sto Amos lo vorrei proprio conoscere, visto che se pole di' che non scrivo più poesia potrebbe esse comodo... Comodissimo. Je potrei di', aoh Amos, senti, me piacerebbe 'na cosa un po' così, un po' cosà, che parli de questo e de quello, e lui me direbbe sempre sì, sì, sì... E giù un sonetto. Aoh sarebbe 'na pacchia, se ce pensi, Al, so 'na pensionata ormai. Te direi, aoh, annamo a Celimontana, lassamolo tranquillo ad Amos, che me deve fa un lavoretto de sonetto. E noi, giù, gelati da Giolittti ehheheh. E camminate, e visite a quarche affresco, quarche chiesa, quarche vecchia pietra de Roma, quarche storno da ammirà zitti e bboni.