sabato 15 maggio 2010





 



Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

13 commenti:

albafucens ha detto...

è stato piacevole riascoltarla..e tra l'altro la trovo anche tempestiva..   visto che piove anche su Romaun caro saluto

tittidiruolo ha detto...

chiedo scusa in anticipo... rivista e rifatta da me.Taci.(sto zitta sì Sennò tummi senteresti vai!) Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane;( infatti un sono umane, grrrr) ma odo parole più nuove (fanculo, tempo di merda) che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse(ammè...mi sembra sian tutte qui!) Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, ( veramente un vien da i’ vino..) su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, (silvano l’era i mì babbo) piove su le nostre mani ignude,(bagnate, direi) su i nostri vestimenti leggeri(,Pefforza son tesi..) su i freschi pensieri (se tulli vo’ chiamà freschi...io direi funesti) che l'anima schiude novella, ( fa rima anche "in padella") su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude,( Unnè illusione l’è bagnata suisserio la pioggia) o Ermione.Oh nanni, falla poo lunga e'pioe su mì panni... Altro che nì bosco, mi tocca tenelli n’casa. Odi?(odo odo, ma un godo: Un’asciugano i panniii !!)Perdonami Gabrielino..! Come vedi quando piove penso a te!!

caiovibullio ha detto...

a Titti, me sa che te sì sbajata, io nun so' Gabriellino!;)Comunque, è carina;)

caiovibullio ha detto...

albafucens, stamane in effetti pioveva e quando sono andato in campagna alle 9 era tutto bagnato. Poi però è uscito il sole ed alle 2 era tutto asciutto ed il tempo ha tenuto fino alle 17.00. Ho una stanchezza che levati ma sono contento.Buona serata:)

nellabrezza ha detto...

adoro,  letteralmente adoro questa poesia...bello sentirla declamare. ha una musicalità leggera ed insistente come la pioggia. come la pioggia sotto gli alberi..comicamente attuale in questi giorni eh?!ele

Cosimopiovasco ha detto...

Grande Gabriele! Tra gli autori più controversi (e meno compresi) dell'inizio '900, uno dei due poli opposti del Decadentismo (l'altro è Giovanni Pascoli, ovviamente... non si potevano vedere ma si stimavano profondamente l'un l'altro)...Tutti lo tacciano di fascismo... ma c'è chi dice acutamente che se fosse vissuto più a lungo (morì nel 1938, alla vigilia delle leggi razziali e dell'entrata in guerra) si sarebbe schierato più volentieri con la Resistenza che con la Repubblica di Salò... chissà?E comunque questa poesia è un capolavoro, uno degli anelli di congiunzione tra il classicismo ottocentesco e l'ermetismo/simbolismo del primo novecento (l'altro anello, secondo me, è il solito Pascoli degli ultimi anni, quello del Gelsomino notturno, per intenderci)...Un salutone, tuoCosimo

Cosimopiovasco ha detto...

P.S. Ma è tua l'interpretazione?

sim.64 ha detto...

Sono stata anni fa al vittoriale, sul lago di garda. Non conoscendo praticamente nulla di D'Annunzio, è stata un'esperienza particolare. Ha comprato quella villa in tarda età, indebitandosi in modo assurdo, e modificandola e arredandola come se fosse un museo. Che poi è diventato. E' un insieme di oggetti particolari tutti con un significato, sembrerebbe un'accozzaglia disordinata di oggetti kitch ma nell'insieme hanno un'armonia ricercata e bella. Era un pazzo egocentrico secondo me, e come si dice oggi del Mou-interista, con un ego tanto grande da fare provincia.
Indimenticabile il velo sulla testa della Duse (di marmo, eh!) "cha altrimenti l'avrebbe distratto dalla sua ispirazione" :-)

tittidiruolo ha detto...

Lo so che non sei Gabrielino, però a lui dovevo delle scuse.. ti pare?

caiovibullio ha detto...

Uggesù, Titti ma lo sai che non avevo capito??? Ahh, la vecchiaia! Hehehe

caiovibullio ha detto...

Sim, nonostante conosca un po' la zona del Garda io non ci sono mai stato al Vittoriale. Uno di questi anni lo farò.*Cosimo, no, non è la mia voce ma mi è piaciuta. Concordo sul fatto che questa è una poesia stupenda, a prescindere dalla personalità di D'Annunzio.*nellabrezza, l'ho postata apposta;)

sim.64 ha detto...

Caio, devi andare a vederlo allora, merita veramente e sono sicura che ti piacerà. Vai in traghetto, come sono stata io, e poi ti fai una bella passeggiata di 5-10 minuti fino alla villa.

caiovibullio ha detto...

ultimamente mi sorno impigrito,a dire il vero. Prima giravo di più. Ho un record personale Verona-Roma di 4 ore e mezza, la strada me la divoravo. Però ho amici in quella zona, sulla riva bresciana, ci tornerò.