venerdì 25 novembre 2005

Gli edifici rimasti in buone condizioni ma ormai vuoti furono riutilizzati per altre necessità della Base. Quelli danneggiati non furono più ricostruiti anzi si tentò a più riprese di demolirli completamente e poiché la loro poderosa struttura resistette a tale oltraggiosa opera vennero infine abbandonati al proprio destino, coperti di vegetazione, abitati soltanto da serpi, gufi e civette.


Col senno di poi si potrebbe dire che questo fu un delitto, poiché volendo si sarebbe forse potuto riattivare gli impianti danneggiati e persino ricostruire quelli distrutti. Alcuni dei “Guidoniani” si batterono a più riprese affinché si tentasse la ricostruzione. Tra questi il più tenace fu lo stesso Luigi Broglio e in epoca più recente vi fu una proposta di riutilizzo anche da parte di un altro  autorevole generale dell’AM, Giuseppe Pesce. Ad oggi tuttavia la situazione rimane immutata, se si eccettua il fatto che almeno i ruderi sono stati ripuliti in gran parte e non vengono più usati come discarica di inerti.


A pensarci bene però la situazione del dopoguerra italiano non era tale da poter sostenere una ripresa in grande stile dell’attività del Centro Studi ed Esperienze. Non lo era per la povertà delle risorse a disposizione, non lo era perché ormai si era disperso in Italia e per il mondo quello che era stato il patrimonio più prezioso di Guidonia: i suoi uomini e non lo era anche per la situazione politica in cui versava l’Italia.


C’era voglia di dimenticare qualsiasi cosa fosse in qualche modo legata al passato Regime o che ricordasse la Guerra ed il Centro Studi ed Esperienze di Guidonia ricordava entrambe le cose.


Del resto la stessa “Città dell’Aria” nell’immediato dopoguerra tentò di cancellare parte delle sue proprie memorie: le iscrizioni della Fondazione, i Fasci Littori, vennero rimossi od abrasi e di tale situazione fecero le spese persino il piccolo Monumento all’unico Eroe Civile di Guidonia, Aldo Riccardo Chiorboli e il busto marmoreo di Alessandro Guidoni, che, danneggiato e negletto giacque per anni in un seminterrato della scuola elementare e solo recentemente, per iniziativa del Settore Cultura del Comune è stato restaurato e collocato nella Sala della Giunta Municipale.


Ma lasciamo, per adesso i grandi ruderi del Centro Studi ed Esperienze immersi nel loro grande passato. Forse per essi si sta preparando anche un nuovo futuro, una nuova vita.


Torniamo all’Aeroporto Alfredo Barbieri.


Già nel 1945 la vita della Base riprendeva con intensità. Il 1° gennaio 1945 tornò a Guidonia il Raggruppamento Bombardamenti e Trasporti, con il compito di trasportare sul territorio nazionale merci, posta e passeggeri, in un periodo in cui ancora non erano rinate le linee aeree civili. A tale scopo venivano impiegati Aeroplani S.M. 84, Cant Z1007 e G. 12. Il Comandante era il Col. Pil. Leonello Leone.


Nello stesso anno giunse a Guidonia lo Stormo Baltimore comandato dal Col. Pilota Cesare De Porto. Esso aveva combattuto distinguendosi assai nella zona dei Balcani.


Attingiamo queste notizie e gran parte di quelle che seguono dalla preziosa ministoria dell’Aeroporto di Guidonia pubblicata a più riprese sugli annali della Associazione Sportiva Guidonia ad opera del compianto amico Col. Dalmazio Gerichievic.


Si pose quindi da subito il problema di riattivare edifici ed impianti, anche con mezzi di fortuna.


Specialmente gli impianti idrico ed elettrico che erano dislocati in chilometri e chilometri di cunicoli  nel sottosuolo presentarono enormi difficoltà e fu necessario andare a ricercare e riassumere gli operai che erano stati licenziati a causa del disastro bellico.


Gli edifici ormai vuoti vennero riutilizzati quali sede dei Comandi.


Nel 1948 fu ricostituito il Reparto Sperimentale di Volo, nella zona davanti alla Stazione ferroviaria, dove, per pochi anni aveva avuto sede lo scalo intercontinentale della LATI.


Esso funzionò fino al 1955 portando avanti varie esperienze, tra cui quella sul pilota automatico.


Nel 1955 il tutto venne trasferito a Pratica di Mare, dove è nata la DASRS, continuazione non solo ideale ma concreta di Guidonia. Non a caso nello stemma della DASRS è presente il volo di Icaro richiamato sulla grande scritta che campeggia tuttora all’ingresso dell’aeroporto Alfredo Barbieri. Non a caso nel 1988 l’Aeronautica Militare, a coronamento del grande Gemellaggio di Guidonia con Cape Canaveral inserì nel programma delle Manifestazioni sia la visita ai ruderi storici di Guidonia sia quella ai nuovi impianti di Pratica di Mare.


Nel 1948 fu traferito a Guidonia il l 36° Stormo comandato dal Col. Pilota Amedeo Micciani. La dotazione aerea di tale stormo era composta inizialmente dai bombardieri S.M. 81 e dagli aerosiluranti S.M. 79. In seguito vennero assegnati i trimotori da trasporto S.M.82 e G. 12.

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